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L’apertura di Sabatini a organizzare di nuovo l’evento è appoggiata dai grandi club. A favore della Virtus gioca il successo delle tre edizioni organizzate alla FuturStation. Si prospetta lo scontro politico con i cinque club che chiedono di riavere la tassa d’ingresso

 

 

Bologna

FINAL EIGHT di Coppa Italia per il quarto anno consecutivo a Bologna: al momento è solo una possibilità, o meglio una decisione politica come ha anticipato ieri Claudio Sabatini sulle pagine del nostro giornale e ribadito poi dalle frequenze dell’emittente radiofonica Futurshow Station.

Per bocca del presidente della Lega, Valentino Renzi, la manifestazione era stata già assegnata ad Avellino, una decisione maturata al termine di un’assemblea di Lega in cui la Virtus non era presente. Ma, in realtà, al termine di quella concitata riunione, si decise solo che la Coppa Italia sarebbe stata organizzata da un club e sebbene la sola Scandone avesse allora avanzato la sua candidatura, nessuna assemblea ha potuto ratificare la scelta, in quanto nella successiva è mancato il numero legale ancora prima di iniziare lavori e votazioni.

A trasformare la questione da sportiva a politica è la posizione di cinque club (Varese, Cremona, Caserta, Pesaro e Ferrara) che chiedono la restituzione della tassa d’ingresso nella massima serie, 350mila euro. Per far valere la loro richiesta hanno promosso un arbitrato nei confronti della Lega stessa. A dire il vero, tre di loro avrebbero anche accettato la proposta intermedia ricevuta la scorsa settimana, vale a dire un saldo-stralcio di 100mila euro a patto di rinunciare all’intera restituzione in caso di retrocessione, ma l’intransigenza di Pesaro e Ferrara ha fatto saltare tutta la trattativa.

QUESTI CINQUE club hanno costuito un vero ‘cartello’ e al momento tengono il resto della serie A sotto scacco, facendo sistematicamente mancare il numero legale nel momento dell’approvazione del bilancio. E sono proprio loro, insieme alla stessa Avellino e a quello che rimane della Nuova Sebastiani Napoli, ad appoggiare la candidatura della società irpina per l’organizzazione della Final Eight.

Se i cinque club non cambieranno la loro posizione ritirando l’arbitrato, lunedì, giorno fissato per l’assemblea di Lega che deciderà la sede della coppa Italia, Claudio Sabatini candiderà la Virtus all’organizzazione della Final Eight, facendo una proposta migliorativa in termini economici rispetto a quella presentata da Avellino. Ci sarebbe già l’avvallo delle maggiori società a partire da Siena e Milano che a questo punto, al di là delle motivazioni politiche, sono tra le prime a non volere che la manifestazione sia un flop, per evitare che il danno di immagine si riversi anche su di loro.

IN QUESTI TRE ANNI il patron virtussino ha portato il valore della manifestazione da 100mila euro a 600mila trasformando in evento ciò che a Forlì, per più di un motivo, non è stato tale. Si potrà obiettare che questo è dovuto alla presenza della Virtus in tutte le tappe della competizione, ma il discorso vale anche a rovescio: è difficile pensare che, ad esempio, una finale Siena-Milano abbia più pubblico ad Avellino piuttosto che alla Futurshow Station, dove gli spettatori potrebbero non essere necessariamente tifosi dell’una o dell’altra squadra.

Politica o non politica, Bologna rimane la sede migliore sotto tutti gli aspetti — a cominciare da quelli logistici — e proprio per questo insieme di motivi molti club continuano a fare pressione su Sabatini perché comunque lunedì candidi la Virtus, indipendentemente da quello che faranno i cinque dissidenti.

 

Fonte: Il Resto del Carlino - Massimo Selleri