alt
 

Sommario: Gli arbitri fanno ripetere gli ultimi 35" in una bolgia di emozioni per oltre 4500 spettatori: non era partito il cronometro dei 24". Jones stoppa l'ultimo tiro di Forte. Ora Forlì è pronta ad invadere Ferrara Pistoia si gioca i play off in casa contro Imola e anche il PalaFermi si riempirà di passione.

Una partita clamorosa, straordinaria se si pesa sulla bilancia quanto ci si giocasse, soprattutto da parte della MarcoPoloShop,it. Una partita vera, di una bellezza affascinante, all'altezza di palcoscenici maggiori, un match di un'intensità ed emotività imbarazzante, tanto che ha coinvolto in un vortice di emozioni perfino noi spettatori neutrali, venuti qui per narrare questi 40 minuti incandescenti nel modo migliore possibile, come la professione ci impone.

C'è stato tutto, di più. Ci sono stati americani che facevano gli americani come accadeva una volta, cioè capaci di fare la differenza, giocatori italiani capaci di lasciare il segno ed andare oltre i loro mezzi tirando fuori l'anima, ci sono state le mosse da partita di scacchi di due coach intriganti e da seguire: il nostro Moretti, amabile ed amato come giocatore, ma altrettanto ben avviato nel nuovo ruolo, e questo serbo sconosciuto, ma non troppo, Nenad Vuicnic, che sta confermando tutta la genialità della sua scuola.

Ci sono stati canestri spettacolari, in tutte le salse, triple fulminanti, penetrazioni e chiusure acrobatiche, schiacciate, stoppate. Ci sono state le emozioni di una gara nelle mani di Forlì quasi sempre, ma con Pistoia che dava la sensazione di essere pronta alla rapina; ci sono stati i colpi di scena da far saltare il cuore, ci sono state le scariche d'adrenalina di scontri tra uomini forti e duri, gente vera che non mollava nulla all'avversario, come accaduto anche tra fratelli neri come quando, a un certo punto, nel finale, prima tra Forte e Goldwire, poi con il supporto di Jones e Varnado, ci si è scambiati spinte, occhiate di fuoco, dita puntate l'un verso l'altro, ma senza perdere il controllo, tutto fieramente.

E c'è stato il giallo nella coda, roba che neanche i cervelli di Alfred Hitchcok e Agatha Christie messi assieme potevano inventare. E partiamo proprio da lì, dalla fine: 35” alla sirena, realizza Porzingis il -1, palla alla MarcoPoloShop,it, anzi a Goldwire che se la gioca alla sua maniera, se la tiene lui e non la molla, vuole vincerla da solo, come ha già dimostrato di saper fare altre volte, ma si ostina in un palleggio che sembra non finire mai (dopo si capirà perché...) e quando scaglia il tiro, sulla sirena dei 24”, si capisce subito che non è in ritmo e in equilibrio: recupera palla Filloy, lancio baseball un pò improbabile per raggiungere Fucka già partito in fuìga verso il canestro, palla direttamente in tribuna, mentre suona la sirena ed esplode il boato tremendo del PalaCredito in festa.

E' finita, Forlì urla la sua gioia, anzi no, non è finita si ricomincia... Stupore e confusione per chi deve capire da fuori. In realtà dopo il canestro di Porzingis non è partito il cronometro dei 24”, l'azione di Forlì è durata così una decina di secondi in più (ecco perché il palleggio di Goldwire sembrava eterno), Pistoia reclama, gli arbitri - Di Francesco, Moretti, Cappello - ricostruiscono il tutto, decidono che non si può chiudere la gara così e, coraggiosamente, di far ripetere i 35” finali, decisione condivisa anche dalle squadre!

L'alternativa poteva essere far giocare di nuovo solo gli 11” secondi teoricamente rimasti dopo il tiro di Goldwire, con palla a Pistoia, ma i forlivesi facevano notare che l'errore del cronometro aveva condizionato anche la loro gestione.

Figuratevi il tumulto delle emozioni e i battiti cardiaci dei quasi 5mila, roba da elettrocardiogrammi in presa diretta, sembra un gioco crudele: Pistoia rivede la speranza, Forlì teme la grande beffa. Si ricomincia, non siete su scherzi a parte.

Palla per la FulgorLibertas che ha troppa voglia di vincere per perdere questa partita, resta lucida e di ghiaccio. Goldwire infila subito due liberi tranquillizzanti, l'ultimo brivido lo ferma un Bobby Jones portentoso che si butta sul lato destro con un tuffo generoso e fa ingoiare il pallone ad un tipetto come Joe Forte che aveva appena fatto partire un colpo dei suoi, di quelli con cui ha vinto decine di partite.

Stavolta è finita sul serio, l'urlo di una città percorre tutta l'Italia cestistica. Pistoia ha dato tutto, perde la seconda partita in fila in volata bruciante, non ci sta, presenta riserva ma soprattutto il ko di Jesi a Imola la tiene in piena corsa play off dovendo ricevere la visita sia dell'Aget (venerdì prossimo in diretta Rai Sport) che dei marchigiani.

Piuttosto, i risultati gelano un pò la gioia dei forlivesi: dopo l'exploit dell'Assigeco contro i cugini – proprio loro – di Rimini, arriva anche la vittoria Trenkwalder a Venezia, sul campo della prima della classe. Ma è solo un attimo di rabbia, poi riprende la festa. "Romagna mia in fiore", canta la curva, e poi “tutti a Ferrara”, ed ancora “noi vogliamo questa serie A...”, sicuri di potercela fare.

Reggio ha vinto, una grande volata salvezza s'è accesa, dove tutte, da Ferrara in giù, lottano meravigliosamente e con un cuore infinito, ma questa Forlì oggi si sente benedetta, si sente capace di battere tutti. Perchè, in effetti, i risultati del campo da un paio di mesi sono da vertice, perchè può contare sul valore aggiunto di un popolo incredibile, pronto all'ennesima invasione, domenica prossima nella città estense, per un altro match da vita o morte. Ed in effetti, quando si lascia il PalaCredito, ti senti ancora travolto da quell'onda di una marea biancorossa che ti aveva fatto salire la pressione già appena arrivati, perchè certe cose emozionano chiunque. Poi, il biancorosso è il colore anche di Pistoia, sarà per questo che ne è nata una partita memorabile e indimenticabile: quella marea ha finito per esaltare due squadre oggi da tutti in piedi per appluadire. 



VISTA DA FORLI' - Per 30 minuti abbiamo ammirato una squadra dalle stimmate del gioco slavo come il suo attuale coach. Senza lunghi d'area veri, grande pressione a tutto campo, ritmo forsennato, capacità balistiche impressionanti, capacità di giocare un basket produttivo ma rischioso: una squadra sfrontata ma sicura di sé, del momento entusiasmante che sta vivendo, che trovava sempre le mosse e i colpi giusti sia contro la zona che contro la uomo. Guidata in panchina da uno stratega del filone slavo che più slavo non si può, abile a giocare all'attacco, ovvero anticipando le mosse, forzandole, osando, pronto a tirare fuori le scelte meno banali e più audaci.

Una Forlì magica in certi momenti, travolgente, fino ad arrivare ad un crescendo di minuto in minuto. Il promo break nel secondo quarto, chiudendo 51-41 alla fine dei primi 20' cui la FulgorLibertas arrivava già con tre uomini in doppia cifra (Jones 13, Goldwire 13, Nardi 11, ma anche Borsato a 8) e il 71% da due e un altrettanto scoppiettante 45% da tre (9/20, con Nardi a 3/3, Goldwire e Borsato 2/4)). Ritmo e pressione (già 9 recuperate) consentivano di non farsi troppo male per la sofferenza sotto le plance.

Nel terzo quarto ancora, un affondo importante, fino al +12, poi però negli ultimi 3', la flessione contro un Forte che, provocato e sfidato, andava scatenandosi, un Varnado tornato Tornado. Chiudere a +6 e apprestarsi all'ultima curva dopo aver giocato sicuramente ad altissimo livello, poteva essere peso insopportabile per una squadra obbligata a vincer come la MarcoPoloshop.it. Che invece è andata anche sotto (a 4'45 dalla fine, e poi di nuovo a 3'50, poteva essere letale) ma rialzatasi subito appena Goldwire ha capito che bisognava trovare alternative al tiro da tre e iniziato ad attaccare il canestro.

Come nelle azioni dei due immediati contro sorpassi: la prima attaccando in 1c1 verticale Filloy costringendolo al quarto fallo che valeva al play di Palm Beach un gioco 2+1; la seconda, allo stesso modo, confidando intelligentemente sui quattro falli di Filloy che non poteva rischiare e battendo anche l'aiuto segnando il canestro che valeva un pezzo di stagione).

Alla fine, l'ha vinta tre volte, la Fulgorlibertas, dimostrazione di nervi d'acciaio e di consapevolezza acquisita della propria forza : ci crede, fortissimamente, il gruppo di Vucinic. Vinta nei primi 30', rivinta nel primo rush finale, rivinta nel finale bis. Vinta pur travolta sotto le plance (27-40) e pur soffrendo le penetrazioni di Pistoia che sono state il vero problema difensivo non sempre risolto , ma tirando con il 60% da due, 32,5% da tre, ma soprattutto recuperando 19 palloni e confezionando altrettanti assist: ovvero pressione, aggressività, fantasia, voglia di rischiare, ma anche sicurezza in se stessi.

Tra i singoli la... bussola della Marco Polo è stata indubbiamente Bobby Jones, autore di una partita globale sfruttando le suo doti di all-around e di giocatore atipicamente di talento. L'ex prima scelta dei Philadelphia 76rs ha fatto di tutto, ma soprattutto è stato la mossa chiave nel finale per fermare un Forte che non conosceva ostacoli ed era entrato in trance agonistica in una cornice di quelle che lo esaltano, con il pubblico addosso e il pathos del punto a punto. Nelle ultime giocate, Jones lo ha costretto a forzare, negandogli gli spazi, salendo in punta sfidandolo ad entrare e costringendolo a tiri fuori equilibrio, fino alla stoppata sulla tripla che poteva di nuovo portare ad un colpo di scena nel finale bis.

Ricostruiamo il film dei suoi ultimi due minuti di gioco, emblematici per spiegare cosa ha fatto: ha segnato il +5 a 1'36, ha costretto a due forzature Forte stoppandolo una prima volta a 52" dalla fine (il bomber USA dela Tuscany marcato dal ui non ha più segnato) e gli ha fatto pure la voce grossa, nel finale bis ha preso rimbalzo in attacco a 10" dalla fine, subito fallo e realizzato i liberi, e poi la stoppatona a zio Joe di cui s'è detto. Resa l'idea? Bobby ha chiuso totalizzando in 33' di gioco 19 punti (7/10, 1/5, 2/ 3) e 8 rimbalzi, 4 recuperate, 2 stoppate, 1 assist e soprattutto una presenza e una voglia determinanti in ogni momento topico: commovente come si sia attaccato a questo gruppo e questa maglia in così poco tempo. Goldwire è fatto così e non lo nasconde, vedi interviste-verità rilasciate di questi giorni: ti fa impazzire di gioia ma lo vorresti maledire, come in quelle conclusioni ostinate e forzate nell'ultimo minuto pur in una sera senza tiro da tre (3/13, maltre volte le ha vinte davvero lui, vedi finale con Udine), però non puoi dimenticare i 30' in cui ha condotto il ritmo e trovato anche le giocate per variare gli attacchi di Forlì: per lui in 33' 20p (5/8, 1/1), 6 assist, 7 falli subiti, 2 recuperate e soprattutto zero perse, importantissimo per un play: poi anche quando sbaglia non si può dire che non ci metta la faccia

Il terzo bronzo di Forlì, Mike Nardi, anche lui, una determinazione e uno spirito guerriero trascinanti: Forte lo ha fatto ballare, ma lui gli ha reso la pariglia con 17p in 33', un terrificante (per gli avversari) 5/7 da tre, ben 8 assist, e soprattutto tanti canestri di quelli che valgono doppio e non solo due o tre punti come si scrive sul tabellone. Tra gli altri, umile ma prezioso protagonista Stefano Borsato: i suoi punti (10 in 19', 2/2, 2/5) sono arrivati soprattutto quando Forlì doveva cementare la sua autostima, cioè nel primo allungo del secondo quarto, in cui ne ha segnati 8 in fila; Huff non era in giornata di tiro (1/3, 2/6), ma si è dedicato a un buon lavoro di contorno, chiudendo con 10p, 7 rimbalzi, 3 assist, 3 recuperate, tutta roba buona; Poletti, Campani e Ranuzzi hanno sofferto, senza rivivere la grande giornata di Jesi, ma il loro compito oggi era difficilissimo con un Varnado così e Toppo e Fucka intorno: ma nno si può dire che non ci abbiano provato e il capitano il suo lo ha portato a casa.

Quel che conta, poi, eccome se conta, è il prodotto globale: le urla del popolo FulgorLibertas sono la prova di chi ha capito che i sogni possono diventare realtà continuando a giocare così e con questo carattere.  



VISTA DA PISTOIA - Brucerà a tipi sanguigni come Moretti e C., perdere di nuovo in volata come a Ferrara, dopo aver lottato e dato molto più di tutto fin'...o ltre la sirena. Ma c'è anche da essere orgogliosi e fieri, di aver giocato una partita così contro un avversario in stato d'esaltazione e in un ambiente che sembrava quello del Panathinaikos quando si gioca le partite che contano in casa sua. Partita da uomini veri, da squadra vera come la Tuscany ha dimostrato di essere tutto l'anno, firmando imprese come quella di Venezia.

Brucerà, ma siamo sicuri che darà ancora più forza e rabbia ad una squadra che può ancora giocarsi i play off, aspettando in casa sua le rivali: traguardo che, se arrivasse, non sarebbe certo immeritato. Ha giocato d'astuzia Moretti, una sfida avvincente la sua con Vucnic. Ha aspettato il momento giusto, ha lasciato sfogare la prevedibile carica della Marco Polo, il suo iniziale assalto travolgente, tipico di chi si gioca tutto: senza però mai perdere di vista la squadra avversaria, la Tuscany stava in agguato. Le ha opposto la zona, poi, viste le percentuali dei romagnoli, Moretti ha avuto dai suoi una difesa a uomo solidisisma, nel momento decisivo in cui c'era da approfittare del calo avversario: lì si è vista la Tuscany dei momenti migliori di questa stagione, con Filloy ringhioso, Fucka e Toppo a chiudere l'area dove Varando non faceva passare neanche gli spifferi, mettendo un parziale di 19-29 negli ultimi 15' che per un pelo non le valeva la vittoria, che Forlì ha meritato ma Pistoia non avrebbe rubato.

Ha giocato con la testa, la Tuscany, sapendo di avere un vantaggio enorme in area sia per la qualità dei suoi lunghi, sia per la disponibilità limitata, e per giunta atipica, di pari-ruolo da parte della Marco Polo. Alla lunga, il dominio a rimbalzo stava diventando la trave del successo, così come l'equilibrio del gioco esterno-interno (39 punti la coppia Forte-Filloy, 34 la coppia Varnado-Fucka).

Non è bastato però per vincere, insieme al 65% da due e il 33.3% da tre (performance tra le più alte per una squadra offensivamente non eccelsa).

Sono mancati i particolari, come le 18 perse. Sul piano dei singoli, Varnado è stato Tornado come quando è irresistibile, bravo a gestirlo anche Moretti quando si è caricato di falli ingenui o aveva commesso qualche errore di concentrazione: come nel terzo quarto, il coach lo chiamava giù per una breve pausa meditativa e quando tornava su , era lui a firmare i due sorpassi della Tuscany (73-75 e 76-77, quest'ultimo, attaccando Jones spalle a canestro partendo dalle tacche e girandosi in volo e sottomano rovesciato sulla testa dell'USA di Forlì che puir stava difendendo senza tregua).

Per Jarvis, alla fine, in soli 29' 22+14 e 4 stoppate, 11/14 da due: l'azione della partita, da cineteca, quando, verso fine terzo quarto, stoppava Huff che stava andando in schiacciata, nascondendogli e incartandogli la palla sotto al naso. Joe Forte ha carburato mano mano che l'atmosfera si faceva calda, è stato il braccio armato della rimonta toscana, ha fatto scintille con Goldwire, è rimasto un pò spaesato e sovrastato fisicamente dalla mossa a sorpresa di Vucinic che, nel finale, gli mandato contro Jones: ha chiuso con 25p in 35', 9/13, 2/5, 1/2, 4 assist ma 5 perse, alcune pesanti nel punto a punto, non aveva fatto i conti con Bobby la piovra; di fianco a lui, altra partita tosta e agonisticamente intensa (pur se a strappi) per Filloy, un mastino tignoso che non molla mai e in attacco si prende responsabilità coraggiose (in 35' 14p, 3/6, 2/6, 2/2, 4 assist, 2 recuperate, 3 perse). Sotto invece altra giornata di duro lavoro senza sentire il peso degli anni e con la stessa voglia di darci dentro dei vent'anni per Gregor Fucka (in 26' 12+5 in 26', 6/10) messo a dura prova dalla velocità di Jones , ma sempre pronto alla contesa, vedi quando si fa trovare puntuale sulle imbeccate di Forte: fra gente di talento ci si capisce al volo.

Poco incisivi invece Berti (2), Porzingis (7), messo anche in croce dalla vitalità di Borsato e Nardi, e pure capitan Toppo (in 25' 2+5, 1/ 2, 2 assist, 1 persa) che non si riscatta dopo Ferrara.

Brucerà, ma meglio pensare già ad Imola. Questa Pistoia merita un finale all'altezza di quanto fatto vedere per un anno ed anche oggi: il suo pubblico lo sa e venerdì al PalaFermi ci sarà lo stesso calore ed entusiasmo di stasera a Forlì. Giusto, i ragazzi di Moretti e del presidente Maltinti se lo meritano.