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L’assenza di pubblico sugli spalti a causa del perdurare della pandemia da COVID-19, e che continuerà ancora non si sa fino a quando, sta creando tanti e gravi problemi allo sport italiano, il basket in particolare.

Nonostante a tempo debito i vertici del nostro movimento cestistico avessero affermato che senza pubblico i campionati non sarebbero partiti o, nel caso, sarebbero stati fermati, alla prova dei fatti le competizioni, pur tra non poche difficoltà, stanno andando avanti.

Luca Baraldi, Amministratore Delegato della Virtus Bologna, intervistato da Tuttomercatoweb, ha spiegato ancora una volta il suo punto di vista, in concreto controcorrente, dal non voler fermare il campionato dello scorso marzo al volerlo, invece, di poche settimane fa.

Riguardo all’interruzione del campionato scorso, ci sono le registrazioni, in Assemblea (di Lega, ndr) ho sempre dichiarato che avremmo dovuto continuare, anche solo per gli investimenti fatti” – dice Baraldi – “Per quel che riguarda la situazione attuale, invece e come già detto, penso che sarebbe stato meglio fermarci e prenderci un mese, un mese e mezzo per studiare il rilancio, con un format nuovo“.

Tolta qualche squadra, a livello italiano ci sono tante debolezze e mancano strutture che portino ricavi. Se poi vengono meno anche botteghini e sponsor, allora rimangono solo i costi in sintesi. E in questo stato il movimento non può reggere. Noi abbiamo proposto lo stop, ma è stato come predicare nel deserto. Incomprensibilmente, siamo stati gli unici a tenere questa linea“, attacca Baraldi.

L’AD della Virtus, quindi, si dice totalmente contrario al blocco delle retrocessioni, ipotesi avanzata da più parti all’interno della Lega: “Assolutamente no, sarebbe secondo il mio parere la morte civile del basket. Tante partite non avrebbero più senso di esistere. Per noi più si gioca è meglio è, gli incassi arriveranno“.