TREVISO – Passano gli anni, gli obiettivi possono anche ridimensionarsi, ma il fascino di certe sfide non potrà mai afflosciarsi: è il caso del duello tra la Benetton e la Fortitudo, che ha segnato sfide epiche nell’ultimo decennio, ad altissimi livelli, prima di ridursi per rilevanza ad una normale partita di ’routine’ utile solo ai fini del miglior piazzamento della classifica e nulla più. Almeno per il momento, visto che Treviso dilapida regolarmente in trasferta la schiacciante supremazia che l’aria di casa le garantisce (sono 11 le vittorie interne in campionato su 12 partite giocate), mentre la Bologna biancoblù attraversa una stagione piuttosto imbarazzante e deludente, e ancor di più alla sola lettura dei nominativi che vanno a comporre quel roster (tutt’altro che da seconda fascia) che ’patron’ Sacrati ha saputo affidare dapprima a coach Sakota ed ora a Pancotto. I ricordi non si stemperano così facilmente, dicevamo, e l’ennesima dimostrazione è venuta dai 40 minuti vissuti non solo sul parquet dai protagonisti ma anche sugli spalti dalle due tifoserie sempre piuttosto colorite nello scambiarsi incessantemente cori di reciproci, goliardeschi, ‘sfottò’, con l’ultima parola che è spettata, di diritto, ai trevigiani, vincitori a referto per la gioia incontenibile del proprio pubblico.

Il primo quarto di gara fa storia a sé: Neal e Wallace alimentano la ‘sfuriata’ della Benetton, che ‘scappa via’ lasciando di stucco gli avversari (8-2 dopo i primi due minuti). Neanche un animato ’time-out’ consente alla Fortitudo di riprendersi, tanto che il divario tra le due formazioni continua inesorabilmente a dilatarsi fino ad un quasi imbarazzante +19 (23-4) a pochi secondi dallo scadere del quarto. I sorrisi compiacenti si sprecano tra tifosi ed addetti ai lavori trevigiani, ma da lì a poco tanto ottimismo sarebbe stato repentinamente tramutato in reale preoccupazione.

Era inevitabile che Bologna avrebbe ribaltato quel -2 parziale di valutazione segnato nei primi 10 minuti di gioco, ma forse nemmeno coach Mahmuti si sarebbe atteso che questo sarebbe avvenuto con un secco ‘contro-break’ di 0-14 coincidente con uno di quei periodi bui che ripetutamente la Benetton attraversa in trasferta. La Fortitudo riesce a riavvicinarsi ai locali (23-18), non tanto e non solo grazie alle migliori percentuali realizzative e alla ritrovata fiducia nei propri mezzi (buonissimo, in tal senso, il contributo della ‘new entry’ Alex Scales), quanto soprattutto all’eloquente -16 alla voce ‘plus/minus’, riconducibile all’opaca, smarrita ed inconsistente comparsata in campo di DaShaun Wood, chiamato a far rifiatare per una decina di minuti un sempre più convincente (ed irrinunciabile) Bulleri. La Gmac punta sulla fisicità di Bagaric e Papadopoulos per mettere in difficoltà la difesa trevigiana, in particolare Nicevic, costretto ben presto al terzo fallo personale, e per ricucire il divario: le due torri fortitudine a turno sovrastano un Renzi al quale manca ancora una buona dose di esperienza e ‘cattiveria’ per poter contrastare la supremazia psicologica e fisica dei lunghi avversari. La partita si incanala pertanto sui binari della sostanziale parità (33-32 all’intervallo).

La ripresa delle ostilità assume i connotati della sfida personale tra Bulleri e Scales, che prosegue in sostanziale equilibrio atteso che entrambi cercano e concretizzano iniziative personali di pregevole qualità, sia dalla lunga distanza che con taglienti penetrazioni tra le maglie avversarie. Ma tocca a capitan Mancinelli l’onore di siglare il primo pareggio della serata con una ‘bomba’ (54-54), mentre è Lamma a dare il ‘la’ con una tripla addirittura per il sorpasso. Sull’altro fronte è un motivatissimo Rancik a rispondere da lì a poco con due canestri consecutivi (il secondo proprio sulla sirena) a fronte di altrettanti recuperi.

Mentre sotto le plance prosegue incessantemente la ‘guerra dei lunghi’, appare sempre più probabile che le sorti della gara possano venir decise dalle scelte e dalle gestioni dei possessi da parte degli esterni: per questo a monopolizzare il gioco sono da ambo le parti sempre gli stessi giocatori, nello specifico Bulleri e Gordon, con Scales e Wallace che comunque non sprecano nessuna occasione per apporre il loro importante tassello sull’economia della partita. È una bomba ‘impossibile’ realizzata proprio dal ‘Bullo’, a pochi centimetri dalla panchina ospite, con un arresto e tiro dal lato destro assolutamente imprevedibile ma al tempo stesso ‘letale’ per le residue speranze di successo da parte della Gmac. La girandola di tiri liberi che ha caratterizzato gli ultimi istanti della gara non ne cambia le sorti, e la Benetton può pertanto tirare quel sospiro di sollievo e di soddisfazione che le consente di aggiungere due punti in classifica (80-77) nonchè di rimanere nella prima fascia delle squadre che puntano ai ‘play-offs’.

Marco Cescon