New Jersey Nets @ Indiana Pacers 91 - 107



NETS: Lopez 25 punti, Lopez 14 rimbalzi, Harris e Alston 3 assist

PACERS: Hansbrough 21 punti, Murphy 12 rimbalzi, Ford 5 assist



La partita della Conseco Fieldhouse ha uno script ben preciso: Pacers avanti nel punteggio e Nets a rincorrere.

Indiana, che non vinceva dal 25 novembre contro i Clippers prende subito le redini del gioco, comandando ogni quarto e tenendo la squadra di coach Vandeweghe sempre a debita distanza.Tra i Nets bene il solito Brook Lopez (25 punti e 14 rimbalzi, medie stagionali che flirtano con il 20 e 10), mentre la coppia Alston-Harris, nonostante i 33 punti, tira male (13-32) e crea poco gioco (6 assist in coppia).Per i Pacers, orfani di Granger per le prossime 4-6 settimane, da segnalare il career-high di Hansbrough (21 punti e 7 rimbalzi partendo dalla panchina), i 20 punti e 9 rimbalzi di Hibbert e i 15 più 12 rimbalzi con 5-7 dal campo di Murphy.



 

 
Non è bastata la buona prova di AI ai 76ers (foto www.nba.com)
Non è bastata la buona prova di AI ai 76ers (foto www.nba.com)

Houston Rockets @ Philadelphia 76ers 96 – 91



ROCKETS: Landry 20 punti, Ariza 12 rimbalzi, Ariza 3 assist

76ERS: Iguodala 24 punti, Dalembert 14 rimbalzi, Green 5 assist



Houston sbanca il Wachovia Center grazie alla solita bella prova corale e condanna Philadelphia alla dodicesima sconfitta consecutiva, la terza da quando è arrivato il figliol prodigo Iverson. Dopo le difficoltà iniziali (19-29 Phila il parziale del primo quarto), i Rockets cambiano marcia grazie all’ausilio della panchina (46 punti contro i 6 della second unit di coach Jordan) e chiudono il prima tempo sul meno tre per poi scappare via nel terzo quarto. Inutile il tentativo di rimonta dei Sixers nel quarto finale. Tra gli uomini di Adelman in evidenza Brooks (19 punti), Landry (20 punti e 7 rimbalzi) e Budinger (15 punti in 17 minuti). Doppie doppie per Ariza e Scola. Tra i 76ers bene Iverson (20 punti), Iguodala (24 punti), Brand (19 punti e 10 rimbalzi) e Young (15 punti e 11 rimbalzi). Male la panchina (6 punti e 2-15 totale al tiro).



Atlanta Hawks @ Toronto Raptors 111 - 89



HAWKS: Johnson 20 punti, Smith 8 rimbalzi, Teague 7 assist

RAPTORS: Bargnani 17 punti, Bosh 10 rimbalzi, Turkoglu 8 assist



Anche all’Air Canada Centre, protagonista è la panchina, in questo caso degli Hawks, che guidata da Evans e Crawford, mette 55 dei 111 punti totali della squadra. Atlanta, che ne aveva rifilati 146 ai Raptors poco più di una settimana fa, scappa via fin da subito e al riposo lungo è già avanti di 11 lunghezze. Anche i due periodi finali hanno poca storia e la gara si chiude tra gli sbadigli sul più 22 per i falchi. Tra i canadesi, si salvano solo Turkoglu (12 punti, 7 rimbalzi, 8 assist) e Bargnani (17 punti), mentre per Atlanta, oltre ai già citati Evans e Crawford, autori di 15 punti a testa, buone prove anche per zohnson (20 punti), Pachulia (14 punti) e per il rookie Jeff Teague (11 punti e 7 assist). Nove punti in diciassette minuti per Belinelli.



 

 
Continua a funzionare l'esperimento Marion ai Mavs (foto www.nba.com)
Continua a funzionare l\'esperimento Marion ai Mavs (foto www.nba.com)

Dallas Mavericks @ Miami Heat 106 – 93



MAVERICKS: Nowitzki 25 punti, Dampier 17 rimbalzi, Barea e Kidd 10 assist

HEAT: Wade 28 punti, Beasley e Wade 11 rimbalzi, Wade 5 assist



Erick Dampier mette l’abito di gala, quello che indossa un paio di volte l’anno, e i Mavericks battono gli Heat per la diciassettesima volta negli ultimi diciannove incontri di regular season tra le due squadre. Il centro dei Mavs, approfittando dell’assenza di O’Neal (tornato a Columbia per la morte di un parente) e dei continui raddoppi su Nowitzki, mette a referto una doppia doppia da 20 punti e 17 rimbalzi, con due stoppate e due soli errori dal campo. Aiutata dalla grande prestazione di Dampier, Dallas, partita con Barea (12 punti e 10 assist) in quintetto accanto a Kidd, chiude la pratica già nel primo quarto (30-18) e controlla agevolmente la situazione nei periodi successivi. Tra i texani solida prova di Nowitzki (25 punti) e Terry (16 punti), mentre tra gli Heat, che tirano con il 40.2% e il 16.7% dall’arco, bene Wade (28 punti e career-high pareggiato di 11 rimbalzi ma 8-24 al tiro), Haslem (22 punti e 10 rimbalzi) e Beasley (16 punti e 11 rimbalzi ma 7-19 dal campo).



Golden State Warriors @ Chicago Bulls 91 – 96 OT



WARRIORS: Ellis 27 punti, Maggette 10 rimbalzi, Ellis 5 assist

BULLS: Deng 21 punti, Noah 14 rimbalzi, Deng 6 assist



I Warriors partono forte, andando avanti di 7 lunghezze al termine dei primi due quarti, svantaggio prontamente recuperato dai Bulls, che allo scadere dei tempi regolamentari hanno la possibilità di vincere la gara, ma il maldestro tentativo di Rose si spegne sul primo ferro. Il tempo supplementare non ha storia: Golden State mette a segno solo 4 punti e vede svanire le residue speranze sul fallito tentativo di tripla di Cj Watson a 21 secondi dal termine. Per i ragazzi della baia, che tirano con il 38.1%, solo tre uomini in doppia cifra (Ellis a 27, Maggette a 14 e Morrow a 12), mentre tra i Bulls, che tirano poco meglio (41.7%), i migliori sono Noah (18 punti e 14 rimbalzi) e Deng (21 punti, 6 rimbalzi e 6 assist).



Portland Trail Blazers @ Cleveland Cavaliers 99 – 104



BLAZERS: Roy 23 punti, Przybilla 11 rimbalzi, Blake 8 assist

CAVALIERS:James 33 punti, O’Neal 11 rimbalzi, Williams 10 assist



Dopo due stop consecutivi, i Cavs tornano al successo sfruttando la panchina corta di Portland (solo 9 giocatori a referto), di nuovo orfana anche di coach Nate McMillan (in recupero dall’intervento al tendine d’achille), sostituito per la quarta volta dall’assistente Dean Demopoulos. Non a caso il momento migliore degli uomini di Mike Brown coincide con il calo fisiologico degli ospiti; sotto di 9 all’intervallo (54 – 45), Cleveland realizza un parziale di 45 – 59 nella ripresa, sospinti manco a dirlo dall’orgoglio di Lebron (37’, 14/24 + 7 r + 7 a) e dalla sostanza dal pino di un positivissimo Anderson Varejao (season-high da 22 pt conditi da 10 carambole); doppie-doppie anche per Shaq (23’, 14 + 11 r) e Mo Williams (35’, 14 + 10 a). A Portland non basta mandare 5 uomini in doppia cifra per evitare la sconfitta, tra cui il solito sospetto Brandon Roy (però 9/25 dal campo in 39’), Lamarcus Aldridge (35’, 22 ma solo 2 r!) e Andre Miller (20 in 32’); ‘uovo’ invece per Steve Blake (0/4 in 35’).



Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 102 - 94



THUNDER: Durant 32 punti, Durant 10 rimbalzi, Westbrook 7 assist

GRIZZLIES: Conley 20 punti, Randolph 20 rimbalzi, Conley 8 assist



Gara dai mille volti al FedExForum di Memphis dove i Thunder vanno alla pausa lunga in pieno controllo (56 – 42), ma subiscono la veemente reazione dei padroni di casa nel terzo quarto (parziale di 10 – 28; 8 – 24 il conto dei rimbalzi nel periodo di cui 13 del solo Zach Randolph, nuovo record di franchigia per rimbalzi in un quarto), per poi uccidere la gara con un devastante parziale di 17 – 3 in apertura di quarto quarto (dal 66 – 70 all’83 – 73). Al termine, consueto scout regale per Kevin Durant (10/22 in 41’), ben supportato dagli efficaci Russell Westbrook (36’, 23 + 6 r +7 a) e Nenad Krstic (27’, 15 + 8 r); serata storta per la terza scelta assoluta James Harden (2/11 in 23’). Dal canto loro, dei pur combattivi Grizzlies interrompono una striscia di 3 vittorie, ricevendo solo 9 punti dalla panchina; ben 85 invece quelli del quintetto base tra cui spiccano il season-high di Mike Conley e i sontuosi numeri di un inusualmente aggressivo Randolph (40’, 19 + 20 r), mentre Mayo (39’, 18 ma 8/23) e Gay (41’, 16 pur con 4/16) chiudono con basse percentuali.



 

 
La buona vena di Al Harrington ha aiutato non poco i Knicks nel finale (foto www.nba.com)
La buona vena di Al Harrington ha aiutato non poco i Knicks nel finale (foto www.nba.com)

New York Knicks @ New Orleans Hornets 113 - 96



KNICKS: Harrington 28 punti, Lee 14 rimbalzi, Duhon 9 assist

HORNETS: West 20 punti, West 7 rimbalzi, Paul 13 assist



Incredibile ma vero, i Knicks si confermano una delle squadre più calde del momento, infilando il 4° successo consecutivo, il 5° nelle ultime 6 giocate. Sotto anche di 16 ad inizio gara, gli uomini di D’Antoni risalgono lentamente la china, dando lo strappo decisivo al match negli ultimi 4’ di gioco quando realizzano 6 triple consecutive all’interno di un mortifero parziale di 18 – 0. Pur ruotando solamente 7 uomini (più Curry utilizzato per 6’ appena), New York chiude col 55% dal campo, ma soprattutto col 52% da 3 (13/25), sospinta da Al Harrington (34’, 11/20 + 7 r), Chris Duhon (34’, 22 con 6/8 da 3 + 9 a), Wilson Chandler (20 in 33’) e David Lee (41’, 17 + 14 r); solido più che mai il Gallo uscendo dalla panchina (29’, 12 + 11 r + 2 st). Un’imprecisa New Orleans (40% dal campo) nulla può di fronte alla straordinaria performance balistica avversaria nonostante i numeri decenti di David West, Peja Stojakovic (16 in 38’) e Chris Paul (36’, 13 + 13 a ma 4/14).



Charlotte Bobcats @ San Antonio Spurs 85 - 104



BOBCATS: Jackson 23 punti, Wallace 6 rimbalzi, Felton 5 assist

SPURS: Ginobili 22 punti, Duncan 9 rimbalzi, Parker 10 assist



Di fronte al pubblico amico gli Spurs fanno e disfano la tela contro il formato ridotto dei Bobcats in versione trasferta (1 – 9 on the road). I padroni di casa dominano il primo tempo (42 – 59), ma come spesso gli accade tirano letteralmente i remi in barca (le 28 perse finali devono aver fatto rizzare ogni capello presente sulla testa di Gregg Popovich) facendosi rimangiare tutto il vantaggio accumulato nel terzo quarto (71 – 72), per poi mettersi di nuovo al lavoro come se niente fosse. Perse a parte, San Antonio stravince il duello in ogni casella statistica (59% al tiro vs 42%; 58% da 3 vs 25%; 40 – 25 a rimbalzo), ritrovando la chirurgica efficienza di Manu Ginobili (4/5 da 3 in 26’), con Tim Duncan e Richard Jefferson (17 pt a testa) che salgono di colpo e George Hill che conferma la sua crescita esponenziale (12 in 23’). Oltre a Stephen Jackson (ben 45’ in campo), solo due gli uomini in doppia cifra per Charlotte: Gerald Wallace (18 in 36’) e Boris Diaw (10 in 25’).



 

 
Nonostante il dito rotto, Kobe ha già annunciato che continuerà a giocare, proprio come nella passata stagione (foto www.nba.com)
Nonostante il dito rotto, Kobe ha già annunciato che continuerà a giocare, proprio come nella passata stagione (foto www.nba.com)

Minnesota Timberwolves @ Los Angeles Lakers 92 - 104



TIMBERWOLVES: Jefferson 24 punti, Love 19 rimbalzi, Sessions 5 assist

LAKERS:Bryant 20 punti, Gasol 20 rimbalzi, Gasol 7 assist



Tutto facile per i Lakers che consolidano il loro dominio incontrastato della Western Conference inanellando l’11esima W filata. A rovinare l’umore dell’ambiente angelino durante il primo quarto arriva però la frattura all’indice della mano destra di Kobe (infortunio molto simile a quello riportato l’anno passato al mignolo), di cui però il diretto interessato pare non accorgersi mostrando come sempre la via ai suoi (8/18 in 34’); prova totale per Pau Gasol (38, 17 + 20 r + 7 a), mentre di Ron Artest (16 in 35’) è il miglior plus/minus di squadra (+ 28). Sponda ‘Wolves, appare decisamente in crescendo la condizione di Al Jefferson (10/18 in 33’), come il processo di inserimento inserimento di Ramon Sessions (15 in 22’).



Orlando Magic @ Phoenix suns 103 - 106



MAGIC:Lewis 24 punti, Howard 18 rimbalzi, Carter e Williams 6

SUNS:Stoudemire 28 punti, Stoudemire 10 rimbalzi, Nash 18 assist



Prosegue l’imbattibilità all’US Airways Center (8 – 0) dei Suns, che impongono il second stop consecutivo ai Magic dopo quello incassato contro i Jazz nella notte precedente. Del grande protagonista di serata la giocata decisiva a pochi secondi dal termine; Amar’e Stoudemire arpiona il rimbalzo offensivo sull’errore di un comunque soprendente Jared Dudley (32’, 19 con 4/5 da 3) e affonda la schiacciata del + 3 finale; tra i Suns serata in ufficio per l’instancabile Steve Nash (40’, 20 + 7 r + 18 a) che, tra gli altri, trova il modo di innescare anche Jason Richardson (16 in 36’). La difesa organizzata da coach Gentry concede solo 1 tentativo dal campo a Dwight Howard (10 + 18 r), forzandolo ben 17 volte in lunetta (con soli 8 centri), ma soprattutto limitandone l’impatto; in aggiunta i Magic chiudono con uno scarso 13/38 (34%) da 3 (3/11 per Lewis) e con le chiavi vincenti del loro sistema pressoché inefficaci non possono che alzare bandiera bianca; male Vince Carter (23’, 8 con 3/10), numeri importanti invece quelli di Mickael Pietrus (32’, 23 + 8 r con 4/5 da 3).



Cristiano Pettinari e Stefano Molle