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VEROLI – Teramo ha pagato la wild card. Il club abruzzese alla fine ce l’ha fatta a sborsare a scadenza i famosi 500 mila euro (più iva) per comprarsi la permanenza in Serie A, evitando di conseguenza la retrocessione in Legadue subita sul campo. Lasciando da parte le considerazioni sullo schifo di una soluzione del genere, che ammazza la regola basilare dell’importanza esclusiva del risultato sportivo, il pagamento della wild card certifica ufficialmente che la Prima Veroli ripartirà per la quinta volta di fila dal torneo di Legadue.

Niente possibilità di ricorso del club giallorosso, dunque, per il torto che avrebbe subito nel caso in cui Teramo non avesse pagato, torto relativo alla mancata disputa della semifinale con Venezia al meglio delle 7 gare (come da programma originario in caso di wild card non attivata) invece che delle avvenute 5.

 

La chiosa della vicenda è affidata in casa Prima al general manager Ferencz Bartocci: “La wild card è una normativa che non c'è mai piaciuta e che come movimento di Legadue abbiamo subito. Il fatto che Teramo abbia trovato le risorse economiche per conservare il titolo di Serie A dimostra come ci sia ancora sia gente che vuole investire nella pallacanestro. E questo può essere visto solo come un bene”. Dunque, Veroli si appresterà a vivere un altro campionato di Legadue dopo l’ennesima delusione della mancata salita al piano di sopra. Da dove si riparte? “Si deve ripartire dall'entusiasmo di questi playoff e dalla consapevolezza di tutti che Veroli è una piccolissima realtà del panorama cestistico nazionale ma che si trova a disputare campionati sempre di grande spessore. Una realtà che sta contagiando tutto un territorio, da questo ripartiamo per ri-aggredire il prossimo campionato. Quali saranno gli obiettivi della nuova stagione uscirà fuori da un incontro che avrò col presidente Zeppieri nelle prossime ore e da un Cda che dovrebbe essere convocato per la fine della prossima settimana: da lì avremo ben chiaro quello che sarà il budget da mettere in campo”.

 

Domanda delle cento pistole: perché non si è andati in Serie A? “Quando arrivi a disputare una semifinale l'amarezza è tanta perché arrivi ad un pizzico dal sogno. Non si è andati in Serie A perché c'era una grande qualità anche da parte degli avversari, poi alcuni episodi di questa serie con Venezia ci hanno penalizzati. La cosa importante è che Veroli ha dimostrato, dopo una partenza non brillante, di poter dire la sua. Ci è mancata la continuità per arrivare ad una posizione di griglia playoff differente per varie vicissitudini, infortuni, approcci sbagliati, e questa serie ha dimostrato che il fattore campo era importante. Ci siamo tolti, comunque, belle soddisfazioni, vincendo anche delle belle partite contro le due squadre che andranno a giocarsi la finalissima”. Con Demis Cavina rispetterete il secondo anno di contratto? “Demis è il nostro allenatore, è sotto contratto, per cui ragioneremo in tal senso”. Niente sorprese, dunque? “Non credo”. E sulla squadra? “Sotto contratto anche per il prossimo anno ci sono Brkic, Gatto, Jackson, Rullo e Iannone. Di questi, a parte Rullo che ha altri due anni di contratto, tutti gli altri hanno contratti con possibilità di uscita, sia da parte del club che del giocatore. Uscite che scadono a fine mese. E' chiaro che sono giocatori su cui avevamo e continuiamo a credere, ma le valutazioni più approfondite le faremo in seguito”.

Paolo De Persis