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Settimana positiva per i Toronto Raptors di Bargnani e Belinelli, così così per i New York Knicks di Danilo Gallinari, protagonisti lo scorso giovedì del secondo dei quattro scontri fratricidi dell’anno.

 

 



Partiamo dai Raptors che il 27 gennaio hanno sconfitto in casa Miami raggiungendo la decima vittoria nelle ultime 11 gare all’Air Canada Centre. Vittoria importante, sia perché Bargnani è il top scorer dei suoi con 27 punti per la seconda volta consecutiva e per la settima volta quest’anno (la scorsa stagione di questi tempi il Mago aveva segnato più di tutti i suoi compagni proprio già sette volte), sia perché i Dinos raggiungono il quinto posto nella Eastern superando proprio Miami. Bargnani segna tutti i suoi punti nei primi tre quarti, in particolare 14 dei suoi 27 arrivano nella terza frazione con sette canestri messi a segno su 8 tentativi. Volendo trovare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che l’unica pecca nella prestazione del romano sia stato il fatto di non aver inciso nel decisivo finale di gara. Bargnani è rimasto seduto in panchina per i primi 5 degli ultimi 12 minuti ed ha tirato solo una volta in quelli successivi, sbagliando.

Ottima la partita anche di Marco Belinelli, che partendo come al solito dalla panchina, da nono uomo, si è comportato bene in difesa e ha segnato 11 punti con un canestro in entrata importante nell’ultima frazione per il + 13 dei suoi dopo circa due minuti di gioco. Beli è stato autore anche di uno sciagurato passaggio dietro la schiena quattro minuti dopo che lanciava la rimonta degli Heat, per fortuna (per i nostri italiani), invana. Ecco le loro cifre. Bargnani: 27 punti (12/15 da due, 1/4 da tre), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 palla persa, 2 falli, 1 stoppata in 36’. Belinelli: 11 punti (3/5 da due, 1/1 da tre, 2/2 tl), 1 rimbalzo, 4 assist, 1 palla recuperata e 2 perse in 20’.



Il giorno dopo i Raptors sono volati a New York per la seconda puntata dello scontro già vinto al Garden lo scorso 15 gennaio. Stesso risultato, ossia vittoria per i Dinos, ma copione diverso, perché stavolta i Knicks hanno combattuto con l’onore delle armi, giocando meglio degli avversari per un quarto e mezzo, salvo poi subire il recupero di Toronto, e combattere punto a punto fino alla fine, entrando un paio di volte in crisi nell’ultima frazione, recuperando e poi cedendo solo nel finale grazie ad una maggiore lucidità degli avversari.

Davanti a Meneghin e al nostro Direttore Dan Peterson, pare però che i tre nostri portabandiera si siano emozionati. Non parleremo volutamente del discorso Nazionale, perché ci sarebbe tanto da dire. Ad esempio c’è da dire che campioni come Parker, Gasol o Nowitzki, non hanno certo bisogno di “corteggiamenti” da parte dei presidenti delle loro Federazioni per giocare nelle rispettive Nazionali. Ogni giocatore dovrebbe intrinsecamente desiderare di giocare per il proprio paese, ma pare che nel basket italiano questo sentimento manchi in troppi giocatori. E’ ovvio che Raptors e Knicks preferirebbero che i tre ragazzi non giocassero in estate gare ufficiali (paura di infortuni) bensì si allenassero con i loro preparatori, ma non è vero che possono impedire a loro di farlo, perché altrimenti Parker Gasol o Nowitzki non lo avrebbero fatto. Federazione debole, come al solito (vedi caso Napoli). Torniamo al basket NBA, che è meglio.

Dicevamo della grigia prestazione italiana nel derby. Il Mago Bargnani, in condizioni fisiche non perfette (problema ad un piede dovuto ad un infortunio subito nei minuti finali della gara del giorno prima) chiude con due punti e 1 su 9 al tiro -peggiore prestazione stagionale e sola terza prestazione in cifra singola su 45 gare giocate- ma una discreta difesa, anche se poi il ragazzo ha dovuto limitare la sua aggressività difensiva per problemi di falli, con il quarto commesso subito dopo l’intervallo. Decisiva una stoppata di “Bargs” a 50 secondi dalla sirena su Harrington, che fa scattare il contropiede concluso con successo dall’ottimo Jack, per il sorpasso Raptors (103-102).

L’unico canestro, da due, per il Mago è arrivato a 1:32 dalla fine del secondo quarto (jumper dai 16 piedi del 46-51). Ancora peggio è andata al Beli, autore di un eloquente zero su tre, ma con un plus/minus di +11, segno che la sua presenza in campo (è aggressivo in difesa, ruota discretamente) fa bene alla squadra anche se non segna, fatto assolutamente da non trascurare. Il suo ingresso a due minuti e 16 dalla fine del primo quarto entra negli annali del basket: prima volta con tre italiani in campo nella NBA. C’è da stare contenti? Si per loro tre, non certo per il basket italiano, che sta attraversando uno momento pietoso. Se magari il campionato nostrano fosse stato competitivo i tre sarebbero ancora dalle nostre parti. Basti vedere il campionato spagnolo. Queste le statistiche dei due Raptors tricolori. Bargnani: 2 punti (1/6, 0/3, 0/1), tre rimbalzi, un assist e tre stoppate in 30’. Belinelli: 0 punti (0/1, 0/2), un rimbalzo e due assist in 14’.





Certamente migliore la prestazione di Gallinari rispetto a quella dei suoi due connazionali, ma comunque non tale da rimanere negli annali della pallacanestro. Il Gallo parte benissimo nel primo tempo: dopo 12 minuti sono già nove i punti (due triple e un gioco da tre punti e il 100% al tiro) e all’intervallo il giovane da Graffignana ha a referto già 14 punti con 4 su 5 su azione. Nella ripresa il giocatore va in difficoltà, insieme alla squadra, segnando solo 4 punti (tutti nel terzo quarto, con due liberi e un canestro dopo rimbalzo in attacco), sbagliando ben 6 tiri (tre nel terzo quarto e tre nel quarto), commettendo tre dei suoi quattro falli totali nel terzo quarto. Il Gallo chiude con 18 punti (2/6 da due, 3/6 da tre e 5/5 ai liberi), sette rimbalzi, tre assist e due recuperi in 39’.

Due giorni prima i Knicks avevano fatto un solo boccone dei Minnesota Timberwolves, segnando addirittura 40 punti nel solo primo quarto. Gallinari svolge il suo compitino mettendo a segno 12 punti, tutti nel primo tempo, con 4 su 10 al tiro. Dei 3 canestri messi a segno ben tre sono tiri da tre punti, arrivati nel secondo quarto con una simile dinamica. Nel secondo tempo solo due tiri per il Gallo, entrambe sbagliati, ma trattavasi di garbage time.

E veniamo a stanotte. I Knicks sono stati protagonisti in negativo di una brutta sconfitta (la ottava nelle ultime 11) in quel di Washington contro i non irresistibili Wizards. Purtroppo Gallinari ha dovuto ancora una volta combattere contro le cattive percentuali che da un po’ lo stanno affliggendo. 11 punti con 4 canestri su 12 messi a segno (1/2 da due e 3 su 10-ma non son un po’ troppi?- tentativi da tre) con 10 rimbalzi –bene- e quattro assist –bene- in 32’. Nelle ultime 5 il Gallo ha tirato con il 36,8%. Escludendo le prime due gare del mese di gennaio (67% e 78%), la media nelle ultime 12 è del 39,6%, circa pari alla media tenuta a dicembre.

Gallinari
è sempre primo nella lega per triple totali messe a segno (121), tentate (301), media tiri da tre messi a segno (2.7) in coabitazione con Danny Granger che lo supera di una tripla per il massimo numero di tiri da tre tentati per gara (8 contro 7).

Vittorio Festa