Sei anni dopo, Gilberto Sacrati sarà chiamato a una corsa contro il tempo come quella della Virtus nel 2003. All'epoca, ad affiancare Claudio Sabatini c'erano cinque professionisti, tra cui il commercialista Filippo Zoboli.

 

Zoboli, come riusciste a salvare la Virtus?

«Fu un miracolo di Sabatini, che voleva evitare il fallimento per conservare marchio e palmares e tenere viva la Virtus.

Una follia, dal punto di vista imprenditoriale.».

Ora Sacrati dovrà mettersi attorno a un tavolo con tutti i creditori, quindi?

«Dovrà pagarli per intero a meno di non paventare la possibilità del fallimento. In quel caso può convincerli ad accettare una transazione per ricevere una parte dei crediti. Col fallimento non otterrebbero probabilmente nulla. Nel nostro caso, il Tribunale fallimentare voleva essere sicuro che non ci fossero debiti e noi ci siamo presentati davanti alla Corte con tutte ìe liberatorie dei creditori».

Non sarebbe più conveniente far fallire la società?

«Penso che Sacrati non abbia voluto percorrere questa strada perché la Fortitudo credo sia legata al progetto del Parco delle Stelle. Però ora deve pagare in fretta e in contanti tutti i creditori. Onestamente non so come possa risolvere questa situazione: non fallire potrebbe non essere un affare».

Non sembra molto fiducioso.

«Onestamente, il fallimento della Fortitudo mi sembra molto vicino. All'epoca ci diedero una grossa mano anche le banche, presso le quali di questi tempi pochi riescono a riscuotere grandi successi».

Ci sarebbe questa fideiussione assicurativa...

«Già, l'ultimo caso che ricordo di presentazione da parte di una società sportiva di una garanzia assicurativa è quello del Messina Calcio che, poi, fu cancellato dalla Federazione perché la garanzia non era valida».