HOOPS CON

" L’autore sposta l' attenzione su una gara individuale e di squadra che si potrà svolgere nel pieno rispetto delle nuove norme di restrizione in vigore dal mese di marzo  2020  che vietano assembramenti e  suggeriscono il distanziamento .".

Tutto ha avuto inizio esattamente nell'estate 1978. Ho continuato praticamente sino ad oggi, con ricerche, test, studio, prove, molta convinzione e dedizione. In quell’estate al Camp Piemonte di Verbania, il quarantenne coach Paul Westhead (al tempo capo allenatore di la Salle University di Philadelfia) mi confidò l'idea di voler architettare un trofeo di basket a punteggio.

Per inciso, coach Westhead allenerà poi sino al 2014 nelle più importanti franchigie: Lakers, Bulls, Denver Nuggets, Orlando Magic, Seattle Supersonics, oltre che Loyola Marymount University a Chicago.

Ritengo oggi che il progetto sia terminato, dopo averlo spiegato ed applicato nelle situazioni più svariate, anche con giocatori ed allenatori di altri Paesi come Spagna, Germania, Siria, Ghana e Canarie dove ho tenuto alcuni clinic internazionali; il messaggio può essere universale in quanto diverte e piace ai giovani giocatori e giocatrici.

Inoltre questo gioco, che è individuale ma anche di squadra, non prevede assembramenti né contatti fisici: e la cosa oggi non è di poco conto , anche tenendo conto che ciascun giocatore può usare un suo pallone ed eventualmente anche indossare la mascherina.

La mia opinione è che si tratti di una reale competizione di Basket, un trofeo da lanciare anche in campo nazionale ed internazionale, divertente ed eccitante, non solo per chi si prepara a metterlo in pratica sul campo, ma anche per gli spettatori che vi assistono.

Per i giocatori i miglioramenti non solo sono dichiarati, presunti od aleatori, ma concreti e tangibili, come vedremo. E con l'allenamento alla competizione, sotto forma di gioco, i progressi individuali arrivano presto.

Bruno Boero

Scarica l'articolo