Stefano Mancinelli
Stefano Mancinelli

«A Teramo senza pensare all'esito di Udine-Rieti»

 

Bologna - STEFANO Mancinelli, il fortitudino d'Abruzzo. Da sempre il Mancio va fiero delle sue radici, non ha mai nascosto di essere nato a Chieti e di essere legatissimo alla sua terra e ai suoi amici di infanzia, tanto da scappare spesso a casa dai suoi genitori quando i riposi lo consentono.



Allo stesso modo la Fortitudo è stata la sua seconda madre. I ragazzi della Fossa dei Leoni sono state le sue prime conoscenze a Bologna, quando dormiva nella foresteria di via San Felice 103, sede della storica palestra Furia. Con molta probabilità l'anno prossimo non vestirà più la maglia della Fortitudo, ma dentro rimarrà sempre un fortitudine. Domenica il suo cuore sarà diviso a metà, da una parte l'Abruzzo martoriato dal terremoto e la provinciale Teramo che arrivando terza potrebbe fare un pensierino alla finale scudetto alla faccia di Milano e delle due Virtus, dall'altra la salvezza della Fortitudo.

Oggi la Gmac ha nuovamente il destino nelle suemani e se domani sbancherà il PalaScapriano sarà salva senza dover attendere risultati positivi da Udine, dove giocherà la Sol-sonica Rieri contro la già retrocessa Snaidero.

«Domenica sarà durissima, ma noi vogliamo conquidile «Sono nato a Chieti, con la Tercas una sfida piena di fascino»starci la permamenza in serie A - racconta Mancinelli - in effetti sono a due passi da casa, ma non mi importa di fare una bella figura, speriamo di vincere, non importa come».

SENZA il contributo di Mancinelli, oggi probabilmente la Fortitudo non avrebbe neppure questa opportunità, ma sarebbe probabilmente già condannata alla retrocessione. Oggi, invece, l'Aquila può ancora sperare, una speranza frutto della fortuna e della grande professionalità dimostrata dalla Carife.

«A Rieti Ferrara è stata super, al di là dei conti per arrivare ai playoffera sotto di 18 punti era anche naturale che mollasse, invece a rimontato e vinto, quindi la dobbiamo ringraziare. Però, siamo stati bravi anche noi contro Caserta: non era facile vista la pressione che si portava dietro questa partita e a parte un piccolo passaggio a vuoto abbiamo portato a casa la vittoria. Certo, se ci fossimo svegliati un po' prima non saremo in questa situazione: non dico in trasferta, ma due o tre vittorie in più in casa, giocando come stiamo giocando ora, le avremmo portate a casa».

PER COMPLETARE l'opera ora bisogna vincere a Teramo, un passaggio obbligato per dare un sapore a questa stagione, dando anche l'idea che la Fortitudo si è conquistata sul campo la salvezza, senza speculare sulle difficoltà altrui.

«Scendiamo a Teramo per vincere e giocheremo per questo, senza guardare a quello che starà succedendo a Udine. Per noi la gara di domenica è come una finale scudetto».

Ieri nel pomeriggio la Fortitudo si è ritrovata al gran completo in palestra, oggi allenamento mattutino e poi partenza per l'Abruzzo.

Massimo Selleri