E’ l’allenatore italiano che ha portato il Real Madrid alle Final Four di Eurolega. Immaginata ad inizio stagione, questa frase avrebbe fatto da introduzione ad un’intervista ad Ettore Messina, che invece in questo momento, dopo le dimissioni da capo allenatore del Real Madrid, sta probabilmente sfogliando la margherita riguardo il proprio futuro. E’ invece il suo successore ed assistente di lungo corso, Lele Molin, che ha portato il Real a Barcellona eliminando Valencia ai playoff ed ora, a quattro giorni dalla semifinale contro il Maccabi Tel Aviv, ha risposto alle nostre domande riguardo le Final Four, le merengues ed il proprio futuro.
Innanzitutto qual è la situazione psico-fisica della squadra? Come si sta preparando alle Final Four?
"La squadra è quasi totalmente recuperata psicologicamente e fisicamente. Sergio Llull ha giocato domenica dopo essersi allenato un paio di volte la scorsa settimana, quindi sono ottimista a meno di imprevisti dell’ultim’ora. Pablo Prigioni, invece, ha giocato perché ha bisogno di riprendere il ritmo della partita dopo quasi tre settimane di pubalgia ma la situazione non è totalmente risolta e viviamo alla giornata. Vedremo quanto si potranno allenare, ma dovrebbero esserci tutti. Ci stiamo preparando nel modo migliore per questa Final Four."
In Italia si è detto che Siena ha perso contro Avellino perché aveva già la testa a Barcellona. Il Real ha perso a Fuenlabrada, pensa che possa valere lo stesso discorso?
"Queste partite sono sempre molto particolari perché la squadra è già proiettata all’evento più importante. Non giudico la situazione di Siena perché loro hanno il primo posto assicurato mentre noi stiamo ancora lottando per aggiudicarci definitivamente il secondo, quindi mentalmente sono due cose diverse, ma concordo con Simone Pianigiani: è difficile togliere dalla testa dei giocatori che cinque giorni dopo giocheranno le partite più importanti della stagione. C’è lo sforzo mentale di rimanere nella partita ma nei contatti ci si ferma un secondo prima."
"La squadra che può avere il favore dei pronostici, per la sua recentissima storia, è il Panathinaikos, perché ha un nucleo di giocatori che ha già vissuto molte volte questo proscenio avendo modo di vincerlo, escono dai playoff con molta fiducia perché hanno eliminato la maggiore candidata al titolo, campione uscente e squadra di grande qualità che avrebbe giocato con il favore del campo. Ciò senza nulla togliere a Siena che è la squadra che mi ha colpito di più."
E cosa ne pensa del Maccabi che vi attende in semifinale?
"E’ difficile dire chi ha maggiori chance, perché entrambe abbiamo molti giocatori che si affacciano per la prima volta alle Final Four. La mia squadra arriva a Barcellona con l’entusiasmo di un gruppo di giovani che vogliono esprimere la propria personalità ed il proprio talento. Potrei fare come David Blatt e dire che vedo favorito il Maccabi (ride, ndr). Mi auguro che sia una partita aperta e che vinca chi è in grado di esprimersi al meglio in quella situazione, che è nuova per entrambi."
Si sente ancora l’allenatore della squadra di Messina o a queste Final Four arriverà il Real di Molin?
"Mi sento ancora allenatore di una squadra in cui gran parte del merito è di Ettore. Il lavoro di un anno e mezzo non è comparabile a quello che ho fatto in quest’ultimo periodo, fermo restando che sto continuando a lavorare sulle basi gettate con Ettore, perché le condividevo e le condivido. La squadra le sta assimilando, con momenti più o meno felici, e se ha dei meriti è perché è stata allenata da Ettore Messina."
E’ eccessivo dire che la qualificazione alle Final Four è per lei una rivincita contro coloro che vedevano la sua promozione come una scelta discutibile?
"Non è una rivincita, sono felice che la squadra e soprattutto il club abbia raggiunto questo risultato. E’ normale che quando un allenatore del calibro di Ettore viene rimpiazzato da un allenatore che, sebbene abbia fatto l’assistente ad alto livello per molti anni, è alle prime armi come capo allenatore, qualcuno abbia dei dubbi. Ma non mi scandalizzo né mi offendo. Questo risultato è merito di tutti, perché ho lavorato con Ettore per poterlo raggiungere, ma non c’è nessuna rivincita personale."
Messina se n’ è andato anche per l’esasperante pressione dei media madrileni. Lei come vive questa situazione? E cosa prova quando alza lo sguardo in tribuna e vede i vari Valdano, Butragueño, Herreros e Pérez?
"Quando si allena un grande club c’è sempre un alto livello di pressione, a maggior ragione qui a Madrid vista l’assenza di risultati degli ultimi anni, ma il fatto che io abbia poche cose da difendere mi fa vivere tutto con meno pressione. Le persone che mi circondano con nomi da leggenda mi stanno dando un grande aiuto, e di fronte alla decisione di Ettore sono stati i primi a darmi fiducia e chiedermi se sarei stato in grado di proseguire il suo lavoro. Rispetto all’ambiente esterno ho poco da difendere e molto da guadagnare, la pressione c’è ma come in tante altre situazioni."
Una battuta proprio su Messina: quale potrebbe essere la sua prossima tappa? Crede all’ipotesi Milano?
"Questa domanda bisogna farla ed Ettore."
Quale futuro vede per questo Real?
"Spero che in ogni tappa questa squadra possa acquisire qualcosa di più, a cominciare dalla tappa ambiziosa delle Final Four che ci dà orgoglio, emozioni particolari e la possibilità di capire come affrontare la tappa successiva, cioè vincere i titoli. Guardando alla data di nascita di parte del gruppo si può pensare ad un futuro positivo, ma bisognerà maturare esperienze ed imparare da quelle buone e quelle cattive per arricchire il proprio bagaglio. Se saremo capaci di portare avanti questo processo tecnico e mentale avremo le carte in regola per essere protagonisti nelle prossime stagioni."
E quale invece per lei come allenatore? Un eventuale trionfo a Barcellona cambierebbe qualcosa?
"Io vivo molto alla giornata. Il mio unico obiettivo è ripagare la fiducia a chi me l’ha accordata, prima era nei confronti di Ettore Messina che mi ha voluto con sé per moltissimi anni, oggi è nei confronti di Juan Carlos Sánchez e Alberto Herreros che sono i responsabili della sezione pallacanestro. Quello che sarà non dipende solo da me, ma in questo momento non mi preoccupa."
Andrea Rizzi