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Campionato a riposo con lo choc dell'Armani maltrattata a Roma dalla brillante Lottomatica che l'ingegner Toti e i suoi tifosi sognavano da tempo, si apre una brevissima parentesi azzurra.

 



Domenica a Milano torna l'All Star Game, con i migliori giocatori della Lega che sfidano la Nazionale.

Un appuntamento tradizionale fin dagli anni ottanta, quando l'evento portava in campo atleti di eccezionale spessore, da Mc Adoo ad Oscar e D'Antoni, poi trasformato appunto in occasione per i ct azzurri di verificare lo stato dell'arte (in genere prima di Natale) con un "richiamo" a metà stagione, infine l'abolizione dopo che la litigiosità tra Fip e Lega impedì una collaborazione attiva.



Si provò a tornare al confronto tra i migliori stranieri del campionato, a Bologna, richiamando Myers (che giocava in B d'eccellenza) in una sorta di omaggio alla carriera: ebbene, tra tanti americani, il MVP del confronto fu proprio Carlton.



A distanza di cinque anni, si torna domenica, nella cornice di Assago: se simbolo di tregua o di pace con la Federazione, dopo le ultime scintille sulla metodologia di utilizzo della wild card, lo dirà il futuro.



Quello che importa è rivedere finalmente in campo la Nazionale anche durante la stagione, ed una squadra decisamente interessante, con Pianigiani che, a fianco del nucleo ormai storico (Aradori, Crosariol, Datome, Mancinelli, Mordente e Poeta, al netto degli infortunati) riunisce la meglio (ancorché esigua) gioventù del basket italiano, offrendo una chance azzurra a D'Ercole, Gentile, Melli, Moraschini e Renzi, riproponendo Hackett, protagonista di una brillante stagione, e provando stavolta, nel ruolo di naturalizzato, Jeffrey Viggiano, oltre a richiamare Antonutti, Cavaliero, Cinciarini e Cusin.



Tra gli stranieri si impone, con un plebiscito dell'intera Sardegna, il tris d'assi di Sassari (White, Diener e Hunter), con una pennellata argentina (Mazzarino), un'incursione nei Balcani (Dasic) e, tra gli altri, la proposta di riscatto che Dan Peterson, giustamente coach della squadra di Lega, offre a Jaaber, deludente domenica scorsa al PalaLottomatica.



Un'occasione di spettacolo, preceduta dall'ingresso nella Hall of Fame di un nuovo gruppo di personaggi che hanno dato molto alla nostra pallacanestro, tra cui il professor Salerno, ma anche, l'opportunità per Simone Pianigiani di rinfrescare il rapporto con i suoi azzurri e di rinsaldare il gruppo che, con l'aggiunta dei tre "americani" e qualche sperabile innesto futuro, dovrà caratterizzare il decennio appena aperto del basket italiano che ha come traguardo immediato gli Europei in Lituania e i Giochi di Londra, ma, come obiettivo finale, l'Olimpiade del 2020 soprattutto se, come è auspicio di tutti, dovesse venire accolta la candidatura di Roma.