Basket

La parola didattica , dal greco “didasco” ( insegno ) , e successivamente dal latino “ars didactica” si riferisce all’arte dell’insegnamento o meglio ancora alla tecnica dell’insegnamento , e rappresenta un aspetto profondamente culturale nel lavoro del coach. Si tratta di quella parte dell’educazione pedagogica che ha per tema la materia in oggetto ( il gioco del basket ) , il suo metodo di lavoro, ed il criterio per applicarlo ai giocatori nell’ambito di una Squadra sportiva.
Mediante tale procedimento si attivano la comunicazione e , nel caso del basket , le relative nozioni tecniche ( tra chi conosce la materia e coloro che ancora non la conoscono : attraverso procedimenti tradizionali , corroborati dall’esperienza personale del docente allenatore .
L’esigenza di usufruire della didattica nasce dal fatto che nessun apprendimento è innato , e pertanto le nozioni di base devono essere opportunamente insegnate.
Secondo lo psicologo Jean Piaget ( 1896-1980 ) lo sviluppo cognitivo si verifica attraverso l’assimilazione di informazioni, e gli scambi avvengono direttamente con l’ambiente esterno: permettendo in tal modo di strutturare alcune rappresentazioni mentali, e schemi cognitivi opportunamente organizzati.
Al contrario , secondo un altro famoso collega, lo psicologo Jerome Bruner ( 1915- 2016 ) l’apprendimento avviene mediante la trasmissione di contenuti di conoscenze , all’interno di specifici contenuti sociali , quali per esempio : famiglia , scuola e sport. I saperi vengono acquisiti dal bambino/ fanciullo/adolescente attraverso esperienze conseguite all’interno del contesto sociale e culturale di appartenenza.
L’apprendimento nasce dalla esperienza del fare.
La didattica non rappresenta un patrimonio statico di idee e conoscenze , ma una forza viva da trasmettere e ristrutturare dinamicamente nel tempo.
Esistono vari tipi di didattica , intesa non solo come frutto di esperienza personale , ma anche influenzata da climi culturali che si vivono soggettivamente e localmente .
Alcuni esempi tratti dal generico e variegato mondo del basket sono :
*nella cultura slava : “ è meglio nessun allenatore che un cattivo allenatore”.
*nella cultura spagnola : chi arriva secondo , è pur sempre il “co-campione”.
*nella cultura statunitense : si ricerca la estrema organizzazione in ogni fase preparatoria.
*nella cultura sudamericana : maggiore importanza, enfasi e riconoscimento viene data al passaggio
più che al tiro.
* nella cultura giapponese : l’ onore vale più della vittoria.
Le soluzioni date al problema del metodo influiscono sulla determinazione dell’ indirizzo , che potrà essere :
Formalistico: è il più antico approccio grammaticale- traduttivo , in cui il docente impartisce la lezione : mentre l’allievo discente ha un ruolo passivo , volto a memorizzarne le regole per una migliore comprensione ed applicazione ( esempio : il palleggio in movimento ).
Deduttivo : il processo conoscitivo che procede dal generale al particolare , tipico del procedere matematico. Si inizia dai principi generali per spiegare tecniche o tattiche , o movimenti particolari , e si basa sul ragionamento e sulla logica (esempio : cambio di velocità o di direzione in palleggio ).
Scientifico: si basa sulla osservazione e sulla sperimentazione : sulla misura e sulla produzione di risultati . E sulla conferma degli stessi attraverso un numero di verifiche successive ( battere l’avversario in palleggio , per prendere un vantaggio ).
Induttivo : esamina un caso particolare , o una situazione specifica , coinvolgendo i singoli giocatori nella riflessione , in modo che ciascuno scopra da sé la regola . Si procede da uno o più casi particolari ad una conclusione generale , secondo un principio deduttivo ( esempio: penetra e scarica ).
Mnemonico: sfrutta la naturale capacità del giocatore di ricordare le informazioni , trasformandole in immagini , o associandole ad eventi o emozioni già vissute ; consentendo così di aumentare le capacità naturali della memoria umana ( movimenti di arretramento in palleggio , come lo step-back , per acquisire un vantaggio di spazio sull’avversario ).
Intuitivo: si riferisce alla operazione mentale dell’intuire , e consiste nell’ impressionare i sensi, in particolare la vista , per arrivare alla comprensione dell’intelletto. Si basa dunque sulla esperienza diretta, o sulla illustrazione di un movimento o azione ( non mediata ) nell’ apprendimento di quel determinato gesto. Prontezza di intuito e capacità di anticipazione , predominano sull’attitudine al ragionamento : si giunge in tal modo alla conoscenza per via diretta , in virtù di una esperienza sensoriale immediata ( esempio : interruzione immediata del palleggio per passare la palla al compagno libero).
Meccanico : funziona sul principio della alterazione dello stato di equilibrio , mediante un metodo di sezionamento che determina una deformazione di un movimento , un esercizio o un gioco. (Pensiamo alle varie fasi di composizione di un sistema offensivo , che parte dall’uno-contro-uno con palla , sino ad arrivare per gradi al cinque- contro -cinque ).

Il metodo è il segreto!

Nel gioco del basket generalmente l’apprendimento avviene meccanicamente attraverso la creazione di automatismi dovuti alla ripetizione di un singolo movimento dalle quattromila alle settemila volte prima di venire automatizzato , ovvero eseguito senza l’intervento cosciente della mente ( ad esempio , posso palleggiare sotto pressione , pur vedendo i quattro compagni e la posizione ed il comportamento dei rispettivi difensori ).
In Italia , a partire dagli anni novanta , sono cresciute le esigenze degli allenatori , in virtù anche dell’accresciuto numero di allenamenti fisici e tecnici giornalieri , settimanali , e stagionali : se un tempo era sufficiente per gli allenatori essere informativi e poter contare su una ricezione passiva da parte degli allievi , oggi sempre più occorre essere formativi.
Per essere formativi occorre promuovere la libera e cosciente formazione del giocatore già in età giovanile , e promuoverne le capacità individuali. Solo per fare un esempio (inerente le pre-condizioni per un tiro in sospensione ) occorre tenere conto di alcuni fondamentali interrogativi :
-Chi : chiunque lo può fare.
-Dove : dal proprio “raggio di tiro”.
-Come : con piedi rivolti a canestro e gambe cariche.
-Quando : ogni qualvolta il giocatore sarà libero ( smarcato ) nel proprio raggio di azione.
-Perchè : siamo pronti a batterci per un secondo tiro ...siamo ben bilanciati …. pronti
a difendere.
Tali punti devono essere acclarati , anche perché – quando il nostro giocatore farà partire il suo tiro – sarà solo . Nessuno potrà aiutarlo , a differenza di quanto potrebbe accadere in fase difensiva , dove potrebbe sempre ricevere un aiuto dal compagno ; o in una diversa situazione offensiva dove un compagno potrebbe portargli un blocco per facilitare la ricezione della palla . Avrà operato una libera scelta , come il bambino che si tuffa in acqua , o sale in bicicletta , o attraversa una strada.
La didattica deve essere subordinata al fine della istruzione ( o educazione tecnica – tattica – strategica ) e deve costituire un aiuto per l’istruttore o l’allenatore , offrendogli - senza imprigionarlo - tracce , schemi , restrizioni , programmi , progressioni o norme che egli adotterà ed applicherà durante il corso della stagione sportiva.
Non esiste in Italia una letteratura della didattica per il basket : qualcosa di scritto con l’ intento di insegnare ( divertendo e divertendosi con piacere e gioia ) .
Pur tuttavia esistono tradizioni didattiche comuni e condivise : certamente per l’ insegnamento dei vari tipi di tiro in corsa , per l’insegnamento degli spostamenti difensivi , per gli esercizi sulla tecnica e la forma del tiro , per il tagliafuori , per la transizione difensiva.
Oggi i giovani sono spinti verso una tele-istruzione didattica atta a sostituire o travalicare l’allenatore nelle descrizioni e dimostrazioni sul campo.
I giovani del terzo millennio arrivano in palestra “già imparati” !
La didattica accoglie ancora e sempre il principio della semplicità ( “ pulchritudo in simplicitate” ) , della gradualità dell’ insegnamento ( progressioni didattiche ) , per rispettare l’equilibrio tra il sistema delle nozioni che daranno forma al piano di lavoro annuale e le esigenze dovute alle differenti fasce di età dei partecipanti ad allenamenti e gare ( pre-condizioni ), così come della conseguente abilità e personalità , e delle capacità di relazione e comunicazione tra i giocatori medesimi.
La didattica include altresì il principio :
-della chiarezza ,
-della dimostrazione ( diretta o indiretta ),
-della correzione ( che non deve mai essere mortificazione dei giocatori ),
-dell’autostima ( buona considerazione di se stessi ) ,
-della variabilità delle esercitazioni ( rinnovare il proprio look ) ,
-delle regole di restrizione ( da usare con parsimonia ),
-della motivazione sotto pressione ( per mantenere intenso il clima didattico ),
-della scansione dei tempi ( esercizi brevi ma incisivi ed impegnativi ),
-della successione logica dei vari argomenti tecnici.
E neppure si deve trascurare la funzione pedagogica : essendo l’allenatore un educatore-aggiunto che plasma il fisico , ma trasfonde anche principi morali, e qualche volta , regole di vita.
Ogni allenatore si forma - con il tempo - un personale sistema didattico : un programma di lavoro che gli consente di suddividere gli allenamenti nel corso della stagione , del mese in corso , della settimana , e del giorno stesso.
La sua azione didattica potrà essere considerata :
* “formale” : in quanto tendente a determinare i gradi e le condizioni dell’apprendimento , nonché i criteri ed i modi per insegnare.
* “materiale” : perché coinvolge il tecnicismo necessario per giocare bene a basket in quella
fascia di età , o categoria di appartenenza.
Ma non ci può essere “forma” senza “materia” , e viceversa : allo stesso modo non può esistere solo tecnicismo senza risvolti educativi e/o psicologici . Così come non possono esistere solamente le condizioni formali dell’ apprendimento senza l’applicazione della tecnica. Gli esempi più clamorosi e semplici sono ciò che osserviamo ( e correggiamo quotidianamente con ciclopica pazienza ) nei nostri gruppi di lavoro giovanili :
Guardare la palla.
Prendere la palla con le due mani.
Usare un piede perno : per proteggersi , ma anche per muoversi con la palla.
Arrestarsi in equilibrio.
Palleggiare ( vedi le infinite varianti degli esercizi di ball-handling )
Passare da fermo.
Passare , e ricevere in corsa ( con relativi esercizi ).
Tirare da fermo.
Tirare in corsa.
Usare la “mano debole”.
Tirare un tiro libero .
Difendere individualmente.
Bloccare .
Fare tagliafuori.
Andare al rimbalzo.
Giocare senza palla.
Correre in contropiede.
Correre in difesa ( transizione difensiva ).
Se questi sono – in tutto o in parte – gli argomenti principali , della cui conoscenza dobbiamo avere padronanza , cerchiamo allora di entrare nella metodologia del loro insegnamento.
Come vanno affrontati singolarmente questi temi ?
E poi , come li collegheremo utilmente tra loro ?
Proprio con il metodo didattico di cui abbiamo fatto cenno , e che potrà essenzialmente essere :
* Globale : tramite il gioco , ovvero divertimento allo stato puro.
*Analitico : pezzo per pezzo , come accade in una catena di montaggio , con analisi delle situazioni di gioco , che si esplicano attraverso i successivi momenti : spiegazione , esecuzione , dimostrazione , correzione , ripetizione : fasi note nel mondo del basket sin dai primi anni cinquanta.
*Misto : in parte globale , e in parte analitico.

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO SUI FONDAMENTALI INDIVIDUALI

Permettetemi di partire da un singolo esempio . Per insegnare a portare e ad usare un blocco con il metodo analitico, occorre seguire molti step , indipendentemente dalle posizioni in campo o dal tipo di blocco usato :
1) un primo attaccante porta il blocco ( compiti del bloccante ).
2 ) un secondo attaccante riceve il blocco ( compiti del bloccato ).
3 ) poi si aggiunge il difensore di colui che riceve il blocco.
4 ) si gioca due -contro -uno ….camminando.
5 ) poi si inserisce il difensore di colui che porta il blocco.
6) si gioca due- contro-due….. camminando.
7 ) si gioca due- contro- due a mezza velocità , con difesa guidata e pre- concordata.
8 ) si gioca due- contro- due agonistico nella metà campo.
9 ) si gioca due- contro- due più transizione a tutto campo.

Il metodo analitico serve per guidare le osservazioni tecniche e tattiche sotto l’ aspetto di un determinato problema ( nella fattispecie : la “lettura della difesa” ), per poterle confrontare tra loro , e poi trarne conseguenze al fine di risolvere o rispondere al problema posto : ad esempio il movimento - anticipato nel tempo - di colui che riceve il blocco , o – in altri casi - la mancata precisione del passaggio al compagno che esce dal blocco , o la mancanza di contatto fisico sul movimento di “rollaggio” , o ancora la mancanza di comunicazione visiva durante una spaziatura.
Il metodo analitico si riproduce a seconda dei vari compiti : avrà una struttura specifica , e il coach avrà il compito di coordinare ed armonizzare tra loro temi e funzioni, usandoli di volta in volta , ed avvalendosi di alcune fondamentali fasi :
A) Test di verifica delle conoscenze iniziali , o attuali : riguardano le carenze di base , o formative , e le possibili attività (esercitazioni ) di recupero. Queste verifiche possono avvenire in itinere , mediante l’osservazione del contributo personale del giocatore , della sua specificità operativa psico-fisica e tecnica riferita alla padronanza dei fondamentali individuali e collettivi (in allenamento e in gara) : dell’impegno e della continuità di esecuzione dei vari compiti al fine del miglioramento e perfezionamento individuale.
I test di verifica , intesi come strumenti intuitivi , possono essere essenzialmente pratici : quando prevedono ad esempio l’ esecuzione di due o più fondamentali associati ( arresto e tiro , aiuto e recupero , tagliafuori e rimbalzo , corsa e scivolamenti ) secondo specifiche procedure : prove guidate , ripetute mensilmente , nel pre-campionato , a fine stagione, o altro. A tali test si può attribuire un valore numerico , oppure un significato tecnico , quando si giudica il livello di padronanza del movimento stesso. I test rappresentano fattori ed indicatori di qualità dell’apprendimento , e generalmente si sintetizzano con una valutazione finale , sempre migliorabile . Ne deriva la seguente regola : se l’esecuzione delle due parti è corretta , si potrà procedere oltre.
B ) Valutazione degli errori : sappiamo, e predichiamo tutti che l’errore non è una condanna , ma una opportunità , la cui esperienza induce a migliorare . Sappiamo anche che l’allenatore saprà usare in allenamento correzioni , restrizioni e/o incentivi per intervenire sulle fasi di gioco più delicate .
Applicando procedure capaci di identificare e valutare il rischio di errori diretti ( passi in partenza ) o indiretti ( mancato uso di corrette spaziature ) , occorre mettere in atto risposte adeguate per ridurne il numero ad un livello accettabile e poco significativo . Per farla semplice : un conto è parlare di 8/10 palle perse in una singola gara , un altro è perderne il doppio ; così come un conto è commettere 15 falli personali in una partita , diverso sarà commetterne 25 o più. Idem per i rimbalzi offensivi concessi , i contropiede subiti , e così via.
C ) Metodo di controllo rappresenta un sistema integrato di pianificazione e programmazione interno al team , ed assume particolare rilevanza in virtù della cultura del dettaglio tecnico e del dato statistico. L’accresciuto atletismo , e la sempre maggiore velocità del gioco richiede l’ interpretazione di una quantità di informazioni sempre più vasta : si studia ciò che è accaduto in passato per rilevare i punti di forza , i punti deboli , i rischi , e le opportunità. Anche al singolo giocatore – o alla squadra - può essere fornita in qualsiasi momento una “pagellina” in cui l’allenatore ed il suo staff definiscono alcune voci , quali :
-punti forti ( aspetti positivi ):
-punti di lavoro ( aspetti negativi ) :
-qualità personali ( sul piano fisico , tecnico , e mentale ) :
-atteggiamenti, comportamenti, e partecipazione :
-competenze mancanti :
-miglioramenti già compiuti :
-traguardi futuri :
-personalità sul campo :
-margini virtuali di miglioramento :
-ciò che sarà necessario fare :
-prospettive di superamento dei limiti attuali :
al fine di strutturare un processo di miglioramento ( progresso ) solido e ben orientato , sempre periodicamente aggiornabile. Ogni metodo di controllo si avvale di quattro step :
*1 ) Programmazione ; momento magico , senza dubbio il migliore per dare forma agli obiettivi finali della squadra . Le decisioni vengono prese sulla base di dati certi e non istintivi . Ad esempio : per fine stagione vogliamo costruire un solido contropiede primario.
*2 ) Valutazione : consiste nel comprendere se e come gli obiettivi preposti siano davvero raggiungibili . Si procede alla ricerca dei mezzi , degli strumenti e della strada più adatta da percorrere , raffrontando il futuro del Club e del team con il tempo passato , e con la sua intera storia sportiva. Siamo riusciti o meno ad insegnare come giocare in attacco senza palla ?
*3 ) Proiezione : collocare strumenti , risorse , iniziative , e definire le tempistiche. In tal modo si mira al progetto seguendo una direzione che prende la rotta ideale di riferimento. In questa fase è decisivo delegare compiti specifici ai propri collaboratori nelle varie aree ( tecnica , tattica , medica , statistica , della preparazione fisica , di supporto psicologico , eccetera ).
*4 ) Monitoraggio : è la fase finale , la verifica pratica dell’ intero progetto . Si monitorano i risultati , e si confrontano con quanto precedentemente immaginato a tavolino : ( frequenza , fidelizzazione , attaccamento al Club , reclutamento , collaborazioni con i club viciniori ,ecc).
D ) Metodi statistici : può “il caso dominare il gioco ?” Il gioco del basket è troppo imprevedibile , essendo “sport di situazione” : creatività , estro , fantasia , anticipazione , sono difficili da quantificare. Ecco perché , a partire dagli anni settanta , e pur consci che non sia mai possibile ridurre il comportamento umano e sportivo ad una semplice formula , i numeri entrano a pieno titolo sui parquet di basket . Da quel momento la maggior parte degli allenatori raccoglie dati in termini quantitativi e qualitativi , utili per rilevare ed analizzare una o più gare in termini statistici parziali o totali , con lo scopo di ottenere report calcolati su scale numeriche . Cosicchè i valori ( volume , velocità , varietà , variabilità , complessità , reiterazione) diventano numeri , o video comprensibili anche per i giocatori. Tali dati si rappresentano con tabelle , grafici , indici , filmati , griglie di valutazione…. Da mezzo secolo l’allenatore si avvale dunque della matematica per studiare i modi in cui una gara di basket può essere sintetizzata e compresa attraverso risultati numerici derivanti dal processo di sintesi dei dati osservati. I dati statistici :
-raccolgono dati oggettivi e pertanto comprensibili.
-scoprono leggi che regolano dati in apparenza disordinati , e ne operano il confronto.
- descrivono variabili di riferimento ben identificabili.
-mettono in evidenza gli aspetti essenziali , risalendo alle leggi che li regolano.
-non sono suscettibili di interpretazioni soggettive.
- evitano un giudizio di valore su quali elementi , o parti del gioco, siano state prioritarie o decisive.
- motivano positivamente ogni singolo giocatore sulla strada del miglioramento.
Il metodo in senso generale riguarda comportamenti di ordine razionale . Più in generale studia regole e principi nella procedura da adottare al fine di acquisire la conoscenza necessaria a compiere un’azione efficace ( ad esempio : il tempismo dei tagli durante la manovra dei cinque giocatori in attacco . E ancora le spaziature sul campo dei giocatori . E le regole per giocare una difesa di squadra che tenga conto del lato forte e del lato dell’ aiuto. E le regole della transizione difensiva….).
Metodologia dell’esperimento : si basa sulla osservazione ripetuta nel tempo , effettuata in condizioni particolari create artificialmente , il più spesso con regole di restrizione , adatte a far cogliere aspetti non evidenti della materia che è sottoposta ad indagine ( esempio : la riduzione del numero dei palleggi , o la pressione sulla palla , o la difesa individuale di squadra sul lato dell’aiuto , o le rotazioni difensive ) .
Test di verifica: servono per conoscere l’effettivo possesso delle conoscenze richieste, con lo scopo di appurare le conoscenze formative , fisiche , coordinative , e di predisporre attività di collegamento , o esercizi di recupero. Ad esempio : come si collegano le fasi di smarcamento , ricezione , arresto , e tiro di un attaccante che esce da un blocco verticale o da un blocco cieco.
Valutazione degli errori : che possono essere individuali o collettivi ,casuali o sistematici - anche non intenzionali - per considerarne la natura e le circostanze materiali , allo scopo di correggere o meglio indirizzare le strategie ed i piani di revisione . Ad esempio , un calo di tensione agonistica all’ inizio del terzo quarto di gioco , oppure una diminuita percentuale di realizzazione dopo una serie di sprint . Ciascuno può commettere errori , e questa semplice constatazione non rende negativo o inutile l’autore. Se davanti al proprio computer un errore commesso invita automaticamente il giovane a provare in un altra maniera , allo stesso modo un adulto - familiare , insegnante o allenatore - che scopre l’errore , non può ritenere che quel giovane sia un perfetto incapace o uno sportivo idiota.
L’errore è una parte naturale del processo di apprendimento , e non sarà mai una dimostrazione di inettitudine o incapacità.
Metodi di controllo : consentono di variare o mantenere costanti le necessità sperimentali , studiando il comportamento di un sistema ( equilibri , automatismi , disagi , distrazioni , impedimenti , disvalori ...) e le capacità di adattamento alle condizioni , al fine di offrire e raggiungere migliori prestazioni che consentano di realizzare gli obiettivi finali stagionali. Ad esempio : quanto influisce una buona condizione fisica sulle prestazioni difensive di un giocatore negli ultimi minuti di gara .
Metodi statistici : si fondano su valori osservati , che vengono rilevati periodicamente : manualmente , o in video , o elettronicamente , in corrispondenza alle voci scelte per studiare le fasi del gioco durante un allenamento o in gara o attraverso colloqui , o ricavandoli da un archivio-dati.
Detti valori confluiscono in uno “score” che comprende voci e formule matematiche da tempo note ( tiri , palle perse , palle recuperate , rimbalzi , assist , percentuali di realizzazione , falli subiti , indici e valutazioni) .

LA METODOLOGIA IN GENERALE

Poichè l’attività sportiva è interessata ad un insieme di processi quali : coordinazione , velocità, reattività , tempismo , ritmo , destrezza , determinazione , anticipazione, fantasia, …) è ovvio che il basket si fondi sulla osservazione e sulla percezione di un determinato evento , già sapendo che molta parte del gioco è situata tra stimolo e reazione (“ chi agisce vince , mentre che reagisce perde” ).
Lo scopo è quello di conoscere sotto quali condizioni si ottengono determinate circostanze o conseguenze sul campo . Poiché una singola osservazione , per quanto precisa , nonché avvalorata dai metodi di indagine di cui sopra non sarebbe sufficiente , la medesima osservazione potrebbe avere un preciso significato solamente quando la si possa confrontare con una successiva indagine , che si appoggi a sua volta su un altro processo confrontabile , e così di seguito. I vari processi si possono studiare solo in condizioni mutevoli , variabili , e tali valori si potranno descrivere quantitativamente ed anche qualitativamente ( per portare un semplice esempio : ricevere palla , mettere i piedi a canestro , avere le gambe cariche , vedere il campo , lo sguardo sul ferro , sapere dove sono i quattro compagni….. ).

METODOLOGIA DELL’ ESPERIMENTO

Quante volte abbiamo insegnato ai più giovani il tiro in corsa ! La faccio breve :
-da sotto e da fermi con una sola mano ,
-poi anche con la mano-guida ,
-poi con l’uso dello specchio ,
-poi con un passo e tiro ,
-poi con la mano sinistra
-poi ricevendo in corsa.
- infine dal palleggio.
Facciamo agire intenzionalmente ed in maniera controllata una variabile indipendente: ( penetrazione con un solo palleggio e tiro in corsa con la mano “forte”).
Poi la variamo , e ne osserviamo l’effetto su una variabile dipendente ( posizione delle braccia sulla palla al momento del suo recupero da quel singolo palleggio ).
Tale esperimento (quantunque filosoficamente arbitrario ) , ripetibile , e variabile , offre tuttavia parecchi vantaggi al nostro piano metodologico , in quanto si possono creare condizioni migliori per l’ osservazione : per eliminare gli errori , per predisporre strumenti di misurazione e di registrazione , tenendo sempre sotto controllo le condizioni sperimentali ( insegnamento del tiro in corsa ).
Con successivi esperimenti si può raggiungere un miglior grado di oggettività , ma anche un repertorio individuale più vasto e variegato.
In successivi esperimenti le condizioni andranno variate una alla volta.
Grazie alla struttura dell’esperimento ed alla nostra organizzazione didattica, la dimostrazione sarà più corretta , meglio accertata , e l’azione in campo tenderà al progresso ed alla completezza del gesto tecnico. L’obiettivo finale del miglioramento dei singoli e della squadra sarà forse raggiunto.

Bruno Boero , dicembre 2023