DOMANI sera si farà la conta. Si capirà  chi, dei soci attuali FulgorLibertas, intende continuare l’avventura e  chi lasciare la compagnia. Si vedrà inoltre per quanto si impegneranno.  La dirigenza biancorossa nei giorni scorsi ha chiesto a ciascuno di  effettuare un prestito di 20 mila euro per fronteggiare pagamenti  relativi alla stagione appena appena conclusa. Questo è il primo  problema, prima ancora di addentrarsi nei ragionamenti sulla prossima.
L’IMPRESSIONE è che non solo la FulgorLibertas non sia riuscita a  estendere la base sociale, ma che qualcuno dei pochi che ci sono sia  pronto a salutare e abbandonare la nave. La Forlì imprenditoriale finora  non ha risposto ai numerosi appelli che sono stati fatti dall’inizio  dell’anno in poi, se non con contributi modesti. Ci si poteva rapportare  in modo diverso con il mondo industriale? Poteva valere la pena  costruire una sorta di progetto sportivo e poi cercare adesioni su  quello? 
Di certo non è andata in porto l’operazione riuscita mesi fa al  Cesena calcio, che in poco tempo ha messo insieme un pool di aziende che  ha sborsato una somma almeno dieci volte superiore a quella necessaria  per la permanenza nel basket che conta. Sul perché a Forlì i tentativi  di fare fronte comune non si realizzino (quasi) mai, si potrebbe  discutere a lungo. Va registrato che come accadde negli anni Novanta, in  città è molto più facile trovare ‘rematori contro’ che suggellare  alleanze virtuose.
A questo punto, la speranza di poter acciuffare la Gold League pare  appesa a un filo. Al reperimento di un paio di sponsorizzazioni  importanti che possano costituire una solida base per la prossima  stagione. Quello su cui sta lavorando il presidente Giorgio Grazioso,  consapevole che l’eventuale fallimento lo vedrebbe come responsabile  numero uno.
La vicenda di Massimo Galli è emblematica. Lasciar scadere la  clausola rescissoria con il tecnico non è un segnale di professionalità.  I casi sono due: o si pensava che Galli fosse il coach su cui puntare  comunque e allora andava aperto prima un ragionamento con lo stesso  ‘Cedro’, altrimenti si sono buttati soldi al vento.
COSA PUÒ accadere, allora? Che le forze non siano sufficienti a una  stagione Gold o Silver e si sprofondi nelle minors. Dopo due annate di  Legadue, non si può certo immaginare che il pubblico accorra in massa ad  assistere a un campionato senza americani e con giocatori di quarta  serie. Niente di drammatico, ma resterebbe moltissimo amaro in bocca,  soprattutto per gli errori commessi in queste due stagioni. In ogni  caso, è probabile che non sia il consiglio di domani sera a decretare il  pollice diritto o quello verso. I soci si ritroveranno anche all’inizio  della prossima settimana, quando ormai le scelte non saranno più  rinviabili.