Marco Bilancioni
Forlì
NATALE sugli sci, qualche giorno nella sua Belgrado, capodanno a Forlì. Coach Nenad Vucinic è già pronto al 2012, dopo che il 2011 per la Marco Polo si è chiuso con una sconfitta a Verona, la cessione di Easley e più di una polemica all’interno della società.
Easley ha debuttato in modo super in serie A a Sassari: sorpreso? Ha paura che la Marco Polo si sia indebolita?
«No, sono felice per Tony. Pensavate che fosse troppo magro, che non difendesse, invece... Ma anche per noi può essere un’opportunità: vogliamo rinforzarci».
Siete senza pivot Usa...
«Ricordate che l’anno scorso giocavamo con Bobby Jones e Shawn Huff sotto canestro?».
Mercoledì sera però vi aspetta la capolista Pistoia.
«Gennaio è un mese difficile per noi: le due capoliste e tre trasferte. Ma non partiamo battuti».
Non ha fretta di avere un sostituto?
«No. Perché è importante prendere l’uomo giusto. E guardiamo tutte le opzioni, non solo tra i lunghi. Il 12 gennaio avremo notizie sul recupero di Mike Nardi, che procede bene. Intanto concentrarci su chi c’è oggi: dobbiamo stare uniti, l’assenza di Easley sarà un’occasione di crescita».
Ha mai pensato di dimettersi?
«No. Mai».
Qualcuno le ha mai chiesto di dimettersi?
«No. Mai».
Siete decimi a quota 10 punti. Crede nei playoff?
«La teoria dice che possiamo arrivare anche primi...».
La pratica è diversa...
«La teoria per me è più importante della pratica».
Diciamo così: la Marco Polo si salverà facilmente?
«È sempre difficile. Ma oggi siamo messi meglio di un anno fa. E possiamo ripetere quel grande finale di stagione».
Che voto dà al suo 2011?
«Sette».
E alla FulgorLibertas?
«Otto. Anzi, otto e mezzo. Perché in estate abbiamo stabilito degli obiettivi. E siamo sulla strada giusta».
Il momento più bello?
«La vittoria con Casale in casa alla penultima di campionato, rimontando da -17».
Un astrologo ha detto di lei al Carlino: non vorrei essere con Nenad quando si arrabbia.
«Ma io non mi arrabbio spesso».
Come va con l’italiano?
«Non è difficile. Lo capisco, ma in società e in squadra parliamo inglese. E io non mi sento ancora pronto per esprimermici».
Rimarrà a lungo a Forlì?
«Lavoro qui come se dovessi restarci cent’anni».
Il coach dei Miami Heat della Nba, Erik Spoelstra, ha studiato gli schemi del football americano. Lei che viene dalla Nuova Zelanda ha mai fatto altrettanto col rugby?
«Sì, ho conosciuto alcuni grandi allenatori. Ma in 18 anni di permanenza in Nuova Zelanda la cosa più importante che ho imparato dai rugbysti è questa: non chiedermi mai perché non sono riuscito a fare qualcosa, ma come posso fare io per ottenerla».