Il timore per il bisturi esternato al professor Maurizio Fornari, lo stesso che ha operato la schiena di Alessandro Nesta. Sono giorni di dubbi per Danilo Gallinari, in breve vacanza italiana autorizzata dai New York Knicks. L'entusiasmo del fratellino Federico e le cure di mamma Marilisa, in cascina a Graffignana, curano solo in parte i dolori di articolazioni e anima.

Gallinari, come sta?«Così così. La mia schiena è migliorata fino a gennaio, ora siamo arrivati al punto in cui non va ne avanti ne indietro. Con i Knicks ci siamo detti che è meglio trovare una soluzione permanente».Qual è i! problema?«Il canale del nervo sciatico sinistro, più stretto di quello destro dalla nascita. Ho risolto quelli di stabilità della colonna vertebrale e di postura, col nuovo preparatore, e ridotto la protrusione discale con la fisioterapia. Vedrò ancora uno specialista, poi tornerò a New York».Si farà operare?«Difficile decidere. Ho ancora vent'anni, sto completando lo sviluppo, magari il mio corpo si adatta e impara a gestire. Per otto mesi ho fatto di tutto per evitare di andare sotto i ferri: ma non sarà un problema se avrò la certezza che dopo tornerò al 100 per cento».Rischia la carriera?«No. Prima o poi passerà. Si tratta solo di vedere quando».Quando tornerà a giocare?«Ne parlerò con Mike (D'Antoni, il coach, ridr). Anche se non tantissime, abbiamo ancora qualche chance di andare ai playoff. Io ci spero, e se mi chiedono di stringere i denti ci sono».In caso contrario, è l'ora del bilancio di un anno.«Positivo sicuramente. È vero, chi mi ha visto giocare a Milano sa di cosa sono capace, il pubblico di New York non ancora. Ma Mike è tranquillo, mi aspetta».Soddisfatto anche delle serate in cui non le passano la palla neanche per sbaglio, il famoso schema "Palo aito" in cui il palo è ele?« (ride, ndr),è una delle cose che miglioreranno al secondo anno. Tutti i miei inizi, in carriera, hanno avuto qualche problema: il piede a Pavia che ha condizionato l'awio a Milano, l'infortunio in Nazionale. Sono problemi di crescita, fisica e tecnica: mi fossi conosciuto meglio prima, starei meglio adesso».Intanto ha fatto cambiare la canzone che l'accompagna su! parquet.«Da That's amorea Tanto (3) di Jovanotti e Applausi per Fibra. Un segno di stima, se vogliamo. L'America comincio a conoscerla meglio, Times Square continua a darmi i brividi come la prima volta in campo al Madison. Sfato un falso mito: si mangia bene ovunque, mentre è vero che i loro tabloid sono scarsissimi, non mi hanno mai beccato in dolce compagnia... Tornando seri, lì la crisi si tocca con mano. Anche noi del Nba, che infatti cominciamo a parlare di serrata comel anni fa».Visti da vicinissmo: Kobe o Le-BronKobe Bryant, stile unico: lo pensavo qui in Italia, lo penso ora che l'ho visto dal vivo».Chi ha rivisto qui a Milano? Vecchi amici? Non certo gli ex compagni, visto che è rimasto solo Katelynas.«Solo dottori e famiglia, anche se il cellulare non sta mai zitto. L'Armani? La seguo, vive il suo periodo dipassaggio: l'ambiente e io per primo ci aspettavamo qualcosainpiùmaimiracolinon arrivano subito. E comunque:sono arrivati in Top 16 di Eurole-ga e sono quinti in campionato, come noi alla fine dello scorso anno. E possono migliorare».

fonte Massimo Pisa - Repubblica edizione Milano