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Senza peli sulla lingua. Attilio Caja, ex coach di Roma, delinea così la situazione in casa Virtus a Radio24:

 

«Perché non sono venuto a Roma? Perché quando si ha a che fare con certa gente, non sempre si fanno scelte razionali. Hanno lasciato la squadra andare in difficoltà per mancanza di organizzazione.

Quando è così, ognuno va per conto suo. Non era un problema di comportamenti verso Gentile. Si parla poco di tecnica perché quando non siconosce la tecnica ci si nasconde con la dietrologia. La realtà è che ci sono chiare problematiche tecniche nella costruzione della squadra. Il gm Bottai non è mai stato un mio "tifoso", non lo è di alcun tecnico di personalità. Lavorò per mandare via Bucchi, fu uno dei motivi dei problemi di Repesa. Ha un suo modo di vedere il basket, vuole il suo spazio. Poi c'è un avvocato di cui non ricordo il nome che si vanta di aver fatto la storia della pallacanestro romana ma che mi risulta abbia fatto fallire già delle società, (un avvocato molto vicino alla Virtus è Gianfranco Tobia, ndr) Totì? Ha passione e disponibilità. Ha dato fiducia a delle persone che nel momento in cui le cose sono andate male dovrebbero farsi da parte. Gentile prima era l'uomo di tutti, poi all'improvviso è diventato l'uomo di nessuno. Essere giovane e inesperto non è una colpa. Ma ti serve qualcuno che ti possa aiutare, come l'anno scorso poteva essere Bodiroga, un uomo di sport. Ora mi risulta che quando Bottai parla alla squadra, i giocatori gli fanno la "vocina" dietro. A Milano, per fare un esempio, quando saltò Markovski si dimise anche l'allora general manager, Gino Natali, perché aveva condiviso con il tecnico tutte le scelte che si erano rivelate sbagliate».

Fonte: Il Romanista