BRAVA. Ma non bravissima. Bella. Ma non bellissima. D’accordo, ragazzi: lo sappiamo già cosa state pensando. Pensate che siamo incontentabili. Pensate che dopo 4 vittorie di fila, questa Trenkwalder merita solo applausi. Pensate che cerchiamo sempre il pelo nell’uovo. Mica vero: non è così.
La realtà è che fino ad oggi la compagine biancorossa ha mostrato qualità indiscutibili e consistenti dosi di talento. E, tutto questo, sta cominciando a farci venire un po’ di acquolina in bocca. Eravamo partiti per vivere una stagione serena e senza patemi d’animo. Con poche ambizioni e qualche timore di troppo, figlio delle ultime stagioni per niente felici. Ora, apprezzato il valore del gruppo reggiano che si è meritato il primato in classifica, cominciamo a pensare che si possa fare di più, che sia giusto alzare l’asticella e guardare in alto. Per farcela, però, la Trenkwalder deve compiere un salto di qualità Se fino ad oggi è stata brava, deve diventare bravissima. E se è stata bella, deve scoprirsi bellissima. I biancorossi devono consolidare i propri equilibri, a volte ancora troppo fragili nel corso dei 40 minuti di ogni match, trovare maggiore continuità e diventare più cinici e pragmatici. E devono farlo in fretta. Perché novembre sarà il mese della verità. Ora la squadra di Menetti affronterà, in rapida successione, Barcellona, Scafati, Brindisi e Pistoia. Stiamo parlando delle 4 squadre probabilmente più competitive, all’interno di un campionato comunque molto equilibrato, e che daranno un verdetto realistico sulle potenzialità della compagine reggiana. La Trenkwalder, insomma, se vuole riaprire il libro dei sogni, il salto di qualità deve farlo in fretta. Deve farlo subito. E se i biancorossi ci riusciranno, allora questa stagione potrebbe riservarci delle splendide sorprese. In caso contrario, niente drammi, sia chiaro: la Trenkwalder resterà brava, ma non bravissima. Resterà bella, ma non bellissima.

Daniele Barilli