L’aveva detto Giampiero Ticchi, che nell’Additional Round appena concluso dall’Italia con la qualificazione agli Europei (Lettonia, 7-20 giugno 2009), la sua squadra sarebbe stata quasi impossibile da battere a patto che in campo portasse energia e determinazione. E’ accaduto nelle prime tre gare, dominate dalle azzurre e vinte con uno scarto medio di 19 punti, non è accaduto in occasione dell’ultimo impegno perso in Croazia a qualificazione peraltro assicurata. Una sconfitta che però non modifica di una virgola il bilancio trionfale di un’Additional Round che ci qualifica a un Europeo dopo 10 anni di fallimenti.

“Una volta qualificati – spiega Ticchi – ho valutato con lo staff le varie priorità. Volevamo crescere come mentalità anche in occasioni di pressione relativa ma soprattutto era nostra intenzione restituire ai club giocatrici sane e allenate. Per questo motivo in Croazia abbiamo svolto un lavoro esclusivamente atletico, per evitare infortuni e perché sapevamo che in allenamenti di pallacanestro sarebbe stato difficile chiedere alle ragazze l’intensità massima. In partita l’idea era di difendere a zona anche per provare qualcosa che ci potesse essere utile in futuro, il nostro approccio è stato però deficitario perché ho visto superficialità, errori banali e mai visti nelle precedenti uscite, poca attenzione: eloquente il 5-21 iniziale, anche se poi abbiamo rimesso in piedi la partita tornando a -4. Abbiamo avuto la conferma che basta poco per perdere incisività ed efficacia, non ci ha fatto piacere perdere ma ci è servito”.

Ticchi ha dichiarato più volte la sua soddisfazione per la qualità del lavoro svolto nel miniraduno iniziato a Mestre il giorno di Capodanno.
“Avevamo a disposizione non più di cinque giorni per farci trovare pronti all’esordio in Belgio, l’attenzione e la disponibilità delle giocatrici è stata altissima e ci ha mettere a punto tante cose. Avevo pensato di riproporre situazioni tattiche già utilizzate da molti club, il loro coinvolgimento emotivo ha fatto sì che la qualità del lavoro complessivo sia stata eccezionale”.

Tre vittorie nette e qualificazione ottenuta in anticipo. Eppure l’opera di amalgama tra il gruppo della scorsa estate e le nuove (5 all’esordio in Belgio) non si annunciava semplicissima.
“Vero, anche perché prima della partita di Liegi non c’è stato il tempo per fare un’amichevole e ottimizzare alcune gerarchie. In Belgio abbiamo sofferto perché tutte si sono poste con un giusto atteggiamento verso la squadra ma nessuna incideva davvero: le “nuove” non volevano strafare per rispettare le gerarchie di qualche mese fa, le “vecchie” volevano dare modo alle compagne di trovare fiducia. Finita la partita, ancora prima di andare a stringere la mano agli arbitri, ho ribadito loro questo concetto in maniera forte e chiara. Dovevamo essere più squadra, giocare insieme se volevamo andare in Lettonia. Tre giorni dopo al Taliercio è successo, con la Croazia abbiamo giocato una partita di eccellente qualità tecnica e tattica, oltre che di temperamento”.

Archiviato l’Additional si guarda avanti.
“Non faremo raduni intermedi da qui a maggio, quando inizieremo a prepararci per gli Europei. Sottrarre le giocatrici alle loro società nei prossimi mesi sarebbe un atto di egoismo. E comunque girerò l’Italia per veder giocare le azzurre”.

Nel corso dell’Additional la Nazionale Femminile non ha solo ottenuto l’accesso agli Europei. A Venezia e Priolo la squadra di Ticchi ha fatto il pieno di entusiasmo e di consensi.
“Ci siamo affidati all’organizzazione collaudata e premurosa di due realtà storiche della nostra pallacanestro come Venezia e Priolo. Società a cui va ancora il nostro sentito ringraziamento. Siamo stati sospinti dal calore di più di 6.000 spettatori, vedere la felicità a bordo campo di Dino Meneghin e Claudio Silvestri è stato per noi motivo di grande gioia. Lo stesso Charlie Recalcati mi ha inviato un messaggio nel quale mi ha detto che porterà ad esempio con la sua squadra lo spirito che ha ammirato nella Nazionale Femminile. Ovviamente ho girato questo concetto alle mie giocatrici, lo considero un riconoscimento significativo al lavoro di tutti. In chiusura intendo ringraziare lo staff, che ha dato sempre il 100%: le ragazze percepiscono questa professionalità e questo attaccamento alla maglia, credo che la compattezza del gruppo sia una delle ragioni della nostra qualificazione”.

La Lettonia è meno lontana di quanto si pensi, tre mesi e si torna a lavorare per preparare gli Europei. Dove nel girone ci attendono Francia, Bielorussia e Israele.
“In questi giorni mi è sfuggito che puntiamo a uno dei primi quattro posti: probabilmente ancora non valiamo le squadre più forti d’Europa ma credo sia giusto partire con ambizioni importanti, pure se l’umiltà e la conoscenza dei nostri limiti non ci deve abbandonare neanche per un giorno”.

Ufficio Stampa FIP