Mario Boni
Mario Boni

Mario Boni dichiara ridacchiando di avere 36 anni ma non ci crede nessuno. Perché quando ne aveva veramente 36, realizzava 20.8 punti di media a partita a Roseto in A-2, mentre dieci anni dopo ne ha segnati 25.5 portando Piacenza a chiudere imbattuta la stagione regolare nel girone B della C Dilettanti.

 

Trenta partite, 30 vittorie, oltre alla conquista della coppa Italia (con 39 punti di un certo Boni): caso unico nella pallacanestro nazionale.

 

Oltre a 25 punti, 10.7 rimbalzi a partita. Sono tutti più bassi di 2 metri in C Dilettanti?

«Mi sono trasformato in ala-centro e mi diverto da pazzi. Gioco spalle a canestro, uso il mestiere. Mi sento Shaquille O'Neal».

Come avete fatto a non perdere neanche una partita?

«Premessa: vincere è difficile sempre, a qualunque livello. In C gli avversar! fisicamente sono forti. E giovani».

Appunto, il 30 giugno gli anni saranno 46 anni. Stanco?

«No. Amo questo gioco come quando ero bambino. E da lungo faccio meno fatica. Giocare è come andare in bicicletta: il fisico si abitua a fare un movimento e se c'è la passione ti stanchi molto meno. Sarà genetica, la fortuna di non aver avuto infortuni gravi, ma io mi sento veramente 10 anni di meno. Alcuni coetanei mi sembrano mio nonno».

E gli allenamenti?

«Tre volte alla settimana. Lo scorso anno era peggio: a Casalpusterlengo, coach De Raffaele ci faceva giocare 4 contro 4 per lavorare sulla tattica. Alla fine sentivo tutti i dolori del mondo, il fisico si stava rifiutando. Troppa tattica rompe i maroni, diciamolo. Adesso il mio avversario in allenamento ha 20 anni, mi fa correre. Stare con i giovani, parlare di gnocca in spogliatoio, mi fa sentire come uno di loro».

Nel 1993 segnava 30 punti a partita in A-1 con Montecatini: perché oggi si segna meno?

«Vedo che Michael Hicks, il mio cambio a Roseto nel 2001/02, è il miglior marcatore con 18.9 punti di media. Non ci sono più i realizzatori di una volta nè le squadre al servizio di uno solo».

Fare il commentatore a Sky è un assaggio del suo futuro?

«Parlare di futuro è complicato. In tv e su Futurshow station in radio mi diverto. I miei commenti sembrano irriverenti ma sono sinceri e diretti alla pancia di chi ascolta».

Via con i pronostici: Siena è imbattibile in Italia?

«Sì. È esaltante, mi colpisce l'approccio mentale. Mcintyre non si sarebbe mai fatto fare quello che Boykins ha subito da Collins in Ferrara-Virtus».

Chi arriverà seconda?

«Io avrei paura di Milano, è la più in forma. Tifo gli amici di Teramo che hanno ritirato la mia maglia numero 20. Ma spero anche nella Virtus. Roma è meno squadra».

Chi vince l'Eurolega?

«Il Barcellona, mi è piaciuta subito. Il mio compagno Hugo Sconochini (solo 38 anni, ndr) era per il Tau, io no: coach Ivanovic non mi da fiducia».

Chi vince la Nba?

«Lakers contro Cleveland in finale».

Il pronostico più difficile: quando smette di giocare?

«A 32 anni firmai un triennale pensando che sarebbe stato l'ultimo contratto. A 35 ho rimandato la decisione ai 40. Poi ai 45. Seguo la tabellina del 5, quindi il prossimo obiettivo sono i 50. Mi diverto, a giocare a basket godo come un riccio».