Per una volta Robin nella parte del fratello importante
Per una volta Robin nella parte del fratello importante

La scelta del titolo farebbe pensare ad un re ingresso trionfale dei Suns che si sono aggiudicati con merito gara 4. Senza nulla togliere al coraggio ed alla grinta messa in mostra dalla truppa di Alvin Gentry la sensazione è che i Lakers abbiano approcciato gara 3 con troppa, colpevole, sufficienza.

 

Phoenix ha aggredito la gara come avrebbe dovuto anche nelle due apparizioni losangeline, Stoudemire ha caricato ha testa bassa cariando subito di falli un lento ed impacciato Bynum costretto ad uscire dalla contesa dopo due minuti di gioco. Una mossa importante per i padroni di casa che ha tolto di scena non solo il centro titolare gialloviola ma costretto Phil Jackson ad impiegare da subito l’agente speciale Odom, arma tattica fondamentale nella scacchiera gialloviola.

 

Bynum, un dilemma per coach Jackson
Bynum, un dilemma per coach Jackson

I “nuovi” Suns hanno lavorato molto bene anche sull’ex Clippers che era stato letteralmente devastante nelle prime due gare nell’”alto-basso” con Gasol, combinazione letteralmente senza risposta da parte della difesa dei Suns. Gentry sta provando ad alzare la pressione su Odom e lasciando maggiore spazio alle guardie ospiti concedendo, talvolta, anche qualche jumper a Bryant: Un Kobe che però diventa meno punitivo se non riesce a mettere in moto l’attacco complessivo dei Lakers. Sin qui i meriti di Nash (prezioso come sempre) e compagni, che hanno rivisto il vero Stoudemire che ha chiuso in modo trionfale gara 3 cancellando i pallidi tentativi di rimonta degli ospiti, 42 punti, 11 rimbalzi ma soprattutto la capacità di procurarsi falli a ripetizione dalla morbida difesa dei lunghi di coach Zen. Sin troppo flemmatici ed a tratti irritanti i Lakers che, come tutte le squadre ricche di talento, eccedono nella vanità dimostrando ancora i limiti di una tutt’altro che invincibile armata se attaccata con continuità soprattutto nella propria metà campo. Limiti di approccio mascherati dalle ottime percentuali iniziali di Fisher e dai movimenti offensivi sempre di gran pregio di Gasol. Sono mancati però sia le triple in serie di gara 2 di Artest, a segno a buoi abbondantemente scappati, e quelli della coppia Brown-Farmar meno incisiva del solito. I tanti minuti sul pino, sia per falli che per i ben noti problemi legati al ginocchio dolorante, di Bynum hanno fatto risaltare ancora di più la partita della vita di Robin Lopez che per una volta non è stato “solo” il fratello del più celebrato Brook. Lopez è stato l’X factor che ha cambiato la partita e, vista la più che probabile assenza di Bynum in gara 4, ha rimesso nella serie i Suns dando anche una ulteriore carica al pubblico dell’US Airways Center. Energia ed entusiasmo che saranno l’alimentazione principale dei Suns anche in gara 4 che stanno avendo momenti molto positivi anche da JRich che sta affrontando con maggiore maturità questi playoffs. Il tutto senza praticamente aver visto in questa serie il vero Channing Frye, o perlomeno quello letale dall’arco ammirato durante la regular season, ed anche il resto della panchina dei Suns che sino ad ora ha fornito un pallido contributo alla causa. Per Los Angeles la partita sarà assai più complessa del previsto, se l’atteggiamento di Bryant e compagni sarà quello compassato e passivo di gara 3 Phoenix ha tutto il diritto di sognare ancora.