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Marco Spano

Bologna
DIETRO il brillante inizio della Conad ci sono un nome e un cognome: coach Zare Markovski. Il suo basket, il suo carisma, la sua calma sembrano aver conquistato tutti. Eppure fino a poche settimane fa i timori erano tanti. Sono bastate due partite per spazzare via i cattivi pensieri.
Due partite e due vittorie che arrivano contro squadre che sulla carta, più forti. Ora sarà costretto a fare il pompiere.
«Penso solo alla prossima partita. E’ un’occasione di crescita. Non dobbiamo guardare indietro ma avanti. In allenamento siamo sempre gli stessi, sono tranquillo».
Frutto dell’esperienza che può vantare questo gruppo?
«La positività di Pecile e Blizzard, la modestia di Dimsa e Baldassarre ci aiutano ad avere il giusto tipo di approccio».
Cosa le è piaciuto di più nelle prime due uscite?
«Non siamo stati inferiori a nessuno a rimbalzo, poi le percentuali al tiro che sono molto buone».
Baldassarre ha stupito subito. Naturale evoluzione del giocatore o le qualità di Patrick che hanno più risalto nel suo basket?
«Il merito è suo. Quando è iniziato il campionato qualcosa dentro di lui è cambiato. Ha sempre saputo di avere una carta in più: la sua intensità».
Lei ha il merito di essere riuscito a far convivere giocatori che non hanno mai fatto della loro capacità di ragionare il loro punto di forza. La squadra, insomma, la segue.
«Dal primo giorno. Non è una sorpresa, ma un segnale vedere che i giocatori più istintivi si mettano al servizio dei compagni».
Persino i giovani, da Montano a Chiarini, hanno dato risposte positive nei minuti giocati.
«Dare fiducia ai giovani è una sfida da cui non mi sono mai tirato indietro, quanto stiano in campo dipende da loro».
Ora arriva la sosta. Forse un danno in un momento di crescita?
«Due settimane fa sembravamo quelli che avevano più bisogno di tempo in più per lavorare visti gli arrivi all’ultimo di Kelley e Vrkic. Il metodo di lavoro e l’ambiente che abbiamo creato funzionano. Guardo alla pausa come un’ulteriore prova per vedere come reagiremo a un ritmo spezzato».
Le dolenti note. Al di là di Baldassarre, sembra che il settore dei lunghi sia in difficoltà.
«Siamo ancora indietro. Per quello che potevamo investire su quei ruoli, Canavesi, Dimsa e Vrkic rendono più delle aspettative».
Il pubblico del PalaDozza come l’ha trovato?
«Con Verona, è stata la squadra a trascinare il pubblico. Spero in futuro che sia il pubblico a trascinare la squadra»