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Andrew Bynum è stato sospeso per 5 partite per il fallo killer su JJ Barea in gara 4 (fonte: www.sports.yahoo.com)
LOS ANGELES LAKERS - Dopo la clamorosa eliminazione 4-0 per mano dei Dallas Mavericks è tempo di riflessioni in casa Lakers. È di mercoledi la notizia che il centro Andrew Bynum è stato sospeso per 5 partite (più 25.000 dollari di multa) per il bruttissimo fallo su JJ Barea nell'ultimo quarto di gara 4: "Quello che è successo in quel momento non mi rappresenta, non rispecchia me e la mia educazione" ha detto il giovane giocatore dei Lakers, esprimendo pentimento per il brutto gesto "Voglio scusarmi prima di tutto con JJ Barea che fortunatamente non ha subito lesioni; tutto quello che posso dire è che negli spogliatoi ho guardato il replay ed è stato terribile. Sicuramente una cosa del genere non accadrà di nuovo". Ma non si parla solo di Andrew Bynum in casa Lakers. Abbiamo già detto nella scorsa edizione di questa rubrica dell'addio pressochè certo di coach Jackson, che in settimana ha ribadito la sua intenzione di non tornare ad allenare, almeno nell'immediato. Shannon Brown, che intanto non ha deciso di esercitare l'opzione per prolungare di un anno il suo contratto con i Lakers a 2,4 milioni di dollari, si è detto dispiaciuto per il suo allenatore: "È frustrante sapere che uno come Phil Jackson esca di scena dopo aver subito uno sweep. Mi sono scusato personalmente e gli ho detto di stare male per lui, perche quello è un brutto modo per uscire".

Derek Fisher amareggiato dopo gara 4 (fonte: www.sports.yahoo.com)
Derek Fisher amareggiato dopo gara 4 (fonte: www.sports.yahoo.com)
Derek Fisher si è detto ancora sotto shok per l'eliminazione: "Non avremo mai immaginato di trovarci in questa situazione. Stiamo male e quello che dobbiamo pensare in questo momento difficile è di rifarci l'anno prossimo. Quando giochi per quattro stagioni ai massimi livelli e per tre volte arrivi in finale, il fisico e la mente si logorano. Abbiamo perso d'intensità proprio nei momenti decisivi". Sul banco degli imputati primo a salire è Pau Gasol, che ha nettamente perso il duello con Dirk Nowitzki sui due lati del campo: "Abbiamo eseguito male i giochi per tutta la serie. Non abbiamo mai sfruttato i nostri punti di forza e nell'ultima partita siamo stati irriconoscibili. Dobbiamo imparare da tutto quello che è successo. Personalmente sono arrabbiato per non essere riuscito a giocare al mio meglio e quindi non aver aiutato la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. Tutto quello che si è detto al di fuori del campo (vedi l'articolo "NBA Rumors" apparso su questo sito qualche giorno fa, ndr) non c'entrano nulla con il basket e non voglio parlare di queste cose". Più combattivo invece nelle sue dichiarazioni Ron Artest: "Questo è stato un anno sfortunato, ma sarei più che felice l'anno prossimo di riprovare la scalata al titolo assieme ai miei compagni. Non credo che abbiate visto la fine di questi Lakers".



NBA EXECUTIVE OF THE YEAR - Il direttore generale dei Chicago Bulls Gar Forman e il presidente dei Miami Heat Pat Riley si sono aggiudicati il premio di Executive of the Year a pari merito. Forman, alla sua tredicesima stagione nella Windy City (la seconda da direttore generale), ha visto i suoi Bulls raggiungere quota 62 vittorie in stagione, il coach debuttante Tom Thibodeau vincere il premio di Allenatore dell'anno e la stella Derrick Rose aggiudicarsi il trofeo di MVP della regular season. Riley, alla sedicesima stagione alla franchigia di Miami, ha costruito la squadra attorno ai nuovi "big three" ed ora vede i suoi Heat entrare nella Finale di Conference con i favori del pronostico. Forman e Riley succedono cosi a John Hammond dei Milwaukee Bucks (2009-2010) e Mark Warkentien (Denver Nuggets), che si era aggiudicato il premio nella stagione 2008-2009



Elvin Hayes in azione con la maglia storica degli Washington Bullets (fonte: www.sportsillustrated.cnn.com)
Elvin Hayes in azione con la maglia storica degli Washington Bullets (fonte: www.sportsillustrated.cnn.com)
WASHINGTON - Rosso, bianco e blu a striscie orizzontali. Questi sono i nuovi colori degli Washington Wizards... o meglio i vecchi colori. Si perchè la franchigia della capitale ha deciso per un improvviso ritorno al passato: nessun disegno del mago dalla barba bizzarra, perchè gli Washington Wizards sono di nuovo i Washington Bullets in tutto tranne che nel nome. "Dopo il cambio di nome, di maglia e di colori nel 1997 ho fatto fatica a riconoscere questa squadra" ha dichiarato Elvin Hayes, giocatore storico dei Bullets "Era come se si trattasse di un'altra franchigia. Il cambiamento di nome e di colori è stato drastico e c'è stato un forte distacco da parte dell'ambiente". Il ritorno al passato è stato voluto da Ted Leonsis, che ha assunto il controllo della franchigia dopo la morte del proprietario Abe Pollin nel novembre del 2009. Ted ha dichiarato che il cambiamento è stato fortemente voluto dai tifosi e da ex giocatori di Washington: "Questo è solo uno dei cambiamenti che vogliamo apportare all'interno della franchigia. Non sono cosi ingenuo da pensare che cambiando i colori delle maglie qualcosa migliorerà, ma con i Capitals ho visto la forza che danno questi cambiamenti (Leonsis, proprietario anche dei Capitals dell'NHL, qualche anno fa ha cambiato i colori della franchigia ritornando al vecchio rosso-bianco-blu, ndr)".

Massimiliano Zanato