A pochi giorni dall’inizio della stagione 2009/2010, in ACB rischia nuovamente di esplodere uno scandalo passaporti: almeno quattro squadre della massima serie spagnola, infatti, si trovano a fare i conti con documenti che non arrivano e forse mai arriveranno, documenti fondamentali per rispettare i parametri imposti dalla federazione.

 

 

Il caso più eclatante è quello di Josh Asselin, lungo che il Cajasol Siviglia ha prelevato da Manresa con la condizione che entro il 30 settembre il giocatore, ufficialmente dominicano di nascita, avesse acquisito la nazionalità spagnola. Peccato che, secondo quanto è venuto a sapere il quotidiano Marca, Asselin non sia nato in realtà nella Repubblica Dominicana, bensì negli Stati Uniti, il che renderebbe impossibile il processo di naturalizzazione. Gli accordi tra i club prevedrebbero in questo caso il ritorno del giocatore al Suzuki Manresa (che non potrebbe peraltro permettersi il suo contratto da 400 mila dollari), ma è probabile che il Cajasol trovi una soluzione alternativa ruotando gli extracomunitari o tagliando uno tra Earl Calloway e Maurice Ager.

Non è chiaro, invece, perché l’ex Fuenlabrada Brad Oleson, acquistato dal Real Madrid (che lo ha pagato 1,8 milioni di euro e non 1,3 proprio per la naturalizzazione in vista) e poi girato al Caja Laboral Vitoria, non abbia ancora ottenuto il passaporto spagnolo che sembrava cosa fatta ai primi di agosto. La guardia americana, addirittura selezionabile per la nazionale, è attualmente il secondo extracomunitario del Caja Laboral dopo il canadese Carl English, ma è ovvio che se il procedimento fosse ultimato la dirigenza basca si muoverebbe per completare il roster pescando sul mercato statunitense.

Problemi simili affliggono anche Valladolid ed il Gran Canaria, che attendono rispettivamente i passaporti spagnoli della guardia italo-argentina Federico Van Lacke e del lungo Will McDonald, protagonista dello scandalo-passaporti della scorsa stagione per aver sposato una donna che a malapena conosceva (inutile dire che la sposa aveva ricevuto un lauto rimborso per i fiori d’arancio). Stupisce che il “Granca”, che ha la faccia tosta di utilizzare come spagnoli lo statunitense Josh Fisher ed il senegalese Sitapha Savané in un paese che si vanta - a ragione - dell'importanza dei nacionales nel proprio massimo campionato cestistico, voglia insistere con la naturalizzazione di un giocatore che di spagnolo – si è ormai capito – ha ben poco.