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CHICAGO - BOSTON 86 – 107 (Serie 1-2)
CHICAGO: Gordon 15 punti, Noah 10 rimbalzi, Hinrich e Noah 3 assist.
BOSTON: Pierce 24 punti, Rondo 11 rimbalzi, Rondo e Davis 6 assist.
Missione compiuta. I Celtics vanno a Chicago per ribaltare la serie e non devono neanche faticare più di tanto per riuscirci.
La difesa biancoverde strangola i Bulls, tenuti al 37% dal campo, con i principali pericoli Gordon (15) e il neo Rookie of The Year Rose (9), a cui viene concesso un misero 9/27 complessivo (la coppia di lunghi Noah-Thomas combina invece un indicativo 4/13). Gara-3 si conclude sostanzialmente già nel primo quarto, dopo il primo allungo di Boston: Pierce (9/15, con 4 triple) e Rondo (20 + 11 + 6, 8/15) seviziano fin dalla palla a due la difesa dei padroni di casa e si va al primo mini-riposo sul 32-21 Celtics. Nel secondo periodo la musica non cambia, ma si è iscrive alla festa anche colui che ha permesso ai campioni in carica di pareggiare i conti, ovvero Ray Allen (18, 3/4 da 3): due sue triple – successive ad un altro bersaglio pesante di Marbury (13 e 5 assist) regalano a Boston il 59-37 all’intervallo che significa cominciare già a pensare a gara-4 (che si disputerà domenica), con il divario fra le due squadre che si allarga poi fino a toccare addirittura quota 34. I Celtics – che hanno l’ennesima ottima prova da parte di Glen Davis (14, 9 rimbalzi, 6 assist, 6 recuperi) – hanno adesso di nuovo il vantaggio del fattore campo e paiono onestamente in controllo della situazione, il tutto senza Garnett e senza lo sfortunato Leon Powe (stagione finita per lui). Ma se Rondo viaggia nella serie con una tripla doppia di media (22.7 punti, 9.7 assist, 10.7 rimbalzi) le cose per i Bulls si fanno un pochino complicate. Come dice capitan Paul Pierce “Sappiamo che tipo di squadra siamo. Il modo in cui abbiamo giocato stasera è quello in cui vogliamo giocare”.
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PAVIA. La LegaDue ignora l’articolo 113 e Pavia rischia di pagarne le conseguenze. Ieri la LegaDue ha pubblicato tutte le ipotesi di arrivo a pari punti dopo l’ultima giornata di domenica e Pavia sarà esclusa dai play off se chiude a 30 punti con Rimini, Livorno, Jesi, Venezia e Scafati, indipendentemente dallo scarto subito con Jesi.
Secondo l’articolo 113 della Fip invece Pavia sarebbe comunque nei play off se perdesse con non più di 7-10 punti di scarto. «Applichiamo l’interpretazione della Corte federale», dice Marco Bonamico, presidente della LegaDue. Non parla Gianmarco Bianchi, presidente della Nuova, ma ha tempo fino alle 14 di oggi per il ricorso e probabilmente lo farà.
In caso di arrivo a pari punti di più squadre si ricorre alla classifica avulsa, ma cosa si fa se anche a quel punto resta l’equilibrio? L’articolo 113 del Regolamento esecutivo Fip è chiaro: «Qualora risultasse un’ulteriore parità, la precedenza sarà attribuita alla squadra con il maggiore quoziente canestri, calcolato dividendo il totale dei punti segnati per il totale dei punti subiti, limitatamente agli incontri diretti tra le squadre in parità nella classifica avulsa». Per altro anche la LegaDue fa riferimento all’articolo 113 quando deve ammettere una squadra alle Final four e sul suo sito internet potete leggerlo. Conti alla mano, in caso di arrivo a pari punti di sei squadre, Pavia sarebbe davanti a Livorno e quindi nei play off, a patto di perdere a Jesi con uno scarto contenuto (da 7 a 10 punti a seconda di quanti ne segna l’Edimes) e conservare così il vantaggio nel quoziente canestri sui toscani.
Ieri invece la LegaDue ha stravolto l’articolo 113 risolvendo a modo proprio il caso di parità tra più squadre. «Non è una nostra decisione, ma una interpretazione della Corte federale - dice Bonamico, presidente della LegaDue - . Dopo che Bianchi ci ha chiesto come avremmo applicato l’articolo 113 ci siamo rivolti alla Corte e loro ci hanno risposto che si fa la classifica avulsa della classifica avulsa e che il quoziente canestri va applicato solo se la classifica avulsa non consenta di stabilire chi è in vantaggio». In pratica la prima classifica avulsa dice che Venezia sarebbe davanti a tutte con 7 vittorie, Scafati ultima con 3 e tutte le altre a 5. A quel punto si fa l’avulsa tra Jesi, Rimini, Livorno e Pavia, una classifica che vede in vantaggio marchigiani e romagnoli con 4 vittorie a testa, mentre i toscani e l’Edimes ne hanno due. Per stabilire chi tra Livorno e Pavia va ai play off si dovrebbe fare il quoziente canestri invece sul sito della LegaDue si legge che i toscani sono noni perché sono in vantaggio di un punto nella differenza canestri con l’Edimes. E il quoziente canestri che fine ha fatto? Non appare.
L’interpretazione che dà la LegaDue non è nuova visto che l’ha sempre applicata anche in passato: «Non parlo del passato - dice Bonamico - perché sono qui da due mesi». Non tutte le leghe però fanno così. «Non commento il caso di Pavia perché non lo conosco - dice Curioni, presidente della Lega nazionale pallacanestro, che riunisce le squadre di A, B e C dilettanti - ma noi abbiamo sempre applicato l’articolo 113».
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WESTERN CONFERENCE - 1ST ROUND
Nella notte era di scena gara-3 nella serie tra Lakers e Jazz: ci si sposta a Salt Lake City e la musica cambia; i Jazz cambiano volto in casa e mantengono aperta la serie.
GARA 3: UTAH-L.A. LAKERS 88-86
L.A. LAKERS CONDUCE LA SERIE 2-1
LAKERS: Odom 21 Punti e 14 Rimbalzi, Bryant 6 Assists
JAZZ: Boozer 23 Punti e 22 Rimbalzi, Williams 9 Assists
Partita molto equilibrata dove Utah ha avuto la meglio grazie ad un jumper di Deron Williams a pochi secondi dalla fine.
Partita mostruosa di Carloos Boozer con una doppia-doppia incredibile che sopperisce alle mancanze altrui; Williams invece non sembra in serata ma al momento giusto ha piazzato la giocata decisiva.
Nei Lakers sottotono Bryant che tira malissimo dal campo (5/24!) ma riesce ad inanellare comunque 18 punti; molto bene Odom e Gasol (20 punti); manca invece terribilmente il supporting cast visto e considerato che non c’è un altro giocatore in doppia cifra.
Utah parte decisa e agguerrita e in un amen si trova a +10: tanta energia consente agli uomini di Sloan di trovare molti punti da rimbalzo offensivo ed il primo quarto si chiude sul 26-17 per la squadra di casa.
Nel secondo quarto invece Utah non riesce a segnare nei primi cinque minuti, LA ne approfitta e ritorna in parità (25-25); il primo tempo si chiude con i Jazz che tentano di nuovo un allungo ma i Lakers resistono (43-39 all’intervallo lungo).
Boozer a fine primo tempo è già a 16 rimbalzi; Kobe invece ha un 1/10 dal campo con soli 6 punti segnati.
Il terzo quarto è invece decisamente di marca giallo-viola: Kobe e Gasol sono ispirati e il maggior beneficiario è Odom: parziale di 15-2 che porta il vantaggio in doppia cifra: intanto uno spaesato Bynum esce per falli e il terzo periodo si chiude sul 68-60.
Nell’ultimo quarto Utah getta tutta le sue forze sul parquet e con una partenza sprint torna in parità; dopo i primi 4-5 minuti la partita diventa molto confusionaria e segnare un canestro è un’utopia.
Le due squadre viaggiano a braccetto e nel finale ai canestri di Boozer rispondono prima Kobe e poi Gasol: la parità persiste ma a due secondi dalla fine il già citato jumper di Williams fa la differenza.
Bryant sbaglia la tripla della vittoria, peraltro difficilissima, sulla sirena.
Ora nella notte tra Sabato e Domenica si giocherà gara-4 sempre all’Energy Solution Arena: gara decisiva nell’assegnazione della serie: se infatti Kobe&co. son andati vicini ad espugnare Salt Lake City con una prestazione mediocre come quella di ieri notte, se il livello della radio dovesse alzarsi sarebbero guai per i Jazz....
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Mario Boni dichiara ridacchiando di avere 36 anni ma non ci crede nessuno. Perché quando ne aveva veramente 36, realizzava 20.8 punti di media a partita a Roseto in A-2, mentre dieci anni dopo ne ha segnati 25.5 portando Piacenza a chiudere imbattuta la stagione regolare nel girone B della C Dilettanti.
Trenta partite, 30 vittorie, oltre alla conquista della coppa Italia (con 39 punti di un certo Boni): caso unico nella pallacanestro nazionale.
Oltre a 25 punti, 10.7 rimbalzi a partita. Sono tutti più bassi di 2 metri in C Dilettanti?
«Mi sono trasformato in ala-centro e mi diverto da pazzi. Gioco spalle a canestro, uso il mestiere. Mi sento Shaquille O'Neal».
Come avete fatto a non perdere neanche una partita?
«Premessa: vincere è difficile sempre, a qualunque livello. In C gli avversar! fisicamente sono forti. E giovani».
Appunto, il 30 giugno gli anni saranno 46 anni. Stanco?
«No. Amo questo gioco come quando ero bambino. E da lungo faccio meno fatica. Giocare è come andare in bicicletta: il fisico si abitua a fare un movimento e se c'è la passione ti stanchi molto meno. Sarà genetica, la fortuna di non aver avuto infortuni gravi, ma io mi sento veramente 10 anni di meno. Alcuni coetanei mi sembrano mio nonno».
E gli allenamenti?
«Tre volte alla settimana. Lo scorso anno era peggio: a Casalpusterlengo, coach De Raffaele ci faceva giocare 4 contro 4 per lavorare sulla tattica. Alla fine sentivo tutti i dolori del mondo, il fisico si stava rifiutando. Troppa tattica rompe i maroni, diciamolo. Adesso il mio avversario in allenamento ha 20 anni, mi fa correre. Stare con i giovani, parlare di gnocca in spogliatoio, mi fa sentire come uno di loro».
Nel 1993 segnava 30 punti a partita in A-1 con Montecatini: perché oggi si segna meno?
«Vedo che Michael Hicks, il mio cambio a Roseto nel 2001/02, è il miglior marcatore con 18.9 punti di media. Non ci sono più i realizzatori di una volta nè le squadre al servizio di uno solo».
Fare il commentatore a Sky è un assaggio del suo futuro?
«Parlare di futuro è complicato. In tv e su Futurshow station in radio mi diverto. I miei commenti sembrano irriverenti ma sono sinceri e diretti alla pancia di chi ascolta».
Via con i pronostici: Siena è imbattibile in Italia?
«Sì. È esaltante, mi colpisce l'approccio mentale. Mcintyre non si sarebbe mai fatto fare quello che Boykins ha subito da Collins in Ferrara-Virtus».
Chi arriverà seconda?
«Io avrei paura di Milano, è la più in forma. Tifo gli amici di Teramo che hanno ritirato la mia maglia numero 20. Ma spero anche nella Virtus. Roma è meno squadra».
Chi vince l'Eurolega?
«Il Barcellona, mi è piaciuta subito. Il mio compagno Hugo Sconochini (solo 38 anni, ndr) era per il Tau, io no: coach Ivanovic non mi da fiducia».
Chi vince la Nba?
«Lakers contro Cleveland in finale».
Il pronostico più difficile: quando smette di giocare?
«A 32 anni firmai un triennale pensando che sarebbe stato l'ultimo contratto. A 35 ho rimandato la decisione ai 40. Poi ai 45. Seguo la tabellina del 5, quindi il prossimo obiettivo sono i 50. Mi diverto, a giocare a basket godo come un riccio».
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WASHINGTON: I Wizads ripartono da Flip Sauders, dopo la disastrosa stagione chiusa con appena 19 vittorie ed il cambio di allenatore in corsa. Dopo appena 11 partite, con una sola vittoria, Eddie Jordan era stato sostituito da Ed Tapscott alla guida della squadra.
Ora con l'arrivo dell'ex allenatore di T'wolves e Pistons, che in questa stagione non ha allenato, dopo essere stato allontanato da Detroit per non essere mai andato oltra alla finale di Conference; la squadra della capitale si assicura un head coach di successo, 11 apparizioni ai playoff in 13 stagioni da capo allenatore. Per Sauders un contratto quadriennale che porterà nelle sue tasche 18 milioni di dollari.
TURKOGLU: Il giocatore turco starebbe pensando di uscire dal suo contratto (sei anni per 39 milioni di dollari). Lo stesso Turkoglu lo rivela in un intervista rilasciata all'Orlando Sentinell dichirando che "Se Uscirò dal contratto, uscirò per una sola ragione, dare sicurezza a me stesso e la mia famiglia". La guardia/ala, scelta dai Sacramento Kings al primo giro nel draft del 2000 teme gli infortuni e un possbile lockout per il mancato rinnovo dell'accordo sui contratti collettivi tra Proprietari e Associazione giocatori ed è quindi determinato a monetizzare subito, anche perchè le sue due ultime stagioni, disputate ad altissimo livello, aumentano sicuramente il suo valore sul mercato. Il giocatore d'altro cantro ribadisce la sua volontà; ovvero restare ancora a lungo un Magic, ma lascia aperte tutte le possibilità per il futuro "Io voglio restare qui. Qui è dove sono diventato Turkoglu[...] ma io dico sempre: devono essere concordi tutte le parti, non solo la mia".
PREMI: Sono stati assegnati i primi premi individuali e della stagione; Mike Brown, per la verità ormai da qualche giorno, è diventato il nuovo Coach of the Year, avendo guidato Cleveland, grazie ad un James strepitoso e probabile MVP, al primo posto ad Est; e sopratutto al miglior record della lega, assicurandosi così il fattore campo per tutti i Playoff. Fattore non da poco visto che i Cavs in stagione regolare sono 40-2 in casa. Tra l'altro, chiudendo la stagione con 66 W Brown ha giudato la squadra al miglior record di franchigia. Dwight Howard si aggiudica il premio di Miglior Difensore dell'anno sbaragliando la concorrenza di tutti gli avversari, non che ci fossero molti dubbi in realtà. Interessanti un retroscena svelato ESPN: ad inizio stagione Howard Ha incontrato Dikembe Mutombo che ha rivolto al giovane collega una semplice domanda"Vuoi essere ricordato come il grande schiacciatore che ha vinto la gare la gara dell'All Star Game travestito da Superman, o vuoi fare qualcosa di meglio?" alla risposta di Howard "Vorrei essere uno dei più grandi giocatori di sempre" l'ultraquarantenne centro africano ha risposto "tutto comincia dalla difesa"; sembra che Howard abbia seguito il consiglio. Al secondo e terzo posto si piazzano, distanziatissimi Lebron James e Dwayne Wade.
MESSINA: Aumentano ancora i Rumors sull'allenatore italiano. Oltre ai "soliti" Raptors che, grazie alla presenza di Colangelo e Gherardini sembrano i più accreditati a fare di Messina il primo capo allenatore NBA non americano; anche Kings e Nets sembrano molto interessati. I primi avrebbero recentemente contattato l'allenatore del CSKA, in scadenza di contratto; mentre i secondi vorrebberlo farlo alle Final Four di Berlino, Messina sarà impegnato nel tentativo di riportare a Mosca l'Eurolega, nella stessa occasione Colangelo incontrerà sicuramente l'ex allenatore della nazionale italiana.
In chiusura un'altra notizia proveniente dall'Europa, Ricky Rubio, play della nazionale spagnola si è dichiarato per il prossimo Draft. Sicuramente il giocatore, classe 1990 sarà un delle prime 5 chiamate e probabilmente finirà nelle prime 3