Il Gallo e lui erano considerati i gemelli del canestro, quando mostravano tutto il loro talento a Casalpusterlengo.

 

Il Gallo, inutile dirlo, è Danilo Gallinari. Lui è Pietro Aradori, approdato a Milano per giocare con l'amico e mettersi alla prova in Eurolega nel 2008. Risultato?

Spazio quasi azzerato e a metà stagione il trasferimento a Roma: "Per imparare al cospetto di un grande allenatore come Repesa. Non rimpiango nulla.

 

Scelsi Milano per mettermi alla prova. E poi a Roma sono davvero cresciuto, nell'atteggiamento, l'approccio all'allenamento e infine anche nello stare in campo". Fatto è che in estate ci ha ripensato e ha puntato sulla scuola di Biella, che gii ha proposto un biennale. E stasera si ritrova ad afirontare proprio la sua prima scelta dopo l'ottimo esordio in LegAdue a Imola, ovvero l'Olimpia Armani Jeans. "Sapevo che questo sarebbe stato l'ambiente ideale per maturare, non solo per la squadra e lo staff ma per la società in sé. Non mi sono sbagliato, anche se all'inizio è stata dura". E lo dimostrano pure i numeri: pochi minuti e pochi punti nella prima metà stagione. Poi qualcosa è cambiato. "E' vero, ho avuto più spazio, ma è dovuto alla mia crescita di rendimento". Già, 8,3 punti di media con un picco di 23, in 16 minuti. E pure tré rimbalzi a partita, quando per metà campionato erano stati 14 in tutto. Soprattutto, un diverso approccio difensivo. "Nelle giovanili consideravo la difesa un passo indietro rispetto all'attacco". Forse perché gli veniva più facile segnare: "Ma già l'anno scorso ho capito che per restare in campo, a qualsiasi livello in Serie A, bisogna difendere al massimo. E la difesa è questione di volontà, approcio e concentrazione. E' uno sforzo mentale". Così Aradori, guardia di 1,95 e neppure 21 anni (li compie in dicembre) si è conquistato spazio e ora sostiene: "Magari qualcuno sbagliava prima, nelle mie precedenti esperienze, magari anche all'inizio a Biella mi aspettavo di avere più spazio. Ma tutto è cambiato quando ho smesso di pensarci. E non ho mai mollato". In questo modo si cresce, anche da parte di un ragazzo che ha lasciato casa a 14 armi, "e per questo sono cresciuto un po' più in fretta degli altri ragazzi. Certo, può sembrare strano perché in fondo il mio lavoro è un gioco. Ma soltanto in apparenza, perché è necessario prenderlo molto seriamente".

 

Contro Milano. «Una partita sentitissima in atta. Lo avvertiamo. E sarà durissima, perché l'Olimpia dopo il ko a Roma sarà più che carica. Noi però vogliamo agganciare i playoff possibilmente dal 7° posto. Per evitare Siena contro cui è un'impresa vincere una partita sola, figuriamoci tré. La sfida con l'AJ e quella di domenica a Pesaro sono fondamentali». Nel frattempo Pietro continua a sentirsi col Gallo, l'amicizia è ben salda. "Così forte che stiamo progettando - pur tra i reciproci mille impegni - di farci una settimana di vacanza assieme. Una settimana basta,per ricaricarsi. Del resto lui dovrà lavorare sul recupero e io ce la metterà tutta in Nazionale, se mi convocheranno. Ci sono i Giochi del Mediterraneo, prima. Anche se bisogna vedere se raggiungeremo i playoff e quanto andremo avanti. E poi ci proverò anche per le qualificazioni europee. Poi mi concentrerò ancora su Biella, voglio rispettare il contratto. Non bisogna cambiare sempre squadra. Eppoi questo è il posto giusto. Con meno americani - da regolamento -ci sarà più spazio per noi". Già, Pietrone è davvero maturato.