La Napoli Basketball aveva garantito giorni di svolta sul mercato, e ciò è avvenuto con il completamento dello strating-five. Sull'ostico versante dell'allestimento di una squadra non solo da costruire ma da inventare, difatti, la dirigenza ha centrato obiettivi che, per il momento, coniugano maturità cestistica (acquisita nella categoria o in categorie superiori) ad una estrazione anagrafica non troppo stagionata o senatoriale.

 



Tutti inoltre provengono da esperienze che, obiettivi conseguiti o meno, si sono contraddistinte lo scorso anno per aspirazioni non certo di rincalzo o marginali: dalla Veroli di Iannilli alla Massafra di Lenardon, non trascurando affatto la S.Antimo di Gatti, la Perugia di Musso o la Piacenza di Rizzitiello.

Gli elementi individuati peraltro non vivono evidenti conflitti di ruolo, semmai utili intercambiabilità reciproche. Ognuno, nella diversità delle proprie attitudini e delle proprie biografie, sembra incastonarsi ed essere complementare con gli altri.



In questo senso si comprende la necessità di un pointer esterno affidabile come Musso, che tuttavia non disdegni l'apporto a rimbalzo e circostanze in cui provare a far valere una apprezzabile fisicità, così come il bisogno di un regista puro come Lenardon, passatore d'abitudine che d'altra parte non rinunci ad occasioni in cui può segnare, anche dalla distanza. Ma una corrispondenza simile la rileviamo anche rispetto al duo di lunghi titolare: Iannilli è l'investimento tattico nel pitturato, nella ricerca di una presenza costante sottocanestro e di un affidabile tagliafuori, nell'incisività dalla breve distanza, ma senza comrpomettere la possibilità di convertire con larga percentuale di liberi i falli subiti (che potrebbero rivelarsi numerosi); Gatti è atletismo da sotto, sfruttamento delle transizioni che all'occorrenza possono profilarsi in contropiede, così come rapidità in penetrazione condita da valida propensione al perimetro.

Come intercapedine fra questi due assi tecnico-tattici si colloca Rizzitiello, giocatore che negli ultimi anni ha sempre scelto piazze ambiziose (Barcellona, San Severo), e che, sebbene le statistiche pregresse non ce lo confermino del tutto, potrebbe con il suo fisico dare molto di più tanto a rimbalzo quanto nei falli subiti.



Il quintetto complessivamente si delinea ben elaborato e bilanciato e non certo da comoda salvezza. Tuttavia, come sempre va sostenuto in questa materia così aleatoria, sarà il campo a stabilire se il progetto troverà l'applicazione pratica desiderata dai suoi autori.



D'altra parte, con la scelta dell'esperienza e di questi giocatori, si associano al quintetto partenopeo alcune sfide da vincere : Iannilli sarà per la prima volta chiamato a misurarsi in una categoria per lui davvero calzante, dall'inizio della stagione, con un ampio minutaggio e numerose aspettative a suo carico; Musso dovrà impegnarsi in una non facile conferma delle strabilianti prestazioni maturate con la casacca perugina; Lenardon dovrà dimostrare di aver definitivamente compiuto un salto di qualità verso piazze esigenti e alla ricerca di serenità; Gatti e Rizzitiello dovranno essere meno altalenanti ed imparare ad esserci anche nelle partite che contano.

Infine sorge l'urgenza di creare una panchina che sia contraddistinta da una linea verde tanto prospettica quanto utilizzabile . La DNA sorge per soddisfare questo bisogno di forze nuove,e Napoli dovrà ora contribuire con elementi che combinino potenzialità, talento ma anche la capacità di meritare un vero ed effettivo coinvolgimento nelle rotazioni di Maurizio Bartocci.