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Perchè? Se lo sarà chiesto più volte coach Vanoncini sul pullman che riportava la Fileni in città, se lo domandano i molti tifosi che per tre quarti di gara avevano coltivato davanti alla tv il sogno di poter tornare da Brindisi con due punti in tasca. Difficile , anche il giorno dopo, capire i motivi veri di un crollo inatteso come quello a cavallo tra terzo e quarto quarto da parte di una Fileni che fin li, a gambe piegate in difesa e con una lucidità ritrovata in attacco, aveva messo in scacco uno dei quintetti più temibili della Legadue.

 

Forte di una partenza lanciata, frutto di una buona difesa e di grande equilibrio offensivo nell'alternare canestri dentro l'area a soluzioni pesanti ben costruite sul perimetro, la Fileni aveva iniziato la gara nella maniera che voleva, frenando il contropiede avversario e dimostrando di sapere tenere a bada il duo Crispin Radulovic. Era partita bene la Fileni e stavolta aveva tenuto, senza sbandate, arrivando al riposo lungo in condizioni di grande equilibrio e riuscendo, anche nel terzo quarto, ad avere la giusta tensione per allungare e farsi inseguire dall'Enel. Poi qualche granello di sabbia ha iniziato ad entrare nell'ingranaggio, Brindisi si è ricordata del suo sponsor ritrovando energia, Jesi ha spento la luce senza giustificazioni apparenti che vadano al di la di un totale black out al tiro, frutto di percentuali da grande freddo, ma anche e soprattutto dell'incapacità di trovare soluzioni alternative al tiro forzato dalla linea dei 6,25. Dopo due quarti e mezzo di lustrini e paillettes si è spenta la luce, la Fileni ha sbubito un disarmante parziale di 23 a 2, costruito da Brindisi sun una difesa aggressiva, e nel buio hanno mostrato il proprio flash personaggi come Radulovic e Crispin fin li fuori dal palcoscenico, quantomeno come capacità realizzative. Peccato, perchè la Fileni aveva costruito un bel piano gara , peccato perchè se è vero che la Fileni attuale deve pensare ad altri avversari per conquistare i due punti è altrettanto chiaro che con questi atteggiamenti e queste sbandate non potrà affatto sperare in traguardi ambiziosi, costretta al contrario più a pettinare le bambole anzichè le giraffe. Nella serata in cui Vanoncini ha ritrovato un buon Boykin, registrando tra l'altro la settima doppia doppia di Keith Waleskowski, segnali di minor incisività sono arrivati da Ndoja e da un Raminelli, in campo per pochi minuti ma meno protagonista di quanto non lo fosse stato contro Pavia. Giuri annusando l'aria di casa si era ritrovato buon dettatore di ritmi, imrpesa non riuscita anche al Pala Pentassuglia ad un Paulinho ancora in difficoltà, in attacco ed in difesa, capace solo di aggiustarsi il tabellino a partita ormai ampiamente compromessa. Adams dal canto suo era partito benissimo, trovando canestri importanti e prendendosi iniziative con coraggio, poi anche a lui si è spenta la luce, colpa in verità anche di una arcigna difesa di Thomas che ha fatto smarrire alla guardia statunitense la via del canestro. In tre giorni , quelli che separano la squadra dal match interno fondamentale contro Casalpusterlengo, Vanoncini deve rispiegare alla squadra che così non si va lontano, che giocando bene per tre quarti e poi mollando si continuerà solo a portar a casa sconfitte , che ogni progetto di sorrisi in classifica passa sempre ed obbligatoriamente attraverso una capillare e costante attenzione difensiva. Il coach ha parlato nell'immediato dopo gara anche di "misteri del basket" riferendosi sia al black out che ha colpito la sua squadra, sia alla capacità di alcuni giocatori brindisini di trovare canestri che fino al tracollo arancioblu sembravano impossibili da realizzare. La verità, come la virtù, sta in mezzo. E parla di una Fileni ad intermittenza che parte bene e finisce male o che compie il percorso inverso, a volte riuscendo a capovolgere l'esito del match, altre costretta a lasciare incompiuti i propri progetti di rincorsa . Dopo 11 turni e 7 sconfitte qualcosa che non va chiaramente c'è e va risolto al più presto: se è un questione di atteggiamento mentale scovando il segreto per correggerlo, se è una questione di capacità dei singoli chiedendo al mercato una mano per riscoprirsi più forti. La terza via è quella dello stare a vedere, soluzione fino ad oggi preferita dalla società. Che c'entra, magari prestazioni come quella di Brindisi potrebbero bastare contro altri avversari per "raccattare" i punti necessari ad una tranquilla salvezza, ma se l'obiettivo rimane quello dichiarato ad inizio anno, vale a dire i play off, è ormai chiaro che di questo passo, con questo organico, la Fileni rischia davvero di fallire il proprio progetto. Specie in un torneo in cui, come successo ieri, Vigevano strapazza Casale, Scafati espugna Pavia e Pistoia si permette il lusso di violare il parquet del Pala Bigi. Nella serata in cui la Fileni finisce di nuovo dietro la lavagna i complimenti più grandi se li merita, in tutta sincerità, Studio 100 tv per la qualità che offre nella copertura televisiva delle dirette dell'Enel. In un panorama televisivo che nega sostanzialmente visibilità al basket di legadue lo staff capitanato dal bravissimo Antonio Celeste merita un applauso convinto, ispirando in chi ama il basket l'auspicio che il suo esempio, magari con coperture finanziarie e sponsors ad hoc (individuati magari grazie al coinvolgimento della stessa legadue) possa dare il la a imitazioni di apri qualità in tutte le piazze del campionato.