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CASERTA (R.S.) - Nel periodo in cui il suo compagno di squadra Enzo Esposito si da alla panchina (allenerà nella prossima stagione il Gira), Nando Gentile si sta occupando di come rafforzare la squadra anche se lui stesso non è sicuro di rimanere al 100%.
Smaltita la delusione per l'uscita di scena nei quarti dei playoff, la Virtus Roma guarda al futuro.
Lo fa con la certezza del contratto triennale per l'Eurolega e sonda il mercato non solo per i giocatori, con Poeta in prima fila, ma anche per la panchina. Solo sondaggi, per ora, con Nando Gentile confermato ufficialmente dalla società che, però, si guarda intomo anche per affiancargli un tecnico di esperienza. Tanjevic (che fece esordire Gentile nella massima serie a soli sedici anni) farà fatica a liberarsi del contratto che lo lega per un altro anno al Fenerbahce.
Il nome sul quale si punta è quello di David Blatt, il cittì della Russia campione d'Europa che ha da poco chiuso il rapporto con la Dinamo Mosca. Con Blatt, che è uno dei migliori coach in circolazione, la Lottomatica ha avuto uncontatto con Lino Lardo che, lasciata Rieti e chiamato dalla Virtus Bologna che gli ha offerto un contratto basso (120 mila euro, a Rieti ne percepiva 250 mila) ha preso tempo con Sabatini fino a mercoledì.
Vedremo come andranno le cose e se tutto potrà andare e nel migliore dei modi per il tecnico casertani che ha guicato la scorsa stagione Roma arrivando seconda nella stagione regolare del campionato di basket.
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Il gm Baiesi saluta tutti dopo sei anni. Le sirene romane tentano Aradori. Rebus allenatore: se parte Bechi non è da escludere l'ipotesi Cancellieri
Un fulmine a ciel sereno. 0 forse no. L'addio del gm Daniele Baiesi era nell'aria da diversi mesi. Pochi giorni dalla fino della stagione più emozionante della storia di Pallacanestro Biella, è arrivata la notizia del suo addio dopo sei anni in rossoblu.
Detinazione? Per ora andrà a riposarsi un po' nella sua Bologna, poi si vedrà. La prima notizia di mercato non riguarda così un giocatore, ma la dirigenza, che si troverà di fronte a una scelta diffìcile: rimpiazzare Baiesi o andare avanti da sola, magari con Atripaldi ad occuparsi di nuovo im primissima persona anche del mercato. Il primo nodo da sciogliere (budget e coppe europee a parte) riguarderà la panchina, con l'addio di Bechi non poi così sicuro. Seguendo le dichiarazioni di Atripaldi, si cercherà di riconfermare il nucleo della stagione appena conclusa. Allora abbiamo provato a dare le percentuali di possibilità di restare di ogni singolo protagonista.
Joe Troy Smith: rimane al 90%. Può esercitare una clausola, che con tutta probabilità non richiederà. A 32 anni si trova in una squadra dove sicuramente sarà protagonista e leader. Dove altro troverebbe le stesse condizioni?
Reece Gaines: 10%. Dopo una stagione non da Gaines, verrà probabilmente lasciato al suo destino. Potrebbe restare se accetta di ridursi l'ingaggio e anche una posizione diversa all'interno della squadra.
Jonas Jerebko: 5%, Prima opzione l'Nba. Non dovesse riuscirci c'è Sabatini pronto a ricoprirlo d'oro.
James Gist: 5%. Come Jerebko: probabile il suo ritorno a San Antonio, altrimenti è destinato a qualche grande d'Europa.
Luca Garri: 100%. Ha ancora due anni di contratto. A Biella ha ritrovato condizione e determinazione: perchè cambiare?
Valerio Spinelli: 60%. Molto dipende da quale grande suonerà il campanello. Altrimenti non avrebbe senso andare in un'altra squadra di seconda fascia.
Pietro Aradori: 70%. Roma chiama a gran voce. Se gli verranno minuti importanti potrebbe tentennare (specialmente se il nuovo coach sarà Bechi). Se no ha altri tre anni dtratto e a Biella potrebbe diventare la nuova guardia titolare.
Goran Jurak: 55%. La sua esperienza sarebbe fondamentale, specialmente in caso di una Coppa. Le sue quotazioni sono in crescita.
Greg Brunner: 10%. Sarà difficile da trattenere. Al contrario di Gist e Jerebko non dovrebbe finire in Nba. Ma le sue quotazioni (e anche il suo stipendio) sono quantomeno raddoppiate. Le big sono alla finestra.
Tommaso Raspino: 80 %. Molto dipenderà da quale sarà la sua figura il prossimo anno. In caso di situazione identica a quest'anno, potrebbe andare a fare esperienza in Lega2.
Carl Ona Embo - Riccardo Santolamazza - Paolo Rotondo: 50%. Rientrano dai prestiti e probabilmente ripartiranno subito.
Luca Bechi: 55%, Se fino a qualche settimana fa la sua partenza era certa, oggi la sua conferma non è improbabile. Le big sono alla finestra ma preferirebbero allenatori più navigati. Nelle ultime ore si è rifatta sotto la Virtus, che fatica a trovare l'accordo con Lardo. Per andare in una squadra allo stesso livello non si muove. E la Coppa potrebbe essere uno stimolo per continuare in rossoblu.
Massimo Cancellieri: 70%. Se parte Bechi in pale c'è lui, in perfetto stile rossoblu, a meno che il coach livornese se lo porti con se. Alla finestra Dalmonte, Lardo, Valli e Sacchetti, ma Cancellieri parte avvantaggiato: conosce l'ambiente.
Matteo Grigatti
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Armani la chiave, Bucchi la svolta. Per competere una AJ da Eurolega. Mancinelli? Hall è strepitoso, Hawkins lo tratterremo, Vitali via se lo vuole lui e non mi risulta
Presidente Proli, come definire la prima finale scudetto della gestione Armani?
«Inaspettata ad inizio stagione, fattibile alla fine della regular season. Meritata in relazione agli sforzi fatti».
Qual è stata la svolta della stagione?
«Ha un nome: Piero Bucchi. La delicata dei primconduzione i due mesi, tra sconfitte di un punto e infortuni, è stata determinante. E il merito va al timoniere».
C'è già l'impronta vincente di Giorgio Armani in questa Olimpia?
«Lui è la base di tutto. Ha salvato il basket milanese con generosità investendo per risanare situazioni pregresse, ci ha consegnato un budget congnio e la tranquillità di chi ti segue con costanza ma senza interferire».
Veniamo alla finale. Molti dicono: non c'è storia...
«Siena ha cinque anni di programmazione in più rispetto a noi e un budget sensibilmente superiore che spende in maniera impeccabile».
Finale lampo dunque?
«Serve un'Armani da Eurolega. Quest'anno in Europa abbiamo messo sotto il Cska e l'Olvmpiacos. Tensione e fisicità saranno le stesse. Con un'Olimpia formato europeo possiamo anche arrivare alla settima».
La finale scudetto cancella lo scetticismo di inizio anno nei vostri confronti?
«Siamo stati accusati di aver tenuto un profilo troppo basso, di finta umiltà e di non aver scaldato la piazza. Semplice pragmatismo, non vogliamo illudere nessuno».
Anchensull'Olimpia impazza il mercato. Voce ormai consolidata: prendete Mancinelli.
«Direi di no. Non è un nostro obiettivo primario. Hall è strepitoso».
Ancora: rinnovate Hawkins.
«E' super per rendimento e comportamento: faremo di tutto per trattenerlo».
Infine: se qualcuno bussasse per Vitali non direste di no.
«Non è così. Il giocatore ha talento ed è un investimento per il futuro. Lo lasceremmo andare solo se fosse lui a chiederlo perché qui non tratteniamo nessuno. Ma non mi risulta una situazione del genere».
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PAVIA. I tifosi entrano a gamba tesa su Curioni. «Ho ricevuto attacchi personali via mail e sui forum dai tifosi di Pavia e sono molto perplesso - dice il presidente dell’Assigeco, che ieri sera ha incontrato Gian Marco Bianchi - . Se Pavia non mi vuole, io non ci tengo a pagare per essere insultato.
Vorrei solo che fosse chiaro che non sono stato io a cercare Bianchi».
Ma cosa non piace ai tifosi pavesi? «Se serve per arrivare in A ben venga la fusione - dice Mirko Confaloniera, portavoce degli Alcooligans, uno dei gruppi ultras della tribunetta - ma la prima squadra deve restare a Pavia. Lodi potrebbe tenere una squadra di B1 dove far crescere i giovani, un po’ come fa Siena, che ha la Mens Sana in A e la Virtus in B1. Per noi fare 7 o 8 partite a Pavia e le altre a Lodi non ha senso perché i tifosi pavesi così rischiano di non sentire più la squadra come propria. Se viene qui Curioni lo accoglieremo a braccia aperte, ma adesso abbiamo paura che il basket lasci Pavia e per noi che dedichiamo alla squadra molto del nostro tempo libero sarebbe un dolore». Confaloniera cita un precedente: «Quando Pavia aveva una squadra femminile in A1 ci fu una fusione con Vittuone per cui là si giocava la stagione regolare e a Pavia i play off, ma l’anno successivo la squadra non arrivò ai play off e in quello successivo perse anche il nome Pavia e divenne a tutti gli effetti la squadra di Vittuone».
Gli fa eco Daniele Spairani del direttivo della Gioventù longobarda: «Curioni è visto da alcuni come quello che vuole portarci via il giocattolo, ma se invece viene a salvare Pavia nessuno lo insulterà. Nel mio gruppo ci sono posizioni diverse, ma la maggior parte di noi ha deciso di sostenere la fusione. C’è un candidato sindaco che dice di poter trovare un nuovo sponsor in grado di aiutare Bianchi, ma secondo noi non ci sono i tempi per questa operazione. Se la fusione ci sarà chiederemo a Bianchi e Curioni di metterci a disposizione dei pullman per portare i tifosi a Lodi e che nel nome della società rimanga la parola Pavia». Quello del nome è un problema di sostanza: «Per noi è prioritario poterci identificare con la squadra, ma se Pavia dovesse sparire dal nome non andremmo a Lodi. Se l’anno prossimo metà partite saranno qui e l’altra a Lodi noi dimostreremo a Curioni con il nostro tifo che Pavia deve diventare l’unico campo della prima squadra perché qui troverà più calore».
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Mentre Siena si accinge ad arrivare in finale per la via più breve e diretta, e cioè mantenendo la sua imbattibilità stagionale (con l'unica eccezione bolognese che conferma la regola), una parte del basket italiano, quello che guarda più al futuro che al presente, sta per spostarsi alla Ghirada di Treviso per l'inizio dell'estate cestistica targata Reebok, con i "camp" dedicati ai migliori prospetti della pallacanestro italiana e internazionale, compresa la stella pesarese Daniel Hackett che comincia finalmente le sue vacanze pesaresi ma con la testa ancora al prossimo Draft Nba.
Le sue quotazioni sembrano in salita, secondo i maggiori esperti del basket statunitense, anche se nel ranking complessivo la sua quotazione oscilla intorno al 70° posto tra gli aspiranti alla Nba. Questo non gli fa dormire sonni tranquilli, anche se con un po' di fortuna essere chiamato al secondo giro non è una chimera. Lui resta convinto che questo sia un anno favorevole ai playmaker, e che l'anno prossimo (cioè aspettando di finire regolarmente i 4 anni di college) sarebbe stato ancor più chiuso, ma come sempre la chiamata (e la fortuna) di un atleta in Nba assomiglia ad un terno al lotto.