Bruno Cerella, un giorno da eroe!
Il ragazzo di Bahia Blanca per il quale stravede Rodrigo Palacio, presente anche ieri a bordo campo, ha vissuto una notte da eroe. Il Mason Rocca delle guardie ha dato carattere, impeto, energia ma ieri anche qualità alla partita dell’Olimpia. Le triple, il contropiede chiuso in scioltezza, i tuffi, il rimbalzo offensivo strappato di pura volontà nel concitato finale. Nessuno meritava più di lui una partita così.
Bruno Cerella da Bahia Blanca, gioca a basket da quando aveva tre anni perché a Bahia Blanca l’eccezione non è chi sceglie il basket, come lui, come Pepe Sanchez, come i fratelli Ginobili. L’eccezione è che prende a calci il pallone come Palacio. Bahia Blanca è la capitale del basket argentino, ci sono 22 squadre e giocano tutti. Ma Cerella non aveva il talento di Ginobili o di Juan Alberto Espil, il bombardiere visto a Vitoria e poi anche a Roma. Cerella ha il look da Brad Pitt sudamericano, ma l’energia di un lottatore. Venne in Italia per fare un’esperienza di sei mesi e giocare a basket. E’ rimasto dieci anni e ce ne saranno altri. La prima tappa fu Massafra. “Io sono partito davvero dal basso”, dice. Quando sembrava aver conquistato la Serie A dovette riconquistarla a Casalpusterlengo. Quando credeva di essere pronto per una grande si frantumò il ginocchio. “Non c’è nulla di peggio per un giocatore di trovarsi così tanto tempo fermo, infortunato, solo”. E poi finalmente Milano. Interpretata non come una parentesi ma come un’opportunità.
Quanto è serio Brunito? E’ sotto il 6% di grasso corporeo. E’ sempre il primo a presentarsi in palestra, che sia un allenamento o una partita. Si batte, si impegna, lavora nel sociale e gioca a basket come se da ogni pallone dipendesse la sua vita. Brunito Cerella non ha paura di sbucciarsi le ginocchia, di infrangersi contro un avversario. Può prendere sfondamento da Stephane Lasme. Può segnare in faccia a Diamantidis. Può sbagliare ma non tremare.