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Importante appuntamento oggi (ore 16 - Sala dei Cordari) per il futuro del basket reatino. Il presidente Papalia, come già annunciato nei giorni scorsi, terrà la conferenza di presentazione della proposta progettuale per il futuro della Nuova AMG Sebastiani Basket da dibattere con gli amici della stampa ed il pubblico che avrà il piacere di partecipare.
Il presidente alzerà comunque il velo sul quel progetto di risanamento sostenibile che ha già illustrato ai rappresentanti regionali. I dettagli non sono certamente ancora noti, ma di fatto si tratterà di una sorta di operazione spalma debiti. In sostanza, tutto il debito societario che pesa come un macigno sul futuro del club, ad oggi è considerato un debito a breve termine, da ripianare di fatto ad ogni fine stagione. L'idea è quella di trovare uno o più partner che, con le dovute garanzie, conceda alla società un finanziamento da restituire nell'arco di 5 o 6 anni. In questo modo la società avrebbe un debito annuale di molto inferiore e, a parità di introiti, potrebbe certamente meglio pianificare le stagioni future. Chiaro che per realizzare il progetto c'è bisogno forse di nuovi soci che affianchino l'attuale proprietà oltre che delle istituzioni che potrebbero fungere da garanti della posizione. Una strada che di fatto è vista od oggi come ultimativa di una situazione che altrimenti porterebbe gli attuali soci a decidere a fine stagione di dismettere l'attività professionistica. Questo accade alla vigilia di un incontro che, non fosse altro per il blasone di Siena, meriterebbe di certo una platea importante. La Mens Sana, è purtroppo, anche per la Sebastiani, uscita dall'Eurolega per mano dei greci del Pana-tinaikos. Peccato per i senesi, unici rappresentanti dell'Italia cestistica ma peccato anche per la Sebastiani che dovrà vedersela anche con la voglia di riscatto di una squadra che in campionato ha finora perso una sola volta. Il Montepaschi arriverà a Rieti, forse anche stanco per le quattro partite disputate in Europa nel giro di una settimana ma la squadra di Simone Pianigiani dispone di un roster che non lascia troppi spazi ai sogni reatini di realizzare il colpaccio. Di sicuro in casa reatina macherà ancora Pervis Pasco, ed ormai sarà così fino a fine stagione, visto che l'ex pivot della Solsonica, non vuol proprio saperne di tornare sui propri passi.
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CHARLOTTE - MIAMI 92-97
Charlotte: 21 punti Wallace, 13 rimbalzi Okafor, 10 assists Felton
Miami: 27 punti Wade, 7 rimbalzi Cook, 10 assists Wade
Miami rimonta 15 punti di svantaggio e si assicura la matematica partecipazione ai playoff, diventando la seconda squadra nella storia della Lega a qualificarsi alla post season dopo un campioanto da sole 15 vittorie.
Il trascinatore è sempre il solito Dwyane Wade, ma nell'ultimo quarto hanno grande peso specifico le tripla di Daequan Cook e i canestri di Micheal Beasley, tornato dopo l'infortunio alla cavilglia. Per i Bobcats Felton sbaglia la tripla del pareggio a 5'' dalla fine. La squadra di Larry Brown, che perde Raja Bell per infortunio, vede così allontanarsi a 2 partite di distanza Chicago nella lotta all'ottavo posto.
INDIANA - SAN ANTONIO 121-126
Indiana: 35 punti Granger, 13 rimbalzi Murphy, 6 assists Jack
San Antonio: 31 punti Parker, 11 rimbalzi Duncan, 10 assists Parker
La peggior partita difensiva dell'anno dei San Antonio Spurs non costa comunque la sconfitta a Duncan e compagni, che rispondono tirando il 55% dal campo e mandando 6 uomini in doppia cifra guidati da un Parker in stato di grazia. I nero-argento sono ora a mezza partita di distanza dal secondo posto di Denver, pagando a caro prezzo la recente sconfitta casalinga con Oklahoma City. Indiana, che si appoggia come al solito a Danny Granger alla quarta partita consecutiva oltre quota 30, prova con l'orgoglio a strappare una vittoria che terrebbe acceso il lumicino della speranza per la post season (ora Chicago è 4 partite avanti), ma non ponendo mai nessun fermo difensivo agli avversari si preclude ogni possibilità di successo.
BOSTON - ATLANTA 104-92
Boston: 21 punti Pierce, 10 rimbalzi Perkins, 6 assists Rondo
Atlanta: 21 punti Murray, 10 rimbalzi J.Smith, 6 asissts Bibby
"Stiamo giocando davvero bene in questo momento, ma abbiamo assoluto bisogno di riposo", queste le prima parole di Doc Rivers dopo la vittoria dei suoi Celtics su Atlanta (la nona consecutiva nella Bean Town contro gli Hawks). E riposo i Celtics avranno, con 4 giorni di fermo prima della prossima partita. In effetti quando sei verso la fine della stagione, devi continuari a sudare per vincere perchè Orlando da dietro continua a farti sentire il suo pesante fiato sul collo e fai tutto ciò senza Kevin Garnett e senza Leon Powe (alla 9^ partita consecutiva in borghese), la stanchezza può diventare un problema. Per fortuna dei verdi (anche se questa settimane tutte le squadre in Nba sono verdi...) Glen Davis interpreta ottimamente il ruolo di sostituo del Big Ticket e Boston può controllare per 48' la partita, allungando in maniera decisiva nel finale di terzo quarto. Atlanta cercadi non sprecare troppe energie. I playoff e il quarto posto sono al sicuro da un pezzo.
MEMPHIS - DALLAS 107-102
Memphis: 27 punti Gay, 10 rimbalzi Gay, 5 assists Conley
Dallas: 35 punti Nowitzki,9 rimbalzi Nowitzki, 10 assists Kidd
Inopinata sconfitta dei Mavs che avrebbe potuto mettere al sicuro i playoff dal ritorno dei Suns (comunque a 3 partite di distanza) e invece, dopo una partita punto a punto, vengono trafitti dai Grizzlies dei giovani, trascinati da Gay e Conley. Sul 97-97 pari sono 5 punti filati di OJ Mayo a consegnare alla squadra del Tennessee la 3 vittoria consecutiva. La squadra di Mark Cuban, nuovamente senza Josh Howard, ha in pratica il solo Nowitzki a lottare con 35 punti, attorno a lui poca convinzione da parte dei compagni.
OKLAHOMA CITY - PORTLAND 72-107
Oklahoma City: 13 punti Durant, 8 rimbalzi Westbrook, 4 assists Westbrook
Portland: 35 punti Aldridge, 18 rimbalzi Aldridge, 10 assists Blake
Passeggiata di salute al Ford Center per i Trail Blazers che dispongono a piacimento dei Thunder, trascinati da un LaMarcus Aldridge ben deciso a far bella figura sotto gli occhi del suo ex coach a Texas, Rick Barnes, per l'occasione seduto in tribuna a vedere l'incontro. Per Aldridge 35 punti e il career high di 18 rimbalzi. Oklahoma City non ha voglia di rovinare la festa al lungo dei Blazers e così dopo poco in campo non c'è più storia. Ora alla squadra dell'Oregon basta una vittoria o una sconfitta dei Suns per raggiungere matematicamente la post season.
ORLANDO - CLEVELAND 116-87
Orlando: 22 punti R.Lewis, 11 rimbalzi D.Howard, 10 assists Alston
Cleveland: 26 punti James, 9 rimbalzi James, 5 assists James
Il big match della nottata se lo aggiudica in maniera trionfante Orlando che rifila quasi 30 punti a Cleveland, sotto di 41 a un certo punto dell'incontro. Un parziale di 19-2 a inizio secondo quarto in pratica chiude ogni tipo di storia, e sono solo la solita partita di LBJ e qualche tripla di Gibson a salvare i Cavs dalla peggior sconfitta della loro storia. Orlando, così, rimane dietro a Boston, ma solo in virtù di una peggiore percentuale di vittorie, non essendoci differenza nella casella dello sarto in partite. 53% dal campo e 7 uomini in doppia cifra per i Magic.
UTAH - MINNESOTA 102-103
Utah: 34 punti D.Williams, 6 rimbalzi Okur, 11 assists D.Williams
Minnesota: 25 punti Carney e Gomes, 9 rimbalzi Miller, 8 rimbalzi Miller
Brutta sconfitta dei Jazz che vedono interrompere a sorpresa la propria striscia di 15 vittorie casalinghe consecutive dai Minnesota Timberwolves, giungendo per controalla terza sconfitta in fila. La squadra di Jerry Sloan butta via 15 punti di vantaggio e subisce nell'ultimo quarto le giocate di un ottimo Rodney Carney. Okur e Boozer combinano per soli 17 punti con 6/18 dal campoe i Jazz perdono 42-28 la lotta a rimbalzo. Ora la squadra di Salt Lake City dovrà sudarsi la qualificazione ai playoff per la maggior parte in trasferta dove non ha certo un gran record (13-24) e dove giocherà 4 delle restanti 6 partite.
PHOENIX - SACRAMENTO 139-111
Phoenix: 29 punti Nash, 11 rimbalzi Barnes, 9 assists Nash
Sacramento: 29 punti Garcia, 10 rimbalzi Hawes, 8 Udrih
Altra vittoria ad alto punteggio per i Phoenix Suns che con un 14-0 a inizio terzo quarto hanno ragione dei Sacrmento Kings (career high per Thompson e Hawes, 22 e 23 punti). Phoenix si giocherà ora le residue speranze di playoff nella prossima partita in casa dei Dallas Mavs, ottavi in classifica con 3 partite di vantaggio sul team dell'Arziona. "E' come se l'Italia andasse in casa della Francia a giocare per vincere la Coppa del Mondo, quindi non abbiamo scuse. Dobbiamo vincere", il commento di Grant Hill, dietro al quale si cela senza dubbio l'influenza del calciofilo Steve Nash, in un periodo di ottima forma, confermato anche contro la squadra Californiana.
GOLDEN STATE - NEW ORLEANS 111-103
Golden State: 39 punti Crawford, 15 rimbalzi Randolph, 6 assists Turiaf
New Orleans: 43 punti Paul, 14 rimbalzi West, 9 assists Paul
Gli Hornets perdono la grande occasione di fare proprio il 4° posto in classifica a Ovest perdendo malamente a Oakland e ritrovandosi così sesti, mezza partita dietro Houston. Chris Paul mette in piedi un altra partita grandiosa condita da 43 punti e 9 assists, spalleggiato daun David West all'altezza della situazione con 31 punti e 14 rimbalzi (25^ doppia doppia stagionale). Risponde, uno per tutti, Jamal Crawford, con una delle poche partite che l'ex Knicks potrà ricordare in questa sua esperienza nella Baia. Per lui 39 punti e i canestri decisivi nel quarto periodo quando i Warriors mettono definitivamente le mani sulla partita anche grazie al giovani Anthony Randolph che mette 20 punti con 15 carambole.
LAKERS - HOUSTON 93-81
Los Angeles: 23 punti Gasol, 11 rimbalzi Odom, 7 assists Bryant
Houston: 21 punti Artest, 10 rimbalzi Yao, 6 assists Brooks
I Lakers battono i Rockets allo Staples Center e raggiungono quota 60 vittorie per l'undicesima volta nella loro storia, la prima dalla stagione 1999/2000, rimanendo in piena corsa con i Cleveland Cavs per il miglior record della Lega e quindi per il fattore campo lungo tutto il cammino dei playoffs. Per farlo devono comunque sudare non poco contro Houston che mette in campo grande aggressività, testimoniata da una partita che fa registrare 4 falli tecnici. Con un 13-4 i texani rimettono la partita sui binari dell'equilibrio nel terzo quarto, ma è l'ultimo periodo a scavare il solco decisivo, con Bryant e Gasol a mettere a referto i canestri della tranquillità.
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Flashback. Torniamo indietro di 257 giorni. Primo Quarto di Finale delle Final Eight 2008. Il Galatasaray, da "underdog", mette a segno il colpaccio nel derby turco contro il Besiktas Cola Turka di Ergin Ataman, squadra che fino a quel momento vantava una sola sconfitta in tutto il cammino nel torneo.
Un anno dopo, il primo confronto della manifestazione regala forse un "upset" ancor più clamoroso e roboante. A cadere è la milionaria Dynamo Mosca che puntava dritta al bersaglio grosso, ma che invece si squaglia come neve al sole difronte alla verve, alla fame di vittorie ed alla freschezza atletica della giovane truppa di Stevan Karadzic. Partita condotta in modo sorprendentemente autorevole dai ragazzi di Vrsac, che mostrano attributi nei momenti più difficili del match grazie al sacrificio di tutti, attaccando sempre con logica e pazienza nonostante qualche ingenuità di troppo nel finale, che ha rischiato di mettere in discussione un succeso assolutamente meritato. Finisce 93:85 in favore dell'Hemofarm STADA, con 16 punti di un decisivo Bojan Krstovic nel finale di partita (4 rbs, 4 pre), ma è il trionfo dell'intero collettivo, dell'organizzazione perfetta messa in piedi da un Karadzic che può contare anche sui 15 punti del leader Nebojsa Joksimovic, (Marjanovic 12; Pavkovic 12, Bader 10+6rbs). Il tutto senza il talento numero uno in casa Hemofarm, quel Vladan Vukosavljevic out per infortunio da Dicembre. Per la Dynamo, 19 punti in losing-effort per Travis Hansen (5rbs) e Brian Chase (5/8 da3; 5rbs), oltre ad un Bostjan Nachbar discontinuo nell'arco della stessa partita (15; 1/5 da3; 5rbs), al pari di Javtokas (12) e Bykov (12). Pessime invece le prove di due dei giocatori più attesi alla vigilia, ci riferiamo all'impalpabile Darjus Lavrinovic (0/3 da3) e ad un Sergey Monya in versione "ghost", un autentico ectoplasma in 24 minuti di impiego.
Il primo canestro della Final Eight 2009 lo mette a segno Travis Hansen per la Dynamo Mosca, subito replicato da un'inchiodata di Boban Marjanovic. Grande aggressività dal punto di vista difensivo in avvio di partita, con qualche forzatura di troppo nelle conclusioni pesanti soprattutto per la Dynamo Mosca, contro un Hemofarm che attacca bene la retroguardia avversaria trovando tiri ad alta percentuale, grazie ai movimenti dei giocatori non in possesso di palla ed alla cooperazione offensiva. In particolare, Nebojsa Joksimovic crea gioco e finalizza in entrata, tanto da costringere David Blatt a cambiare marcatura, inserendo Sergey Bykov, mentre Boki Nachbar si iscrive a referto con una tripla che segna il vantaggio (l'ultimo!) per i moscoviti (9:8 al 6'e25''). La Dynamo nonostante le cattive percentuali al tiro trova ossigeno nei rimbalzi offensivi e nelle palle perse dei serbi, che al contrario possono contare su un Boban Marjanovic autentico fattore (7 punti nel primo quarto) ed autore di una perentoria schiacciata condita da tiro libero supplementare. La partita comunque resta sul filo dell'equilibrio, con Bykov, il migliore in casa Dynamo nel momento, che va a canestro con un paio di azioni in palleggio-arresto-e-tiro in area, definendo il punteggio sul 18:20 in favore dell'Hemofarm al 10'.
Show offensivo nel secondo periodo per gli uomini di Stevan Kardzic che, grazie a due triple filate e canestro-e-fallo di Marton Bader, raggiungono il +7 mostrando clamoroso (quanto inaspettato) impatto fisico in area pitturata contro la pesante batteria di lunghi Dynamo, nonostante la latitanza iniziale della stellina Milan Macvan (9). Dopo il +9 di Borisov (2), per i moscoviti sale finalmente di giri Nachbar che ha un accelerazione degna dell'ex NBA, lampo che tuttavia dura pochissimo - in uscita dal time-out, l'Hemofarm trova risorse aggiuntive dal playmaker Pavkovic, autore di 5 punti che restituiscono 9 lunghezze di vantaggio ai serbi (27:36 al 17'). La Dynamo si rifà sotto con i viaggi in lunetta e con il jumper di Travis Hansen, chiudendo una prima metà di gara complicata, in ritardo di 4 punti all'intervallo (41:45).
In avvio di ripresa è ancora Marjanovic a fare la voce grossa sotto le plance, primo giocatore a raggiungere la doppia-cifra. La risposta immediata è affidata all'estro ed alla sfrontatezza di Brian Chase, protagosta del break che riporta in scia una Dynamo, di nuovo sul -1 al 22' (48:49) e capace di impattare un minuto più tardi grazie al 2+1 di Hansen (51:51). È forse questo il momento chiave della partita, in cui l'inerzia sembra definitivamente passata in mano ai russi. L'Hemofarm torna però in ritmo con la faccia tosta dei suoi ragazzi terribili e grazie ad un inconcludente Dynamo dalle percentuali deficitarie trova un paio di jolly in contropiede che permettono di tornare sul +6 al 25' (51:57).
La partita si innervosisce, tra le proteste della squadra di Vrsac per qualche fischio arbitrale incompreso, mettendo fuorigioco Boban Marjanovic per la quarta penalità. Negli attimi più difficili dell'incontro l'Hemofarm può contare sul ritrovato Macvan che produce da solo il break che porta la propria squadra sul massimo vantaggio +11, bissato poco dopo dal canestro-e-fallo di Marton Bader che punisce spalle a canestro un pessimo Darjus Lavrinovic. L'attacco Hemofarm è un rebus per la Dynamo, incapace di trovare soluzione ai continui penetra-e-scarica di Markovic&co. Dalla seconda metà del terzo quarto domina Vrsac, chiudendo il periodo in doppia-cifra di vantaggio (60:70).
Massimo vantaggio per l'Hemofarm toccato sul +12 con canestro ravvicinato di Macvan (60:72); ogni tentativo di rimonta russa viene letteralemente stroncato sul nascere da Joksimovic che realizza la tripla replicando all'ennesimo canestro pesante di Chase. Bojan Krstovic spreca parecchio dalla lunetta (2/6 il bottino ai liberi fino a quel momento), ma la Dynamo è incapace di farsi credibilmente minacciosa. Covulso finale di partita: i serbi pagano l'inesperienza, subendo il ritorno degli avversari che tornano fino al -2 del 38' con le triple di Hansen e Chase, ed i liberi di Nachbar (79:81). Milan Pavkovic con la terza bomba della serata risolve la difficile situazione, mentre la Dynamo perde per falli proprio Nachbar ed Hansen. Sul capovolgimento di fronte, Krstovic realizza il 2+1 che concede ulteriore respiro all'Hemofarm - Bykov è glaciale dalla lunetta (4/4 - 83:87 a 49'' dalla sirena) ma ancora Krstovic, Bozovic (7+6rbs) e Macvan mandano definitivamente in onda i titoli i coda.
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Il Regal Barcelona che non ti aspetti, capace di ruotare al meglio i propri uomini ed ottenere il meglio da tutti in attacco e in difesa come solo Panathinaikos e CSKA sanno fare abitualmente, va ad espugnare la Buesa Arena di Vitoria con un netto 63-84 riportando la serie al Palau Blaugrana dove i catalani, sulla scia di gara4 e già trafitti in casa una volta, avranno indubbiamente il favore del pronostico.
Il primo tempo è contraddistinto da un sostanziale equilibrio, del quale – nelle file del Tau – si incarica quasi unicamente Igor Rakocevic (21 punti di cui 16 nei primi 20’, 4 assist e 7 falli subiti). Nelle file blaugrana, invece, l’ottimo inizio di Jaka Lakovic (15 punti e 5 assist) e Gianluca Basile (13) è presto imitato da Ersan Ilyasova (11 e 8 rimbalzi), che insieme allo sloveno ed al “Baso” infila 33 punti dei 40 di squadra nei primi due quarti.
La svolta arriva nella ripresa: “Rako” rallenta e con lui il Baskonia, mentre il terzetto di cui sopra continua a macinare canestri con la preziosa addizione di Juan Carlos Navarro (11 e 4 ass), che scava il primo solco importante (47-59 al 25’) con due triple delle “sue”. Dusko Ivanovic scuote i suoi, che provano a rientrare con Pete Mickeal (14 e 6 rim) e gli ultimi sussulti di Rakocevic, ma a quel punto sulla ruota di Barcellona esce David Andersen (11 e 6 rim), che chiude i conti con 9 punti di fila. Capitan Roger Grimau (9) si toglie lo sfizio di firmare il +20 (54-74 al 34') e da lì è pura accademia: complice un opaco Tiago Splitter (12, 6 rim e 2 stoppate), il Tau fallisce dunque l’obiettivo del 3-1 e dovrà giocarsi la qualificazione alla Final Four in campo avverso. Appuntamento a martedì per il verdetto.