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FIVE – A Derrick Rose, giocatore che, nonostante il debilitante infortunio alla caviglia procuratosi qualche settimana fa, sta attraversando un periodo straordinario. I problemi alla caviglia di Rose sono sorti durante ‘gara 4’ contro Indiana, nella sfida esterna persa il 23 Aprile: durante un forte taglio verso canestro, D-Rose mette accidentalmente il piede su quello di un difensore dei Pacers e si procura una dolorosa distorsione alla caviglia che non gli impedisce di finire in qualche modo l’incontro, ma lo costringe ad uscire dalla Conseco Fieldhouse in stampelle. I risultati dell’esame a raggi X svolti il giorno successivo si rivelano essere negativi e permettono a Rose di giocare ‘gara 5’, nella quale i Bulls staccano il biglietto per le semifinali di “conference” battendo gli avversari grazie anche ai 25 punti messi a segno da Rose in 30 minuti di impiego. Dopo quasi una settimana di riposo, i Bulls ospitano il 2 Maggio gli Atlanta Hawks, nella prima partita della serie che sancirà la finalista di “conference”: gli Hawks sorprendono i padroni di casa e portano a casa un’insperata vittoria, ma ciò che più conta, è che nei secondi finali dell’incontro, a punteggio ormai stabilito, Rose riacutizza il problema alla caviglia andando a pestare il piede di un giocatore avversario e procurandosi un’altra distorsione. I risultati dell'esame RM questa volta sono un po’ più preoccupanti, poiché a Rose viene diagnosticata una distorsione di grado 2, il che vuol dire “parziale lacerazione dei legamenti che provoca instabilità alla caviglia”. Nonostante tutto, i Bulls questa notte hanno giocato e Rose, come spesso accade, ha messo lo zampino anche su questa importante vittoria, segnando 25 punti e smistando 10 assist.

In aggiunta a tutto questo, ieri, Rose è stato premiato con il trofeo di “MVP della Regular Season”, diventando, a 22 anni, il giocatore più giovane della storia dell’NBA a ricevere un tale riconoscimento. A supporto di questo premio, parlano le statistiche di Rose, che mostrano 25 punti, 4.1 rimbalzi e 7.7 assist di media in stagione, mentre, per quanto riguarda i “play-off”, le sue medie si attestano sui 27 punti, 4.7 rimbalzi e 6.8 assist a gara.
 

FOUR – A Tom Thibodeau, che è da qualche giorno stato insignito del premio di allenatore dell’anno. Tutti abbiamo conosciuto Thibodeau durante le “Finals” del 2008, quando, da “defensive coach” dei Celtics, ha orchestrato una difesa schiacciante ai danni di Bryant e dei Lakers, contribuendo in gran parte al titolo dei “bianco-verdi”. Alla prima esperienza come capo allenatore, sulla panchina dei Bulls, Thibodeau ha confezionato una stagione regolare incredibile, portando Chicago sul tetto dell’NBA andando ad ottenere il miglior record stagionale (62-20) e attirando i riflettori su di sé e i suoi giocatori. All’allenatore di Chicago vanno riconosciuti i meriti di aver conferito una mentalità vincente alla sua squadra e di aver trasformato una squadra giovane e di talento in una “title contender”, soprattutto attraverso l’implementazione di una strategia difensiva perfetta che, come abbiamo visto, è il meglio che le sue qualità di allenatore sanno offrire.

THREE – Ai Miami Heat, squadra che in questi playoff sta impressionando. Archiviata la pratica 76ers, Miami si è trovata di fronte i Boston Celtics che, nel passato, hanno più volte rappresentato il crocevia delle “post season” di James e Wade, mai capaci di sconfiggere i Celtics. Quest’anno, tuttavia, sembra che la musica sia cambiata: grazie a due vittorie casalinghe tanto importanti quanto autorevoli ai danni dei Celtics, Miami ha dato prova di grande forza, fornendo l’impressione di essere in controllo della serie. Wade e James si sono divisi il palcoscenico, rispettivamente in ‘gara 1’, in cui Wade ha segnato 38 punti e smistato 5 assist e ‘gara 2’, dove James ha concluso l’incontro con 35 punti e 7 rimbalzi. Le due star sono immarcabili e Wade in difesa sto giocando con una grinta incredibile. Sembra che la voglia di vincere di Miami riesca a sopraffare l’esperienza dei Celtics, i quali sembrano avere una marcia in meno in confronto degli avversari, basta vedere il rendimento di un gregario come Joel Anthony, che sta dominando difensivamente l'area..

A PARI MERITO CON …

i Dallas Mavericks, che, con la gara di questa notte vinta allo Staples Center, si portano sul 2-0 nella serie contro i Lakers mettendo una seria ipoteca alle finali di conference (ma mai dire mai con il "santone" Phil). In tutto questo, Nowitzki sta giocando da vero leader: questa notte ha concluso l’incontro con 24 punti, 7 rimbalzi tirando con il 56% dal campo e, nella gara d’esordio della serie, ha marchiato a fuoco la vittoria dei suoi Mavs con 4 punti consecutivi nel finale di gara, portando i Mavs dal 91-94 per i Lakers al 95-94 a loro favore, segnando, tra le altre cose, un bellissimo canestro in “fade away” ai danni di Odom e scrivendo sul tabellino 28 punti (tirando col 50%) e 14 rimbalzi.



TWO – A Zach Randolph, che senza contare la prova deludente in ‘gara 2’ contro i Thunder, ha disputato 3 gare incredibili tra Spurs (‘gara 5’ e ‘gara 6’) e gara 1 contro OKC,  a 30.3 punti e 10.6 rimbalzi di media. 'Z-Bo' è stato determinante per l’uscita prematura degli Spurs dai playoff (26punti e 11rimbalzi in gara 5 e 31 e 11 in gara 6)  e nella vittoria inaspettata in ‘gara 1’ dei Grizzlies sul difficile campo degli Oklahoma City Thunder (34 e 10).

A PARI MERITO CON …

Joe Johnson, per la prova del 2 Maggio nella vittoriosa ‘gara 1’ contro i Bulls:  34 punti scaturiti con un ottimo 12/18 dal campo (5/5 da tre). Se i Bulls hanno perso a sorpresa il vantaggio del fattore campo (che alla Philips Arena di Atlanta nei playoffs è determinante) è soprattutto grazie a Johnson.



ONE – A Blake Griffin, che, dopo aver stregato le platee con le sue schiacciate incredibili e le sue statistiche più che convincenti (22,5 pts, 12,1 rebs, 3,8 assists, ndr), si è guadagnato il premio di “Rookie dell’Anno”, diventando il primo giocatore dalla stagione 1989/1990 (David Robinson, ndr) ad ottenere l’unanimità dei consensi.



ZERO – Agli Orlando Magic e ai San Antonio Spurs, entrambi protagonisti in negativo di una stagione assolutamente deludente, dopo l'uscita prematura ai playoff. Sia per la franchigia della Florida che per quella texana si prospetta un offseason molto complicata, poiché entrambe le squadre si trovano davanti ad un bivio: andare avanti o ricostruire?. Gli Spurs, probabilmente, devono fare i conti con la fine dell’era Duncan e far partire un nuovo progetto, mentre i secondi potrebbero perdere Dwight Howard al termine della prossima stagione (se Howard farà valere la ETO, ndr), il che significherebbe rivoluzione (quasi) totale. 

A PARI (DE)MERITO CON ... i Boston Celtics, per come sono maturate le due sconfitte contro gli Heat. In ‘gara 1’ Garnett e Rondo hanno fatto enorme fatica, Pierce è apparso fin troppo teso facendosi espellere in maniera ingiustificata a metà terzo quarto per doppio tecnico (anche se il secondo fallo tecnico è stato un po’ troppo fiscale) ed il solo Ray Allen non è bastato . In ‘gara 2’, invece, è stato proprio Allen a deludere le aspettative dei biancoverdi, che hanno subìto un parziale terrificante di 14-0 sull’80 pari che ha tagliato loro le gambe. Tutto questo, per una squadrapartita con l'obbiettivo di vincere il titoloè inaccettabile. Inoltre, sembra che Boston non abbia soluzioni contro il trio Wade-James-Bosh e la panchina pare non essere profonda a sufficienza per affrontare con successo la postseason: Davis sta giocando al di sotto delle sue possibilità (offensive), Green si è dimostrato essere un giocatore con lacune difensive e dotato di poca esperienza ad alti livelli, Krstic è semplicemente inguardabile, el’assenza di un elemento cardine in difesa come Perkins mette i 'big-four' di Boston in condizione di estrema difficoltà. Giudicando quanto avvenuto nelle prime due gare contro Miami, i dubbi sollevati a Febbraio sulla “trade” Perkins-Green sembrano essere più che mai legittimi: Ainge ha fatto davvero la scelta giusta? Perso Daniels pre un grave infortunio (un ottimo difensore) Ainge voleva un'ala per far rifiatare Pierce e KG, prendendo Green (più talentuoso offensivamente, meno difensore e meno esperto di Daniels) ma per fare ciò ha "alleggerito" il reparto lunghi mandando via un elemento come Perkins, determinante per la "chimica" della squadra e scontentando tutti (in primis Rondo, il suo migliore amico, ma anche Pierce si è lamentato). Il rischio è stato grosso anche perchè già allora (Febbraio) era infortunato Shaquille O'Neal. Shaq si è poi di nuovo infortunato al polpaccio e comunque se rientrerà non sarà mai al 100% per cui Perkins avrebbe fatto più che comodo dato che Jermaine O'Neal da solo in area non ce la farà a reggere. Non era meglio tenere Perkins e cercare un paio di elementi dal mercato dei tagli? Come ha detto Jeff Vang Gundy, per aver pensato al futuro (non perdere Perkins per nulla a fine stagione, prendere un elemento futuribile come Green) Ainge sta mettendo (ha messo) a rischio il presente.





Giordano Goggioli, Edoardo Lavezzari e Vittorio Festa