Lunghissimo corteggiamento sfociato finalmente in unione di intenti tra Varese e Gabriele Ganeto: la 24enne ala torinese - ieri in città per scegliere la casa in cui risiederà - era sul taccuino del club biancorosso sin dalla scorsa estate, ma la firma del contratto annuale è stata posta solo nei giorni scorsi.

"La Cimberio s'era fatta sentire già nella scorsa stagione, ma avevo deciso di giocarmi le mie carte a Milano. Poi, a gennaio, c'è stato un nuovo contatto: sarei venuto volentieri ma l'Olimpia non mi ha lasciato partire. Quest'estate la trattativa è decollata ma c'era qualche problema economico, così ho deciso di fare un passo indietro per seguire quella che per me era la prima opzione assoluta".

Di sicuro Ganeto ha tanta voglia di giocare dopo una stagione in cui ha avuto poche chances (solo 81 minuti totali - pur con 31 punti segnati - in maglia AJ): 

"Arrivando da un'annata nella quale ho imparato molto ma giocato poco, la mia priorità assoluta era quella di trovare una situazione in cui avrei potuto trovare spazio. Recalcati mi cercava da tempo e ho accettato con entusiasmo la possibilità offerta da Varese, nelle cui file spero di riprendere a compiere quel percorso di crescita che nella stagione passata non ho avuto modo di proseguire dopo l'ottima stagione a Vigevano. Certo, il salto tra LegAdue e serie A è ampio, e andando a Milano è addirittura doppio: ora alla Cimberio le premesse sembrano giuste affinchè possa esprimermi al meglio". A garantire che a Varese l'ala cresciuta nelle giovanili di Biella avrà un'opportunità importante è lo stesso Carlo Recalcati, estimatore di Ganeto sin dai tempi in cui lo teneva d'occhio nelle Nazionali giovanili: il coach biancorosso ha paragonato l'ala del 1987 a Matteo Soragna per la poliedricità con cui sa interpretare i ruoli dal play all'ala forte: 

"E' un paragone che mi ha fatto molto piacere, soprattutto perché, essendo cresciuto nel vivaio di Biella, per me Soragna era un'icona e ho sempre cercato di rifarmi a lui come stile di gioco: essere comparato a Matteo è un grande onore, spero di non sfigurare. Quando ho parlato con Recalcati mi è stato prospettato un ruolo da cambio di guardia e ala piccola, e la stessa scelta di un "numero 3" che può giocare anche da 4 come Diawara potrebbe aprire ulteriori spazi di gioco. Se le cose andassero così sarei contentissimo: anche stando nei Boston Celtics dopo un anno di panchina si soffre, per cui sono molto carico e sento che per me dovrà essere la stagione della svolta. Se saprò sfrattare questa possibilità sono sicuro che andrà bene sia per me che per Varese".

L'ala del 1987 ha parole di elogio per la Cimberio che verrà dopo averla vista all'opera nella scorsa annata nell'ossatura-base mantenuta per sei/undicesimi:

"La squadra mi sembra costruita con molta oculatezza. Nella stagione passata ho giocato diverse volte, anche in amichevole, contro Varese: ero rimasto impressionato dalla coesione del grappo. La base è solida, sia dal punto di vista umano che tecnico, in più si sono aggiunti un ottimo giocatore come Diawara e un ragazzo interessante come Reati. Le premesse per fare bene ci sono, a mettere insieme gli ingredienti penserà un grande allenatore come Recalcati".