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I giocatori talentuosi ci sono, risultati e amalgama di squadra no. Serve una svolta



La questione è più profonda, molto di più. Anche perchè è nella storia che un cambio di coach possa portare a una scossa per ottenere una “salvezza” (anche se quasi sempre chi retrocede ha comunque provato a giocarsi la carta del cambio di coach), ma è davvero rarissimo che possa portare a una “vittoria”. Lo diceva appena arrivato anche Peterson, il campo ne sta dando la dimostrazione. Però non bisogna neanche arrendersi al destino cinico e baro, ma provare a indirizzarlo.

DI CERTO continuare così non sembra far intravedere grossi spiragli di luce. E allora forse meglio puntare su un gruppo di gladiatori che sul campo mette “animus pugnandi” lottando per la causa, piuttosto che vedere un’accozzaglia di giocatori che non si passano la palla e non riescono a giocare insieme.

Non si vincerà lo stesso, gli anni passati dimostrano che con i grandi gregari si ottengono solo buoni piazzamenti, ma tanto il massimo risultato non lo si ottiene neanche puntando su giocatori talentuosi, ma senz’anima, che sanno già che un contratto in l’Europa l’anno prossimo lo troveranno lo stesso.

L’ambiente milanese non è facile, non c’è soluzione o situazione che non entri in un’aurea di pessimismo cosmico, ma sicuramente i risultati e lo spirito non aiutano a uscirne. Quando entri nel “loop” dell’eterno secondo rischi di esplodere, a maggior ragione se ti illudi di aver risolto il problema e invece poi scopri che ancor più complesso di prima.

Intanto ci si mette anche la sfortuna a creare difficoltà all’Olimpia con l’infortunio al ginocchio sinistro che ha bloccato David Hawkins e che lo aveva già fortemente condizionato nella sfida con Roma. Anche per questo rimarrà fermo almeno tutta la settimana, in attesa di fare degli esami clinici, e sarà sostituito dal biellese Edgar Sosa anche per la selezione All Star di cui avrebbe dovuto far parte insieme a Jaaber.

L’OBIETTIVO è recuperarlo per il match contro la Fabi Montegranaro che praticamente sarà l’unica partita che l’Olimpia giocherà nel mese che va dal post-Roma (6/3) al pre-Avellino (3/4), visto che il match con Siena sarà posticipato. Quasi 30 giorni in cui chiudersi in palestra e lavorare, ma sapendo bene che il solo scendere in campo non basta, ci vuole applicazione.

RESETTARE un pessimo mese, imparare dagli errori e non avere timori a effettuare scelte dure, difficili o drastiche che siano. Il rischio è relativo perchè così com’è la squadra non funziona, e se ai tempi è stato esonerato Piero Bucchi, vuol dire che non è solo da un mese che non si è contenti dei risultati e dell’amalgama di questa squadra