E' la più amara: la tattica di Pianigiani imbriglia i greci, ma i suoi sbagliano troppo.
Dopo il vantaggio iniziale della squadra toscana, coach Obradovic si salva con l'esperienza di Batiste e la classe di Diamantidis.
Quando il popolo greco si alza in piedi a cantare la sua litania e battere le mani, senti che volge al peggio.
E' un vecchio, stucchevole coro ascoltato con le nazionali e con il Pana, che raggiunge la settima finale e insegue la sesta ex Coppa Campioni. Sarebbe l'ottava per il maestro Zele Obradovic. Il quale trova un allenatore di pari livello nella preparazione e gestione, Pianigiani. Ma ha di più dai suoi uomini. L'esperienza di Batiste, la classe e l'altruismo di Diamantidis, la solida linearità di Calathes, studente greco da Florida.
Insomma, la Montepaschi si ferma per la quarta volta su quattro alle soglie del sogno. E questa, forse, brucia di più perché è parsa possibile anche in campo. Perché Siena ha dapprima condotto, poi tenuto nonostante la palla non entrasse mai e la difesa aggressiva sugli esterni fosse poi colpita (all'inizio pure troppo) sotto canestro dai falli fischiati a Lavrinovic e Rakovic.
Mentre il Pana, dopo aver subito la circolazione di palla e i buoni tiri di Siena nel primo periodo, ha badato a chiudere la propria.
SVOLTA Eppure Siena ha cominciato al meglio, rubando 4 palloni in 2'30". Peccato che non abbia sfruttato quel primo quarto di rara lucidità e di difesa asfissiante su Diamantidis. Due perse, tiri comodi anche da sotto, sbagliati, le triple che sino al 30' erano 2-14. Niente da fare, non molla mai il Pana che ha meno talento, ma comunque taglia di alto livello e solida esperienza. Si aggrappa alla certezza di riuscirci. Ovvio, avere Moss, Rakovic e Stonerook con 2 falli al 10', poi Rakovic e Lavrinovic con 3 al 15' ha tolto alcune chiavi a Siena.
Pianigiani ha pescato nella panca il verticale Akindele. L'atleta di zero talento preferito a Michelori (l'escluso con l'altro italiano Aradori) ha dato qualcosa in difesa, ma ha sbagliato due rigori, e commesso due ingenuità difensive costosissime.
I greci erano stati sotto 24-17 al 12' ed erano 30-24 al terzo fallo di Rakovic, ma sfruttando quel buco nero e trovando due triple di fila (Fotsis e Perperoglou), hanno messo la freccia.
Siena non ha mollato, anche perché pure i greci litigavano col cesto. Ma ha smarrito fiducia. Sfidati a tirare, i toscani hanno rinunciato tavolta alle triple che non entravano, però la pazienda non ha pagato.
TIRO E' sempre mancato qualcosa, a Siena. E quando Diamantidis ha raggiunto il 22enne Nick Calathes è diventata grigia. La circolazione di palla greca è stata più agevole, i tiri più comodi. Pianigiani ha dovuto puntare su McCalebb e Kaukenas assieme, quelli creativi, perdendo però qualcosa in difesa e non trovando circolazione in attacco. Il Pana che aveva concesso 11 rimbalzi offensivi nel 1° quarto e 26 totali nella prima metà, ha girato due viti nella propria area. Siena ha smarrito la via del cesto nel terzo periodo.
Due punti in 7', periodo in cui Lavrinovic accumulava il 4° fallo, per passare dal 36-40 al 38-49.
E comunque due canestri su azione in quei 10' terribili, senza trovare troppi tiri liberi per falli subiti, aspetto cui si era aggrappata Atene nelle difficoltà. E' la controindicazione del sistema basato sul mutuo soccorso, sul gruppo. Tutto deve funzionare, o si devono trovare alternative. Altrimenti sono guai.
Di rigori o quasi ne hanno sbagliati in molti. Rakovic nel terzo periodo, Jaric, McCalebb. Pianigiani li ha ruotati tutti, ha provato diverse alchimie. Hairston ha dato.
Ma l'occasione è passata sul tiro di McCalebb per il -4, sbagliato, mentre Calathes piazzava poi il 47-56. Siena si è riavvicinata a -6, nel finale. Ma Diamantidis ha sempre trovato un lungo nell'area. Spesso Batiste che ha scritto i titoli di coda a una favola spezzata.