EASTERN CONFERENCE
Grazie allo sprint di Charlotte (9-2 nelle ultime 11), la Eastern Conference ha mandato ai playoff soltanto una squadra con record negativo (Atlanta, 38-44), ma nonostante le flessioni di fine regular-season di Indiana (12-13 tra marzo e aprile) e Miami (13-14 nello stesso periodo), i primi turni per le due teste di serie non dovrebbero nascondere particolari insidie.
Molto più stuzzicanti, invece, gli accoppiamenti centrali. Chicago, che appariva in disgregamento dopo l’infortunio di Rose e la cessione di Deng, ha invece ritrovato nuovi equilibri in cui sono esplosi Noah e Augustin (una storia, quest’ultima, che ha davvero dell’incredibile), e si affaccia alla post-season come outsider estremamente pericolosa (Brooklyn e Miami dello scorso anno ne sanno qualcosa). Il ritorno di Washington ai play-off è qualcosa di commovente considerando le ultime stagioni orripilanti degli Wizards (quelli folli di McGee, Nick Young, Blatche, Crawford e compagnia bella sono ancora dietro l’angolo…), ma i Bulls hanno il pronostico a favore per esperienza, solidità e completezza.
Occhio anche all’incrocio fra Toronto e Brooklyn, giunte alla post-season probabilmente in posizione inverse rispetto a quanto si sarebbe potuto prevedere alla vigilia del campionato. Proprio come Chicago, anche i Raptors hanno trovato nuovi e migliori alchimie con la cessione di Rudy Gay (uno che, per quanto forte, tarpava in maniera eccessiva lo sviluppo di DeRozan e annebbiava la leadership di un Kyle Lowry che sta invece esprimendo una personalità straordinaria), ma l’incrocio con i Nets rischia di trasformarsi in un upset in favore della formazione di Jason Kidd. Partita in maniera tragicomica, Brooklyn si è trasformata con l’arrivo del nuovo anno e l’eliminazione di un paio di figure, l’una scomoda (Lawrence Frank come assistant-coach troppo poco assistant) e l’altra forse ridondante (Brook Lopez, i Nets giocano molto meglio da quando, suo malgrado, si è infortunato): i recuperi di Garnett e Kirilenko e la possibilità di schierare una line-up più o meno sana danno ai Nets tanta esperienza e talento per poter passare il turno nonostante il fattore campo sfavorevole. La curiosa frenata di fine stagione li ha poi fatti scalare dalla quinta alla sesta posizione, in modo da creare un eventuale accoppiamento in semifinale di Conference con Miami: sarebbe da pazzi pensare che una squadra voglia coscientemente scegliersi gli Heat come avversaria, eppure Brooklyn è 4-0 in regular-season contro i campioni in carica…
I NOSTRI PRONOSTICI:
(1) Indiana Pacers vs (8) Atlanta Hawks – INDIANA in 5
(4) Chicago Bulls vs (5) Washington Wizards – CHICAGO in 6
(3) Toronto Raptors vs (6) Brooklyn Nets – BROOKLYN in 6
(2) Miami Heat vs (7) Charlotte Bobcats – MIAMI in 5
WESTERN CONFERENCE
Se per stuzzicarci realmente l’appetito la Eastern Conference avrà bisogno almeno delle semifinali, a Ovest sarà bagarre sin dal primo turno, con poche eccezioni. E il solo fatto che Phoenix sia rimasta esclusa dalla griglia con un record (48-34) che le avrebbe permesso di chiudere al terzo/quarto posto a Est (è lo stesso di Toronto e Chicago), la dice lunga.
L’unica serie che, sulla carta, parrebbe indirizzata in maniera più o meno evidente è quella tra San Antonio e Dallas. Vero che gli Spurs ci hanno abituato, oltre che a successi sorprendenti, anche a tracolli clamorosi (vedi quello del 2011, eliminati da Memphis al primo turno), ma la San Antonio di quest’anno è, se possibile, ancora più solida e determinata di quella che è arrivata a un tiro di Ray Allen dal titolo nella passata stagione. Dallas è squadra con talento medio diffuso e con una superstar eroica e orgogliosa, seppur in declino, come Dirk Nowitzki, ma la qualità e l’efficacia della pallacanestro che giocano i nero-argento è altra cosa.
A differenza di come ci aveva abituato spesso Popovich, gli Spurs, una volta annusata la possibilità, hanno sprintato per chiudere con la regular-season con il miglior record (meglio giocare gara-6 e 7 in casa, vista l’esperienza delle scorse Finals, no?), un fattore fondamentale considerata la qualità delle avversarie che proveranno a prendersi il torno dell’Ovest. Oklahoma City ha alternato momenti di onnipotenza pura - grazie a un Kevin Durant che sta vivendo di gran lunga la sua miglior stagione della carriera - ad altri in cui ha tossito invece come una marmitta scoppiata, e l’accoppiamento con Memphis, squadra quadrata, lenta, dura e rognosa, rischia di essere un osso molto duro da rodere in un primo turno fisicamente molto dispendioso. A fine 2013, i Grizzlies erano 13-17 e con la testa di Joerger già infilata su un palo appuntito, poi, da gennaio, hanno infilato un record di 37-15, con una striscia di 15 vittorie consecutive in casa. Rognosi, lo ripetiamo, a dir poco.
Ma com’è ovvio che sia, gli accoppiamenti più divertenti, aperti e imperscrutabili sono quelli centrali, occupati da una serissima contender (Clippers), due outsider straordinariamente pericolose (Houston e Golden State), e da una pazzesca favola che avrebbe fatto bene il paio con quella di Phoenix (Portland), con un piazzamento in griglia forse non proprio corrispondente a quello pronosticato a inizio anno. Per il modo in cui hanno chiuso la stagione, sfiorando il sorpasso su OKC, e i problemi di infortunio/organico degli avversari (Bogut non ci sarà per un’infrazione a una costola, ed è soltanto l’ultimo di una lunga serie di acciacchi suoi e della squadra in generale), i Clippers sembrerebbero favoriti su Golden State, e destinati a spegnere al primo turno un’altra bellissima favola nata nella scorsa post-season con la definitiva esplosione di Steph Curry (occhio però agli imprevisti dietro l’angolo, perché in stagione gli scontri diretti dicono 2-2 e, a dividere queste due squadre, ci sono soltanto 6 vittorie, un dato pazzesco a rifletterci bene).
Bagarre totale anche nell’accoppiamento tra Houston e Portland, due squadre che hanno chiuso con lo stesso record (54-28) toccando picchi di qualità (i Blazers a inizio anno, i Rockets più nella parte centrale della stagione) da contender verissime. Il pronostico va con Houston, perché forte di una panchina più profonda, di superstar più esperte (Harden e Howard conoscono bene il clima playoff nonostante l’età relativamente giovane) e col fattore campo a favore. Nonostante la post-season sia terra per un basket più compassato e difensivo, c’è da aspettarsi una serie con gare ad alto punteggio e ritmo, tra due squadre cui piace molto più correre e attaccare piuttosto che sporcarsi le mani nella propria metacampo (3-1 per i Rockets in regular-season, con entrambe le formazioni sempre a scollinare oltre i 100 punti): classica serie da Iliade che può arrivare tranquillamente alla settima senza ancora un padrone.
I NOSTRI PRONOSTICI:
(1) San Antonio Spurs vs (8) Dallas Mavericks – SAN ANTONIO in 5
(4) Houston Rockets vs (5) Portland Trail Blazers – HOUSTON in 7
(3) Los Angeles Clippers vs (6) Golden State Warriors - LOS ANGELES in 6
(2) Oklahoma City Thunder vs (7) Memphis Grizzlies - OKLAHOMA CITY in 6
da eurosport.yahoo.com