Fabio Gavelli
Forlì
«NEL MOMENTO stesso in cui facevo il fallo mi rendevo conto dell’errore. Non mi so spiegare perché mi sono comportato così. Purtroppo capita in certe situazioni di smarrire la lucidità e la freddezza che invece ci vorrebbero».
Jesi, ultimo secondo, Maggioli prende il rimbalzo sul libero sbagliato da Huff: partita virtualmente all’overtime, ma il centro della Marco Polo commette un fallo che spedisce l’avversario in lunetta e chiude l’incontro. E dire che fino a quel momento, il 39enne Casoli si era dimostrato l’unico lungo forlivese in grado di arginare la coppia Maggioli-Brooks.
Casoli, perché in trasferta non riuscite mai a portare a casa il risultato, anche quando pare a portata di mano?
«Domanda da un milione di dollari. Se sapessimo rispondere, forse avremmo risolto i nostri problemi. Purtroppo in varie occasioni abbiamo commesso errori fatali, come il mio di domenica scorsa».
Che chance avremmo avuto nel supplementare?
«Cinquanta e cinquanta».
C’è un filo conduttore in una stagione così travagliata?
«Ne vedo uno solo: abbiamo cambiato assetto non so quante volte. Ci può stare che in seguito a infortuni o scelte tecniche si facciano alcune correzioni. Ma quest’anno sono state tante da rendere difficile costruire una chimica di squadra. Qualche volta ci pareva di averla trovata, poi c’è stata l’ennesima variazione».
Nelle ultime due gare, al rientro dopo l’infortunio, si è rivisto il Casoli che i tifosi forlivesi aspettano.
«Ho attraversato un mese e mezzo molto difficile, con la pubalgia dovevo comunque stare in campo molti minuti. Adesso non sono guarito del tutto ma sto meglio, sono fiducioso. Posso dare tutto nei 10-15 minuti di utilizzo e credo di aver dimostrato di poter dare qualcosa alla squadra».
Coleman invece è apparso fuori partita: inesperienza o difficoltà ad abituarsi al basket italiano?
«Coi mezzi fisici e tecnici che ha, deve solo ritrovare fiducia. Ma va detto che aveva di fronte il centro più forte di Legadue».
Cinque gare alla fine: proviamo a immaginarle?
«In casa bisogna vincere. Punto. Brindisi e Pistoia sono trasferte difficili, ma non peggio di Jesi: la Fileni è una squadra molto solida. Noi siamo consapevoli di essere competitivi, la squadra è viva e combatte».