REGGIO CALABRIA - Spuntano anche due e-mail ad arricchire la brutta storia degli arbitri di basket e dei commissari che li giudicano la domenica. Una storia che prende il via da Reggio Calabria ma che si estenderebbe su scala nazionale. E che vede iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica reggina i vertici deicommissari arbitrali, Giovanni Garibotti, all'epoca dei fatti presidente del Cia (Comitato italiano arbitri), Giovanni Montella e Alessandro Campera, con l'accusa di abuso di ufficio.

 

Gli indagati sarebbero circa 50, fra arbitri e commissari. Per questi il p.m. Maria Luisa Miranda ha ipotizzato l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Non risultano club implicati. Alessandro Cagliostro, reggino, 35 anni, impiegato presso la Polizia postale, ex arbitro di ed istruttore provinciale arbitri, sostiene nella sua denuncia che i commissari farebbero fare carriera gli arbitri amici, parenti e figli d'arte, ovvero quelli più compiacenti col sistema teso a favorire alcune società, quindi con un doppio filone che avrebbe però anche punti di congiunzione.

 

Intercettazioni - Proprio la Polizia postale di cui Cagliostro fa parte ha raccolto le prove attraverso una serie di intercettazioni telefoniche nelle quali si parlerebbe molto chiaramente senza giri di parole. Cagliostro ha arbitrato dal 1991 al 2008, arrivando fino alla B-2. Nel 2005 fu retrocesso in C-l e nel 2008 arrivò il secondo declassamento in C-2. E veniamo alle mail che Cagliostro avrebbe portato a supporto, posta spedita qualche tempo fa alle sedi istituzionali del basket da altri 2 arbitri, uno meridionale e uno settentrionale con la quale lamenterebbero analoghe scorrettezze di arbitri e commissari. Circostanze poi confermate anche in sede giudiziaria.

Dieci - Le partite incriminate dovrebbero essere una decina, di serie B e C. Ma al momento la Fip del neopresidente Dino Meneghin non ha aperto indagini. Ha chiesto di essere ascoltato dalla Magistratura la prossima settimana, entro la fine di quella in corso potrebbe già esserci il pronunciamento del Gip, Kate Tassone. Alla Procura di Reggio, bocche cucite a partire dal capo assoluto, Giuseppe Pignatone. Il mondo istituzionale del basket calabrese va contro Cagliostro. Ma non tutti lo fanno per partito preso. Come adesempio Pietro Alampi, commissario speciale nazionale della Cia, anche lui reggino.

Personale - «Cagliostro era un discreto arbitro - dice - ma ci vedo qualcosa di personale nella sua vicenda, che si potrebbe imputare alla sua retrocessione. La denuncia avrebbe avuto più credibilità se l'avesse fatta prima, in tempi non sospetti. L'anno scorso Cagliostro mi chiamò al telefono molto arrabbiato dopo uno dei suoi ultimi arbitraggi. Era infuriato con il commissario che l'aveva giudicato, mandato, secondo lui, apposta per nuocergli. Lamentava che era arrivato alla partita in compagnia di una delle due squadre. Gli obiettai che se fosse stato davvero in malafede non avrebbe commesso quell'ingenuità. E poi, gli interessi a quei livelli sono bassi. Barcellona, un anno fa, mancata la promozione in B-2, ha acquistato il titolo della B-l per soli 200 mila euro».

Ha collaborato Franco Pellicanò