Marco Bilancioni
Forlì. LA PARTE più bella è quella in cui racconta i suoi precedenti con Sant’Antimo. «Ci giocai contro con Fossombrone, in una serie di playout nel 2009: vincemmo 3-2 e ci salvammo. Ma io ero il più odiato. Un loro giocatore si fece male in garauno dopo uno sfondamento su di me, ma io ero fermo, era caduto sul mio piede... Poi in garadue segnai il canestro della vittoria, figuratevi».
Mitchell Poletti, che ambiente si aspetta?
«Caldo, lo so già. Con noi successe di tutto: a un certo punto lancio un contropiede a un compagno, e dalla tribuna spunta un’altra palla da basket buttata in campo. Non credevo ai miei occhi. Anche per questo il campo fu squalificato. Stesso palazzo in cui giocheremo noi. Avevano anche le trombette. Ma credo che la situazione sarà diversa. E magari saranno diversi gli arbitri».
Ciononostante, ci sarebbe andato?
«Sì. Se Forlì avesse preso qualcun altro sì. Avevo bisogno di giocare».
Problema della fiducia: sembra la ‘sua’ Marco Polo fino a un anno fa.
«L’immagine che mi rimarrà sempre della rimonta è questa: vinciamo a Lodi, e io, Lee e Mike entriamo in spogliatoio facendo casino. E Bobby e Shawn ci dicono: ‘ehi, abbiamo solo vinto una partita...’. So come ci si sente».
Quanto conta Sant’Antimo?
«Dà una grossa direzione ma non finisce tutto lì. Dobbiamo solo fare un piccolo step. E se lo facciamo, poi magari vinciamo le altre sette».
Che partita si aspetta?
«Una battaglia. Ci saranno alcune cose tattiche, certo. Ma il punto è lo spirito: non siamo i soli a giocarci tanto».
Capitolo Mike Nardi.
«Non posso parlarne, non è che gli chiedo quanto prende e lui non lo chiede a me. Non è un argomento dello spogliatoio. E io sono appena arrivato, tra l’altro abito a Faenza ora, per cui sento meno voci. E’ giusto essere pagati puntualmente, ma il discorso va affrontato con Mike. Non posso e non devo curarmi di questo».