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LE PAROLE di Ettore Messina hanno fatto il giro d’Europa. Ha parlato di ciò che non è andato a Madrid e di ciò che, secondo lui, il Real avrebbe bisogno per essere vincente. Organizzazione, in sostanza, un’organizzazione capillare guidata da un manager che si assuma anche il compito di proteggere l’allenatore.

 

 

Messina, per la verità, ha detto molto altro ma il messaggio più forte, oltre all’attacco diretto nei confronti della "stampa senza dignità" è apparso quello di cui sopra.

 

Non a caso il sito sport24.gr, il più autorevole portale sportivo greco, ha riportato soltanto le virgolette su due argomenti: stampa e organizzazione. Una scelta che potrebbe essere stata dettata non solo da esigenze di sintesi.

 

Perché Messina, nel delineare l’identikit del manager ideale per una società forte, ha fatto tre esempi:

"Minucci, Kuschenko (Cska) e Querejeta (Vitoria)".

 

Scontato il sentimento di riconoscenza verso il club con cui ha vinto due volte l’Euroleague, gli altri sono due dirigenti che quella competizione non l’hanno mai vinta.

 

Riflettessione: qual’è la linea di confine, apparentemente sottile, tra organizzazione e disponibilità economica? Perché Messina – qui il collegamento con la notizia riportata da sport24.gr - non ha parlato di Olympiacos o di Panathinaikos? Semplice, perché in Europa realtà come Siena e Vitoria dimostrano ormai da anni di avere una marcia in più.

 

Sia chiaro: tutto è relativo, perché la marcia in questione ha un rapporto diverso rispetto a quello che possono ingranare le due superpotenze greche. Ed il rapporto, ovviamente, è quello del budget.

 

Prendiamo il confronto tra Olympiacos e Montepaschi. Il club del Pireo non poteva prescindere da una qualificazione ai play off, la Montepaschi se l’è conquistata superando tanti ostacoli. Ma entrambe ci sono. Cosa succederebbe se Minucci avesse a disposizione il budget che Panayiotis and Georgios Angelopoulos garantiscono all’Olympiacos? Inutile pensarci.

 

Viene da chiedersi, semmai, se l’Olympiacos sarebbe in grado di ottenere i risultati della Montepaschi con la metà – e forse ancora meno – dei soldi che spende adesso. Ecco la differenza. Ecco perché a Messina è venuto in mente Minucci, per primo.