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Avvertenze per l’uso: 1) può contenere rumors, 2) è preso in analisi il campionato di Serie A.

L’Auxilium Torino ha chiuso anzi tempo la sua stagione in Serie A non riuscendo a raggiungere i playoffs inseguiti da due anni (o forse di più) a questa parte.

I gialloblù con un filotto da incubo di nove sconfitte di fila nel girone di ritorno hanno vanificato quanto di buono fatto nella prima metà di stagione, dove il quinto posto stava addirittura stretto per alcuni finali in volata che non sorrisero ai piemontesi nel corso dell’era-Banchi.

Difficile credere alla Società che parla di stagione positiva (in campionato) grazie all’incredibile successo di Coppa Italia, tanto meritato ed emozionante quanto di sicuro frutto di una storia a sé rispetto al resto della stagione, essendo concentrato in una parentesi troppo piccola per annullare un girone di ritorno da dimenticare (solo la retrocessa Orlandina ha fatto peggio). E, con questo, la Conquista del trofeo è ben più che un grande traguardo.

E dire che sembrava potessero esserci tutte le basi per entrare nelle migliori otto del massimo campionato, dopo il mercato estivo con un aumento del 49% del budget stipendi rispetto a due stagioni prima (La Stampa 10/05/2018) e l’arrivo della garanzia coach Banchi sulla panchina.

L’eredità

All’alba della terza stagione nella massima serie per i piemontesi in eredità dagli anni precedenti non restava nulla o quasi dopo una serie di progetti triennali (da coach Pillastrini, per Bechi a Vitucci) naufragati uno di seguito all’altro.

Il primo anno con il tandem Bechi-Vitucci fu di sicuro il più complesso culminato con un’impressionante rimonta che valse la salvezza al penultimo posto a quota 22 punti.

Il secondo anno (con Vitucci) fu di certo più tranquillo e vide i gialloblù essere estromessi dalla Coppa Italia in virtù della classifica avulsa a metà campionato. La stagione regolare terminò poi con una striscia di cinque sconfitte (interrotte soltanto dall’insignificante successo interno con Varese all’ultima giornata) che precluse l'accesso ai playoffs. Il budget era aumentato del 19% dalla stagione precedente ma i torinesi chiusero con solo due vittorie in più dell’anno prima, a 26.

Il presente

Nel terzo anno, quello appena concluso, le ambizioni crescono e Torino ha nuove risorse con un +49% del monte ingaggi da ventiquattro mesi prima. Arriva Banchi e c’è anche il debutto in Eurocup con  entusiasmo e aspettative non indifferenti. L’inizio è stellare, la Fiat approda alle top 16 in coppa e chiude quinta a metà stagione con 20 punti. Tuttavia, al netto dell’addio del tecnico toscano, della parentesi Recalcati e della storica vittoria in Coppa Italia, l’Auxilium chiude ancora una volta fuori dai playoffs con 26 punti, gli stessi dell’anno scorso. Di sicuro è arrivato in bacheca il primo titolo di sempre della storia del club, ma è incancellabile il crollo finale e la delusione cocente dell’estromissione dalla post season.

Per fortuna in campionato non vincono i budget, tuttavia è difficile pensare un risultato peggiore con le risorse a disposizione. Gli zero punti in più rispetto all’anno precedente ed il record all time di sconfitte consecutive (9) gridano vendetta.

Colpe o cause

Colpa di Banchi? Colpa di Vander Blue? Colpa della Società? Colpa della stampa disfattista? Poco importa, in realtà, ma forse c’è un aspetto che può far riflettere. Ciò ricorre nelle tre annate in massima serie, a prescindere da allenatori, giocatori e budget è una difesa non certo irresistibile. Nel 2015-16 Torino con 2551 punti subiti fu la peggiore difesa della Serie A. Nel 2016-17 con 2401 fu la terza peggiore difesa. Infine nel 2017-18 con 2494 punti è stata la quarta peggiore, dietro di un solo punto dalla terza.

Può essere quindi già un punto di partenza provare a migliorare un problema che è evidentemente strutturale, come ha anche affermato coach Galbiati. Gli errori societari al riguardo ci sono con interventi di mercato (Blue e Colo) che sono andati a peggiorare in modo clamoroso la creatura di inizio stagione, comunque pur sempre figlia degli stessi vertici gialloblù.

Tanti tifosi mettono sulla graticola il vicepresidente Francesco Forni, figlio del presidente Antonio forse gettato a condurre il mercato un po’ troppo prematuramente. Ad ogni modo una frangia dei supporters, la curva dei Rude Boys ha esposto uno striscione in cui ha preso le parti del presidente (pur avendo inneggiato ad una cacciata del figlio nel corso della sconfitta interna con Avellino).

Questa è ormai comunque tutta storia del passato, ma il futuro gialloblù è ancora in bilico. Si attende infatti la conferma del sostegno di Fiat, altrimenti cambieranno decisamente le prospettive per il 2018-19. DI certo resteranno alla guida del club Antonio Forni ed il figlio, che sarà ancora responsabile del reparto del mercato, salvo impensabili passi indietro.

Mercato

Per quanto riguarda le prime voci di mercato in casa Auxilium sembra certo sia che non verrà confermato Galbiati come head coach, sia che Sergio Scariolo non arriverà all’ombra della Mole. Il ventaglio dei nomi per la panchina si ristringe a Buscaglia, Sodini e Sacripanti per riaprire un nuovo ciclo. Per quanto riguarda il roster sembra indirizzato a Venezia Mazzola, così come paiono tutti gli altri in uscita, tra cui Garrett, Washington, Vujacic e Mbakwe. L’unica certezza è al momento Poeta, mentre si attendono novità dai problemi cardiaci di Oekeke.

Dal tecnico comunque partirà la campagna acquisti, che è però in stand by in attesa del rinnovo di Fiat.

Da lì passeranno le sorti della Torino del futuro, cui comunque servirà tutt’altra predisposizione difensiva rispetto alle prime tre Auxilium apparse in Serie A.

Cosa resterà? La Coppa Italia, che certo è storia, una qualificazione alle top 16 di Eurocup, che certo è storia, ma la storia in campionato è tutta ancora da scrivere.

Pietro Battaglia