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Ecco per voi la trascrizione dell'intervista al nostro Gigi Datome, via CSNNE.COM
 
Tutti mi hanno consigliato di recarmi al Nord, perché mi sarei sentito "a casa", ed effettivamente ci sono un paio di strade con ristoranti o bar italiani che servono piatti del mio paese; è veramente bello. Ci sono persone che parlano italiano ed è veramente bello poter fare una passeggiata in quelle strade e sentirmi proprio come fossi a casa mia. In Italia mi chiamano tutti Gigi e soltanto la mia famiglia Luigi, che è il mio vero nome. Anche qui Gigi è più comodo - G, I, G, I - ed è più facile da pronunciare e da ricordare.
Ho giocato dieci anni come professionista in Italia, l'anno scorso ho vinto il titolo di MVP del campionato italiano  e questo è stato un grande traguardo. A quel punto gli scout hanno cominciato ad osservarmi, anche se all'inizio non volevo pensarci. Poi la free agency è diventata una realtà e ho pensato "sta accadendo davvero!" Un sogno che diventa realtà.
Il mio primo giorno con i media a Detroit ho detto che sapevo fosse un momento difficile, ma sapevo che l'avrei superato con un sorriso perché sono un giocatore NBA. Quando è arrivata la notizia della trade, ero nello spogliatoio con Jerebko e ci hanno comunicato il trasferimento a Boston così ho pensato sarebbe stata una nuova esperienza, una nuova chance in una squadra con una grande organizzazione e una grande storia. Avrei gettato tutto me stesso in questa nuova avventura.
Non è facile arrivare in una nuova squadra e lottare per guadagnarti il posto, ma ho cercato di "tentare" il mio coach visto che non avevo potuto mostrare le mie doti durante gli allenamenti. Ero arrivato da un giorno e lui mi ha detto: "Vai dentro e aiuta la squadra". Sapevo che - una volta giunta l'occasione propizia - avrei dovuto essere il più possibile pronto; i miei compagni mi hanno coinvolto subito, mi sono sentito a mio agio in campo e sono stato contento di aver dato il mio contributo in quelle partite.
Penso che alle persone piaccia il mio modo di giocare: dò il massimo in campo ma già dai primi momenti nei quali sono entrato in campo ho sentito il pubblico che mi acclamava; è molto bello, specialmente dopo tanto tempo…visto che non giocavo e non ero considerato. Ammetto che sia piacevole sentire il calore dei fan sia nell'arena che nelle strade.
Specialmente per uno che è appena arrivato, sentire l'amore dei tifosi è davvero importante. Per me è un onore vestire questa maglia, giocare in questa arena, giocare per questa città; mi piace avere un ruolo in questa squadra, e lottare assieme per i playoff: tutti si stanno allenando forte per raggiungere l'obbiettivo. Stiamo giocando con molto orgoglio e con molto impegno, perché sappiamo che chi vestiva questa maglia in passato faceva lo stesso quindi è la cosa giusta da fare.
 
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