Arriva infine la prima vittoria per la Scavolini Spar 2009/2010, vittoria peraltro ampiamente prevista alla vigilia. E se anche qualcuno non si fosse voluto fidare, appena visionati i valori in campo anche il più pesseimista tra gli eroici tifosi sugli spalti (senza dimenticare i milioni di spettatori collegati su ContoTV fin dalle 18.

 

30) si è presto dovuto ricredere sul fatto che stasera non sarebbe potuta andare in maniera diversa. Lo stesso Dalmonte parlerà di un “test”, un allenamento nemmeno preparato sugli avverari a 48 ore dalla sconfitta di Porto San Giorgio. Buon per i giocatori che si sono risparmiati una giornata di allenamento, resta da vedere se il risultato servirà anche a cacciare la famosa carogna che ormai da diverse giornate ha comodamente nidificato sulle spalle dei pesaresi.

 



Non è cibo per palati fini, quello servito in un AdriaticArena che ospita la prima partita europea dai tempi della gestione Amadio; e sebbene i livelli in campo siano di tutt'altro livello (l'ultimo a passare di qui fu Pini Gershon, e se ne andò sudando copiosamente) l’aria pesante carica di contestazione che si è respirato stasera ricorda da vicino quelle ultime giornate primaverili che anticiparono il disastro. Noi ci auguriamo soltanto che il finale sia diverso. Dall'altra parte gli olandesi di Amsterdam stanno attraversando una fase non certo migliore di quella pesarese: falliti gli sponsor delle ultime stagioni è dovuto intervenire direttamente il Comune della capitale olandese, è notizia di alcuni giorni fa, per rimpinguare le casse in rosso dei tulipani ed evitare di dover far chiudere baracca e burattini.



E se Il gioco espresso sul parquet non è certo il meglio che si sia visto da queste parti, qualche indicazione di colore la serata l'ha voluta offrire lo stesso. Innanzitutto è trionfalmente tornato in cattedra Giorgio Giommi a snocciolare nomi e numeri, al termine di una querelle che a conti fatti non ha giovato a nessuno e che con un po’ di raziocinio da parte di tutti si sarebbe potuto tranquillamente evitare. Il tifo organizzato, ancora calda l’umiliazione subita in casa Sutor, fa capire che anche la squadra – fino ad oggi risparmiata dai fischi – potrebbe probabilmente dare qualcosina di più: una manciata di striscioni con un eloquente “Vergogna”, niente tifo, qualche invito a trovarsi un impiego serio e un rumoroso sottofondo di urla a sottolineare gli errori più marchiani dei nostri. Se questo serva anche a svegliare i giocatori resta tutto da vedere. E' risparmiato solo il totem Eric Williams, cui viene destinato addirittura un coro personalizzato, mentre qualche spontaneo applauso del resto del volenteroso pubblico pagante si leva ad evitare che i 10 in campo cadano definitivamente in catalessi. E se segnali di risveglio dal grande sonno arrivano da Cinciarini (ma è ancora un dormiveglia, non si creda!), il problema Hicks appare ben lontano dall’essere risolto: continuano i furibondi litigi con il ferro (quando il ferro viene raggiunto) ogni volta che il capitano si alza in sospensione, e la sensazione è che ci sia qualcosa sotto che va ben oltre il classico “periodo no”. Per quanto riguarda Sakota, il suo movimento finta-passo laterale-tiro ormai l’ha capito anche il gatto, dispiace che anche in serate come questa il serbo non sia in vena di sperimentare nuove ardite evoluzioni. Nulla di nuovo nemmeno da Tomassini, 20 lunghissimi minuti in campo per riuscire a svolgere alla perfezione un solo preciso compito: quello di far riposare Green in panchina, perché il resto è nascondino.



Dopo aver controllato in scioltezza il primo tempo (+18), il secondo tempo non offre molto da ricordare se non un 2 su 2 dalla lunetta di Casey Shaw e i calzetti neri al ginocchio del folcloristico pivot olandese Krabbendam. Con la partita in pugno e il risultato ormai consolidato Dalmonte si permette di schierare un improbabile quintetto all-white che faticherebbe a superare la difesa opposta dalle proprie ombre. E’ soprattutto la regia che, con Green saggiamente ai box, risulta a tratti imbarazzante. Tanto basta tuttavia a portare a casa la prima vittoria ufficiale della stagione (66-41 contro una squadra che ha tirato con queste percentuali: 42% da 2, 10% da 3 e 33% ai liberi), anche se l’aria che si respira al palas non si può dire che sia festosa. A sirena suonata l’ultima immagine della serata è Michael Hicks che, con l’aria avulsa e dopo aver discusso a bordo campo con l’Ape Andrea, imbocca il tunnel degli spogliatoi abbracciando Valter Scavolini. Michael, torna presto tra noi.

 

Fonte: www.pesarosport.com - Andrea de Poda