Guai fuori dal campo per Mr Clutch, Gilbert Arenas Ci sono tanti modi per concludere un anno.. C'è chi si è regalato 48 punti per il suo compleanno e c'è anche (siamo pur sempre in democrazia no?) chi l'anno l'ha finito un po meno bene: per la seconda categoria, a Washington D.C., chiedete di Gilbert Arenas e Javaris Crittenton. Gli Stati Uniti sembrano avere nella loro tradizione storica-sociale certe tendenze e fanno molta fatica a scrollarsele di dosso. Magari le cose non staranno esattamente come le descrivevano quei registi Hollywoodiani nei loro film dal retrogusto molto 'amatricianesco', ma poi quando si arriva a situazioni limite, nessuno si sorprende necessariamente più del dovuto. Le armi sono uno dei maggiori problemi che affliggono l'America, e il confine tra un'ipotetico uso per difesa personale e un'uso improprio, è piuttosto sottile. Agent Zero e Crittenton hanno pensato bene di inscenare una vera e propria sfida all'Ok Corral nello altspogliatoio dei Wizards, degradato per una sera a Saloon del vecchio West. Vigilia di Natale. Il periodo dell'anno in cui tutti siamo più buoni, come ci ricorda la pubblicità per intederci, ma si vede che i vari Arenas e Crittenton non hanno pagato in tempo il canone Rai e sono rimasti tagliati fuori dal grande giro delle pubblicità natalizie. Aimè. Post allenamento. Arenas ha un debito di gioco (in linea di massima il gioco non dovrebbe essere l'equivalente della nostra amata tombolata) verso il giovane nativo di Atlanta che ha disgraziatamente in testa la malaugurata idea di chiedere per l'ennesima volta a Gilbert ciò che gli spetta di diritto e che,a occhio e croce, non sono i 10 euro che vi presta la nonna per la caratteristica partita a bestia. Per tutta risposta, Arenas gli smandolina a pochi metri dalla faccia la sua piccola, "the babe" in gergo afroamericano. E che problema c'è, pensa giustamente Crittenton, mica può pensare di essere l'unico ad avere una pistola. Aspetta che controllo. Caso (ma neanche tanto), ce l'ho nella borsa. E non volendo ovviamente sfigurare anche Javaris sfodera il suo gioiellino. Provate ad immaginarvi le facce dei presenti e di coloro che rientravano accidentalmente nella 'locker room' dei Bullets, ehm, degli Wizards in quel preciso momento: il tuo giocatore franchigia che regala per Natale ad un compagno un'arma da fuoco puntata nella faccia, ed è anche ricambiato! Meglio di così... Il fascicolo dell'indagine è ora sulla scrivania di tale Parson, Polizia di Washington. Oh, vi faccio notare che se il fascicolo fosse stato su una scrivania di Roma, Milano, Torino o in altre città dello stivale, a quest'ora sarebbe così impolverato da essere scambiato per un foglio da stampante vergine e gettato fortuitamente nel cestino. L'Italia è una sorta di paese dei balocchi popolata da mangiafuochi e Pinocchi degni del miglior Collodi. In America no, queste cose vengono prese piuttosto sul serio, pochi scherzi, come ci ricorda Billy Hunter, il brizzolato presidente dell'associazione giocatori, la Nbpa. In casa Wizards, il Gm Ernie Grunfield preferisce astenersi e non rilascia dichiarazioni, se non di facciata. Il buon Gilbert ha invece commentato l'accaduto in perfetto stile Arenas, dichiarando ironicamente: " l'arma mi serviva per compiere rapine tra una partita e l'altra, è uno dei miei hobby". Dopo aver strappato qualche sorriso ai giornalisti ha poi ha affermato più seriamente di non aver puntato la pistola contro il compagno e di averla avuta con se non volendola lasciare al freddo in casa in balia dei figli. Vado a memoria: nessuno dei tre figli di Arenas è abbastanza alto per riuscire ad aprire un cassetto, figuriamoci maneggiare un'arma magari ben nascosta dentro una cassetta di sicurezza con tanto di chiave. Fa niente. Gilbert, sentite di migliori onestamente, ma 6 per l'impegno. Gli addetti ai lavori giurano che è la prima volta nella storia della Lega che i ferri vengono portati addirittura all'interno di un palazzo. Anche i vari John Brisker, Reggie Harding, baller Nba per un paio d'ore a sera e purissimi gangsta da marciapiede per le restanti 22, hanno sempre avuto la delicatezza di lasciare l'artiglieria fuori dalle arene. Una novità quindi. Meno novità suona il fatto che sia in grande aumento la diffusione di armi tra i professionisti Nba, che svelano cosa si cela dietro le varie Nba Cares organizzate da David Stern, che è attento alla facciata della sua Lega quanto una top model lo è della sua acconciatura durante una sfilata. Arenas è l'ultimo di una lunga lista di predecessori. Tra i casi piu piu illustri spicca Captain Jack, Step Jackson, ormai rinomatissimo pistolero che nel 2006 ha sparacchiato per aria dei colpi di pistola fuori da un noto Night in seguito ad un diverbio. Per gli amanti della statistica: 2007, Jamaal Tinsley si reca nello stesso Night di Jackson. Risultato? Altra sparatoria. Detta così potreste pensare che a questo punto il problema è dei giocatori ex Indiana Pacers e non avreste nemmeno tutti i torti visto il loro roster in quegli anni, ma sorvoliamo. Si aggiunge nel 2008 Sebastian Telfair, pizzicato con una pistola scarica durante un viaggio verso Boston e qualche mese dopo indagato per una sparatoria fuori da un locale Newyorchese che lo ha visto coinvolto in uno scontro a fuoco assieme all'amico e rapper di Brooklyn Fabolous a danni di un ragazzo anch'esso armato, reo di avergli strappato dal collo una costosissima collana. Ultimo, anzi, penultimo in ordine cronologico prima della vigilia natalizia, Delonte West, mancino alla corte di Lebron. Da poco reduce da una grave forma di depressione, è stato fermato questa estate a bordo di una moto: aveva con se delle custodie da chitarra, contenenti un fucile, pistole e numerose munizioni. Roba da Mariachi. Ora la Lega prenderà giustamente dei provvedimenti discipinari molto duri, non solo per punire Arenas ma anche per mostrare a tutti i giocatori che non si è disposti a tollerare certi atteggiamenti. Tuttavia questo fenomeno si può in parte arginare ma non arrestare. Non è altro che il frutto di una cultura che in America va per la maggiore. Non dimentichiamoci che tre quarti abbondanti dei giocatori della Lega provengono da ambienti poverissimi, con tutto ciò che ne consegue. Droga, alcool, violenza, armi e gang diventano fattori abitudinari, ne più ne meno del thè delle 5 per gli Anglosassoni. E ci sono abitudini che si portano dietro fino alla morte.. Non è così per tutti fortunatente. Per ogni Paul Pierce che ce l'ha fatta, a Compton muoiono ogni anno decine e decine di ragazzi sulle strade; per ogni Rafer Alston che è uscito dal ghetto (rigorosamente nero) di Harlem, altrettanti giovani ne sono rimasti intrappolati, spesso proprio a causa delle armi che si trovano con una qual certa facilità. Tanto per cominciare, perché non togliere dai quartieri a rischio i numerosissimi negozi di liquori e armerie, invece di continuare a costruirne sempre di più?

Simone Trebbi