"Come aiutare i genitori ad avere una grande esperienza sportiva."

Ed Schilling, Executive Director/Trainer, Champions Academy, Zionsville, Indiana (USA)

“Gli allenatori che stanno preparando la loro squadra di pallacanestro per la stagione sportiva faranno bene ad estendere le loro responsabilità ad un altro gruppo di importanti giocatori : i genitori dei giocatori.

 Anche loro si stanno sforzando per assicurare ai loro ragazzi una stagione positiva : atleticamente, socialmente e nella prospettiva della loro crescita fisica e tecnica. Noi allenatori lavoriamo con i Genitori per sviluppare la passione dei bambini e dei ragazzi, per raggiungere un alto livello di rendimento in campo e fuori.

 In questa sede vorrei offrire agli allenatori la visione su come i Genitori possano ottimizzare il loro contributo durante la stagione, per far sì che ogni anno diventi il miglior anno della carriera dei loro figli, un anno indimenticabile.

 Inoltre vorrei entrare nei cuori e nelle menti degli allenatori e dei giocatori per insegnare loro come si possa comunicare efficacemente e rendersi conto che l’allenatore è una figura che può rendere un’annata sportiva il miglior periodo per costruire duraturi rapporti fra genitori, giocatori ed allenatori.

 Nessun allenatore desidera perdere ; la continuità del suo lavoro dipende qualche volta dalla vittoria, ma nel settore giovanile dal miglioramento e dalla crescita umana dei vostri figli.

 Parecchie volte nella mia carriera ho avuto compagni di squadra con i quali non avevo niente in comune, con stili e priorità nella vita che non ho mai apprezzato. Ciò nonostante, erano fra i nostri giocatori migliori, e conseguentemente hanno giocato quanto la loro performance meritava, ed hanno dimostrato di migliorare ogni giorno un poco, come tutti noi.

 Questa premessa mi serve per dire che, al di là della disciplina e delle violazioni delle regole di squadra, non conosco alcun allenatore che tenga un giocatore in panchina solamente perché non gli piace, se quello stesso giocatore può aiutarlo a vincere, dopo essersi impegnato al massimo la settimana precedente e quella prima ancora.

 I Genitori devono capire che gli allenatori non vogliono imbrogliare i ragazzi.

 Solitamente lavorano come tecnici e come formatori, per aiutare i ragazzi e mai per danneggiarli.

 Questo è quanto un coach vuole far sapere e far capire ai Genitori ed alle famiglie.

 Chi scrive ha allenato per 17 anni, al Liceo, nei College ed a livello Professionistico, è figlio di un allenatore, quindi ha speso la vita intera con i ragazzi ed i rispettivi Genitori.


 Credo che i Genitori debbano sapere un po’ di cose sul lavoro dell’allenatore. In primo luogo, gli allenatori prendono le loro decisioni innanzitutto per far crescere TUTTO il gruppo, e non solo chi appare più o meno simpatico ; in secondo luogo, il coach esegue una valutazione attenta degli allenamenti, del comportamento, dell’atteggiamento e della mentalità di ogni singolo giocatore ; il terzo punto, nel settore giovanile, è vincere. I Genitori ed i tifosi non hanno una visione completa.

 Per esempio, negli ultimi due minuti di una partita, un giocatore esce dalla panchina e realizza ripetutamente da tre punti : questo non è un indicatore tassativo e reale delle capacità del giocatore, che magari ha mostrato difficoltà in allenamento, negli esercizi e nelle partite, e per questo motivo ha giocato solo pochi minuti.

 Inoltre, la squadra migliore non sempre è formata dai cinque giocatori di maggior talento. Spesso la ricerca di una “chimica di squadra”, i ruoli di gioco, gli accoppiamenti difensivi ed il piano partita, determinano la scelta dei cinque giocatori in campo.

 E’ sufficiente guardare le ultime Olimpiadi, gli ultimi Campionati del Mondo di Basket o gli ultimi Playoff Italiani per aver la prova che i cinque giocatori di maggior talento non fanno sempre la “squadra migliore”.

 “ Solo perché vostro figlio/a può battere uno contro uno qualsiasi giocatore del quintetto base dovrebbe partire in quintetto?

 Un allenatore considera molte cose prima di determinare chi gioca, quanto e quando. Il leggendario John Wooden ha fatto giocare i ragazzi che lui considerava “i migliori secondo il SUO concetto di squadra”.

 Ovviamente, gli allenatori usano criteri di verifica tangibili ed intangibili per determinare i tempi di gioco. I criteri di verifica intangibili includono concetti come l’allenabilità, l’attitudine, la puntualità, l’etica di lavoro, la concentrazione in campo, l’impegno, l’attenzione ai particolari e l’aiuto ai compagni. Questi sono fattori valutati dal coach.

 I Genitori non possono essere totalmente obiettivi nella valutazione del loro figlio/a.

 Neppure mio padre, ex allenatore in una Università Americana, poteva vedere esattamente le mie debolezze di giocatore.

 Ed oggi, nemmeno io riesco a vedere i difetti dei miei figli. I genitori amano i loro figli e cercano di capire qual è la cosa migliore per il figlio, mentre gli allenatori si sforzano di vedere qual è la cosa migliore per la squadra.”

 


Comunicazione efficace e sana per genitore e ragazzo.

 Il secondo concetto ad influenzare l’esperienza sportiva è la capacità del genitore di comunicare efficacemente con il figlio. La cosa più importante da comunicare, particolarmente dopo una partita, è l’incodizionato amore familiare.

 Ci sono troppi commenti fuori dal campo. Al termine della gara, il coach valuta squadra e giocatori nello spogliatoio. Ma i tifosi nel frattempo hanno già dato valutazioni con applausi, fischi, espressioni non-verbali, e purtroppo anche critiche verbali…o addirittura peggio : non c’è niente di peggio che sentire levarsi dalla tribuna e dal proprio gruppo di Genitori un sonoro “ NOOOOO !!!! “ ad un errore di un qualsiasi giocatore. Io suggerisco piuttosto un fragoroso applauso.

 I “media” garantiranno valutazioni non richieste sui Vostri figli, che poche o tante persone ascolteranno o leggeranno. Il vostro ragazzo deve sapere che lo amate senza riserve, a prescindere dalle sue prestazioni cestistiche. Questo amore incondizionato avrà effetto sul vostro ragazzo più di ogni vostra valutazione sulla partita appena svolta.

 Come Genitori, dovete avere un messaggio importante da trasmettere al Vostro ragazzo : riguarda il suo comportamento durante la gara. A volte lo Staff può essere così coinvolto nella partita da non accorgersi della sua reazione quando viene tolto dal campo per un comportamento irrispettoso o una protesta nei confronti di un arbitro, un compagno, un avversario o verso lo stesso allenatore. Il Genitore è responsabile del comportamento scorretto del figlio.

 Se il ragazzo non presta attenzione durante il time-out, o scherza in panchina, bisogna farglielo notare.

 Il Genitore deve capire che il ragazzo ha un immenso potenziale per distruggere lo spirito della squadra, per questo deve fare attenzione alle cose che dice al figlio fuori dal campo.

 Tutte le parole spese negativamente nei confronti del coach o dei compagni o arbitri o avversari avranno effetto sul figlio. Il genitore ha una posizione di grande influenza su di lui. Se dice che il coach non è “bravo”, o che ha preso una decisione sbagliata, o che lo sta prendendo in giro, infonderà mancanza di rispetto nei confronti dell’allenatore, ed ostacolerà l’allenabilità e l’entusiasmo del figlio stesso. E non solo per quella occasione, o per quel coach, o per quella società sportiva…ma per sempre!

 Avete mai camminato in una stanza in cui qualcuno sta parlando alle vostre spalle? Potreste non aver capito una singola parola, ma in realtà sapete che stavano parlando di voi.

 Quando un Genitore parla negativamente del coach, si genera un clima e uno spirito negativo. Il coach può non sapere esattamente cosa sta succedendo, ma avrà la sensazione che qualcosa non sta andando bene, ed alla fine ogni ragazzo ne soffrirà. Se avete a cuore vostro figlio, non parlate negativamente dell’allenatore, né davanti a lui né ad altri.


 La fiducia reciproca tra allenatore e giocatore è un fondamentale fattore di successo in una stagione sportiva, in una carriera sportiva ed in una personalità in crescita.

 Questi concetti si applicano anche alle parole che voi usereste nei confronti degli altri giocatori della squadra. Vostro figlio userà le stesse espressioni che voi usate nei confronti dei compagni di squadra. Una cosa è dire che un compagno non ha tirato bene o non ha giocato bene. Un’altra cosa è dire che non è capace e non avrebbe dovuto giocare o che non dovrebbe neppure tirare a canestro.

 Ogni allenamento, ogni partita, ogni torneo, ogni stagione, ogni trasferta, fornisce molti “momenti per imparare” a tutti i Genitori.

 Un Genitore dovrebbe sostenere fortemente le decisioni del coach e non allenare da bordo campo, ma c’è un’area in cui DEVE allenare ed è l’area in cui deve “insegnare ciò che è necessario per vivere”.

 A prescindere dai momenti positivi o negativi del campionato, ci possono essere dei momenti eccellenti in cui il Genitore può insegnare qualcosa al suo ragazzo. Se per esempio il vostro ragazzo è in panchina e sta giocando pochi minuti, dovete insegnargli il modo in cui può contribuire al successo della squadra. Lui può fare il suo meglio lavorando forte in allenamento, incoraggiando i compagni durante le partite, seguendo il gioco in modo da essere preparato, se e quando arriverà il momento di giocare.

 Tutto ciò che accade durante una stagione sportiva può contribuire a preparare il vostro ragazzo per la vita.

 Per esempio, se il coach è un “urlatore”, voi come Genitori, potete suggerire di ascoltare che cosa ha detto e non in che modo lo ha detto.

 Se la squadra sta perdendo e vostro figlio è scoraggiato, potete dire che un giorno potrà trovarsi in una situazione scolastica o di lavoro o sentimentale non felice, e che dovrà provare a risolvere le cose contro tutto e contro tutti.

 Come Genitore, avete un ruolo importante nella crescita e nella maturazione di un figlio sportivo.

 La stagione agonistica può darvi un grande insegnamento.

 Ricordo questa citazione del mio vecchio coach Dick Dullaghan, “ la cosa più importante non è cosa ottenete giocando, ma cosa siete diventati avendo giocato “.

  I Genitori dell’atleta sono anch’esse figure “pubbliche”.

 Il terzo concetto da tener presente è che, come genitore dell’atleta, siete una figura pubblica. Durante i miei anni come “reclutatore” di giocatori di pallacanestro per l’Università, andavo nelle palestre delle High School e, puntualmente qualcuno mi chiedeva se ero lì per reclutare nuovi giocatori.

 Mi indicavano subito dove erano seduti i genitori dei ragazzi. La maggior parte dei tifosi e degli addetti sanno anche questo. Come genitori, sarete conosciuti non soltanto dal pubblico, ma sarete percepiti come fattori che influenzano nel bene e nel male l’andamento della vostra squadra.

 Qualsiasi cosa diciate, sarà ripetuta da altre persone e riferite come vostro parere personale; se criticate il coach con qualcuno che a sua volta lo critica, o anche lo ammira o lo difende, potete essere sicuri che il coach lo verrà a sapere.

 Le espressioni del vostro viso verranno osservate dalla gente intorno a voi. Se gesticolate quando un giocatore sbaglia un tiro o perde la palla, gli altri intorno a voi vi guarderanno. Il “self-control” è una grande sfida durante una partita, specialmente quando giocano i vostri figli: nelle altre occasioni, lo avete già notato, è più facile.

 Inoltre dovete resistere alla tentazione di rispondere alle osservazioni negative e pure agli insulti degli altri tifosi. Le osservazioni negative derivano spesso dalla gelosia e dall’ignoranza. Se rispondete, rischiate di causare una lite o una baruffa.

 Avendo lavorato come coach sia a livello NBA, che College, che High School, so per certo che qualunque cosa coinvolga i membri della famiglia, prima o durante una partita avrà un effetto negativo sul giocatore: tanto peggio se è vostro figlio.

 Suggerisco che vi comportiate come se non aveste sentito le critiche, gli insulti, le osservazioni negative ; alzatevi e cambiate posto, non create discussioni, vostro figlio potrebbe sentirvi, vedervi, distrarsi, deconcentrarsi, spaventarsi, caricarsi di energie negative.

 Come ho già accennato, sono stato anche Talent Scout, ed ho assistito a scene incresciose e ridicole originate da singoli genitori.

 Se un giocatore potesse vedere se stesso protestare in campo contro il fischio di un arbitro ( che spesso non è così sbagliato ), non lo rifarebbe. Perché capirebbe che protestare con gli arbitri non aiuta nessuno, anzi spesso può danneggiare la squadra del cuore.

 Se vedo il genitore di un giocatore che volevo reclutare comportarsi in maniera focosa o con scarsa educazione o da sciocco, mi domando se proprio desidero trattare con lui per qualche anno di settore giovanile.

 Quando un Genitore urla contro gli arbitri, dà al proprio figlio una giustificazione ed un alibi per la sua prestazione negativa, o per protestare a sua volta.

 Al contrario un genitore ha sempre occasione per sostenere gli altri giocatori della squadra. Quando un Genitore sostiene la squadra senza considerare quanto tempo gioca il proprio figlio, lancia un messaggio positivo alla squadra, alle altre famiglie, a suo figlio, al coach e anche alla società sportiva.

 Ho notato anche questo aspetto: ci sono genitori che seguono le partite della squadra tranne quando il figlio gioca poco, oppure si fa male o è influenzato o non viene convocato.

 Tale comportamento trasmette un chiaro messaggio agli altri genitori ed ai giocatori: le attenzioni del genitore erano rivolte solo al figlio e non alla squadra. Se desideravate contribuire al successo della squadra, assistete alle partite “ per la Squadra” e non solo per vostro figlio.


 Gli anni del settore giovanile sono un periodo importantissimo per costruire il rapporto genitore-ragazzo, ed il genitore deve godere questa “stagione di vita” insieme al suo ragazzo. Provate a rendere questo momento giovanile speciale, perché finirà molto rapidamente. Dalla scuola media all’università tanti giocatori che vorrebbero far parte della squadra, vengono tagliati o non hanno un buon club in città, con buoni dirigenti, buoni allenatori, buoni impianti, buone tradizioni come abbiamo noi.

 Il Genitore dovrebbe essere contento che suo figlio riesca ad avere un posto nella squadra, anche se non è molto ciò che riesce a dare. E’ così importante per atleti e genitori essere alle partite : anche a quelle dei compagni più grandi e più piccoli. Dovreste vedere come anche i giocatori di serie A litigano per avere i biglietti per i loro genitori.

 Personalmente ricordo quanto fosse fantastico avere i miei genitori alle partite.

 Se perdevamo la partita, era comunque piacevole aver vicino una persona cara. E’ sempre più appropriato il vecchio adagio “ la famiglia moltiplica le gioie e divide i dispiaceri “. Cogliete ogni opportunità per contribuire a condividere la gioia ed ad attutire i dispiaceri della esperienza sportiva insieme al vostro ragazzo.

 Per concludere, non lasciare che il minutaggio di gioco, le sconfitte, o i momenti difficili rubino la gioia che ti coinvolge nel supportare tuo figlio, nell’aiutarlo a superare serenamente tutti gli ostacoli.

 Quando ho giocato a pallacanestro per l’Università di Miami in Ohio, uno dei genitori dei miei compagni di squadra ha esemplificato questo concetto di godere di questa esperienza, gratificando suo figlio ma anche tutti noi della squadra.

 Il mio compagno di squadra, Jeff Fuerst, a volte ha giocato, altre non è neppure entrato in campo, altre ancora non entrava in formazione.

 Secondo alcuni genitori, questo giocatore avrebbe dovuto serbare rancore per il suo coach. “ Come può mio figlio giocare così bene l’ultima partita e neanche vedere il campo in questa? “. Non il padre di Jeff, lui era ottimista, positivo, un vero sostegno per Jeff, la squadra, il coach, gli altri giocatori, sia che il figlio giocasse o meno.

 Aspettavo con impazienza di vedere il sig. Fuerst alle partite. Lui viveva a Chicago, che non è assolutamente vicino ad Oxford nell’Ohio; quando non poteva venire alla partita, guidava la macchina fino al punto in cui poteva sintonizzare la stazione radio sulla partita per sentirla in diretta dalla sua auto.

 Lascio dire a voi se il sig. Fuerst ha aiutato suo figlio a valutare la gioia di far parte di una squadra di pallacanestro.

 La mia speranza ed il mio consiglio per voi e per vostro figlio è quella di avere l’occasione per amare teneramente questo percorso di vita giovanile insieme.

 Questa stagione non dura mai abbastanza a lungo, quindi, tu Genitore, fa’ che sia la migliore possibile.